rotate-mobile
Domenica, 10 Dicembre 2023
Nuove scoperte / Bova

Le ricerche del progetto Isap rivelano il patrimonio archeologico dell'Aspromonte

Gli esiti delle indagini effettuate nel territorio del parco nazionale sono state presentate alla Borsa mediterranea di Paestum

Un parco archeologico diffuso e integrato con quello naturalistico è tra gli obiettivi in prospettiva futura del progetto Isap 2023 (Identificazione e Studio dei Siti Archeologici dell’Aspromonte), i cui esiti sono stati presentati durante la XXV Borsa mediterranea del turismo archeologico tenutasi a Paestum. All’interno dello stand della Regione Calabria sono stati presentati i risultati delle ricerche effettuate in Aspromonte nellambito del progetto promosso e finanziato dal parco nazionale dell’Aspromonte e supportato dalla soprintendenza dei beni archeologici delle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia.

Dopo i saluti di Mariangela Preta, che ha introdotto i relatori e evidenziato la collaborazione tra i vari enti nella tutela e promozione culturale del territorio calabrese, è intervenuto il soprintendente Fabrizio Sudano, che ha rimarcato l’importanza della cooperazione tra il parco nazionale dell’Aspromonte e la soprintendenza e ha anticipato l’importanza di alcuni risultati ottenuti dalle recenti ricerche, grazie al puntuale lavoro degli archeologi sul campo. Il funzionario Andrea Gennaro ha poi annunciato le due fasi coordinate dalla soprintendenza e rimarcando la consistenza del patrimonio archeologico, testimoniato anche dalle precedenti ricerche dell’Università del Kentucky e di Cambridge. Gennaro ha anche anticipato la finalità del progetto Isap 2023, ovvero verificare la consistenza stratigrafica di alcuni punti rintracciati l’anno precedente; in ultimo ha annunciato l’interesse per la realtà di Samo grazie ad un progetto avviato dell’Università La Sapienza. L'archeologo Riccardo Consoli ha elencat le altre professionalità coinvolte nel progetto Isap: il professore Daniele Castrizio, l’archeologo Alessandro Manariti, l’architetto conservatore Antonio Gambino, l’architetto Antonio Puccio e la guida Lino Licari. Quest’ultimo ha avuto ruolo fondamentale per il progetto, sia per la difficoltà di accedere in un territorio prevalentemente boschivo (oggi più che mai), sia perché la maggior parte delle segnalazioni di siti potenzialmente archeologici sono state fatte da lui stesso. Il parco dell’Aspromonte ha deciso di avviare uno studio sui siti archeologici presenti all’interno dell’area protetta proprio partendo dalle numerose segnalazioni fatte da Licari.

Il progetto, redatto dagli uffici dell’Ente Parco, è stato articolato in due fasi: nella prima si sono realizzate ricerche di archivio e verifiche superficiali sui siti utile a definire la consistenza delle segnalazioni di Licari; nella seconda fase, attraverso brevi saggi stratigrafici, sono state rintracciate due imponenti strutture fortificate e fatti approfondimenti molto interessanti sul sito di Monte Fistochio. Tra giugno e settembre 2023 sono stati rintracciati siti inediti concentrati nell’area di Bova superiore, chiudendo un circuito che insieme a San Salvatore e Monte Grosso rappresenta un unicuum nello sfruttamento di epoca greca classica dell’Aspromonte.

Il materiale ceramico ritrovato è pertinente a un periodo compreso tra VI e V secolo a. C., anche se la valutazione è preliminare poiché ancora in corso di studio. Stessa cronologia per Fistocchio, che smentisce i precedenti studi che lo vedevano come fortezza bizantina. Tirando le somme, Consoli ha evidenziato la piena riuscita del progetto, tale solo grazie alla stretta collaborazione tra i componenti del gruppo e al particolare coordinamento tra le Istituzioni, quali l’Ente Parco e la soprintendenza, e soprattutto sottolineando che per la prima volta un gruppo di specialisti del luogo affronta dei temi così delicati ed importanti, sintomo del buon lavoro svolto dalle Istituzioni e dalla loro capacità di coinvolgere e tenere insieme soggetti con diverse specializzazioni.

Il progetto Isap lascia un’eredità importante, con informazioni ora maggiormente approfondite e che si spera di sviluppare in futuro attraverso il coordinamento con ulteriori istituti di ricerca, quali le università, che già in passato hanno svolto un ruolo chiave nel territorio. Come si diceva, l’obiettivo finale è creare un grande parco archeologico diffuso, unito al parco naturalistico patrimonio Unesco.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le ricerche del progetto Isap rivelano il patrimonio archeologico dell'Aspromonte

ReggioToday è in caricamento