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Il nuovo anno scolastico

Prima campanella, scuola reggina al via tra criticità e aspettative

Il report e le osservazioni a cura del prof Guido Leone, già dirigente tecnico dell'Ufficio scolastico regionale Calabria. I cancelli delle scuole si riapriranno mercoledì 14 settembre

Ancora qualche settimana di vacanze e poi per gli studenti reggini delle scuole di ogni ordine e grado, così come per altri loro colleghi di buona parte delle regioni italiane, si riapriranno le porte delle aule per l’inizio delle lezioni fissato a mercoledì 14 settembre.

Nelle scuole superiori, poi, negli ultimi giorni si sono svolte le operazioni di verifica dei debiti scolastici che gli studenti hanno dovuto dimostrare di avere recuperato entro il 31 agosto. Si tratta di quelle prove che una volta erano chiamati esami di riparazione. Interessano mediamente centinaia di studenti che nello scrutinio di giugno hanno avuto il cosiddetto giudizio sospeso, cioè non sono stati né promossi né bocciati e che, pertanto, hanno dovuto sostenere le prove nelle materie insufficienti.

Un'attenta panoramica sul mondo della scuola, tra criticità e aspettative, ci viene fornita dal prof Guido Leone, già dirigente tecnico dell'Ufficio scolastico regionale Calabria.

La ripartenza e le norme anti Covid

Giovedì 1 settembre per il mondo della scuola è l’inizio del nuovo anno scolastico. Anche quest’anno ci sarà una nuova ripartenza, la terza dall’inizio della pandemia da Covid -19, nel quale, ancora una volta, bisognerà confrontarsi con nuove abitudini e stili di vita che hanno impresso, nel corso degli ultimi anni, una svolta epocale nel modo di essere e fare  scuola, grazie anche al massiccio ricorso alle nuove tecnologie che ha colmato l’isolamento imposto dalle restrizioni per arginare il fenomeno Covid.

"La ripartenza - spiega Leone - è caratterizzata dalle novità contenute nel documento ministeriale che regolamenta il rientro degli studenti a scuola Gli alunni frequenteranno regolarmente le lezioni in assenza di sintomi Covid o febbre, con eccezione per il raffreddore, considerato una condizione stagionale e troppo frequente per impedire la regolare frequentazione; gli studenti con sintomi lievi e niente febbre possono frequentare ma con mascherina, sia chirurgica sia FFP2, mascherine che restano obbligatorie per le persone fragili. 

Non sarà necessario il distanziamento. Le scuole dovranno provvedere alla sanificazione, sia quella ordinaria e periodica, sia quella straordinaria in caso di casi confermati, con cambi d’aria frequenti e regolari. Nel caso di aumento dei contagi, si provvederà a misure aggiuntive come distanziamento, e obbligo di mascherina. Stop anche all’obbligo di vaccinazione del personale scolastico".

I numeri della scuola reggina

Lo scenario scolastico 2022- 2023, che si apre l’1 settembre, inizia per dirigenti, docenti e personale amministrativo, come al solito, con tutta una serie di operazioni di natura collegiale, relativamente a decisioni per la organizzazione delle condizioni di sicurezza negli istituti, anche per la rivisitazione del piano dell’offerta formativa e la preparazione delle attività di accoglienza per le matricole reggine dei vari ordini di scuola, così distribuiti: 3.382 per l’infanzia, 4.208 per la primaria, 4.920 per la media e 6.009 per le superiori.

Secondo il prof Leone "ciò che andrebbe evitata è la fretta di sedersi alla cattedra e al banco, di riprendere a insegnare per recuperare il tempo perduto, lasciando le vite di prima, le vite del vuoto scolastico, fuori dalle aule. Il progetto educativo della ripresa avrebbe bisogno di tre passaggi: accoglienza, narrazione, rimodulazione".

In tutto gli studenti di Reggio Calabria e provincia nell’anno scolastico 2022-2023 saranno 74.473, così distribuiti fra i vari ordini di scuola: 8.921 infanzia, 22.040 primaria,14.930 media, 28.582 superiore. Cui vanno ad aggiungersi gli allievi delle scuole paritarie. Resta, purtroppo, la tendenza, che si registra da tempo ad una diminuzione della popolazione scolastica anche nella nostra provincia.

Nel Reggino ad affrontare i prossimi esami di maturità, che avranno inizio mercoledì 21 giugno 2023, nelle scuole superiori statali saranno 5.252 allievi, mentre nella scuola media inferiore saranno 5.029.

Cosa prevede il nuovo calendario scolastico: una maratona di 203 giorni

Questo è il ventunesimo anno della devolution nel quale le Regioni autonomamente fissano la data d’inizio e il termine delle lezioni. In Calabria il termine è stato decretato per sabato 10 giugno 2023. Le attività educative nella scuola dell’infanzia, invece, termineranno in quasi tutte le regioni venerdì 30 giugno 2023.

I giorni di festa

Per tutti, giorno più giorno meno, una lunga maratona di nove mesi di lezione, 203 giorni per la Calabria, fatto salvo il minimo dei 200 giorni di lezione. I giorni di festa (escluse le domeniche) previsti dal calendario ministeriale sono al momento 11, vincolanti su tutto il territorio nazionale. E cioè l’1 novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; l’1 gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario Liberazione; l’1 maggio, Festa del Lavoro; il 2 Giugno, Festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono.

Il decreto del presidente della Regione Calabria stabilisce, poi, che non si effettueranno lezioni lunedì 31 ottobre 2022 ponte della festa di tutti i Santi, il 2 novembre (ponte festività Ognissanti), dal venerdì 9 al sabato 10 dicembre 2022 – Ponte della Festa dell’Immacolata Concezione; - dal venerdì 23 dicembre 2022 al sabato 7 gennaio 2023 – Vacanze natalizie; - dal giovedì 6 al martedì 11 aprile 2023 - Vacanze pasquali; - il lunedì 24 aprile 2023 – Ponte dell’Anniversario della Liberazione; - il sabato 3 giugno 2023 – Ponte della Festa Nazionale della
Repubblica.

Il nuovo calendario, così come prevede l’autonomia scolastica, è comunque, flessibile e dà la possibilità alle scuole di proporre gli adattamenti che possono riguardare anche la data di inizio delle lezioni, nonché la sospensione, in corso di anno scolastico, delle attività educative e delle lezioni prevedendo, ai fini della compensazione delle attività non effettuate, modalità e tempi di recupero in altri periodi dell’anno. Sicchè anche le scuole della nostra provincia potrebbero iniziare le lezioni ancor prima del 14 settembre.

L’esordio di nuovi dirigenti scolastici nella città di Reggio Calabria

"Novità, poi come capita ogni anno, per le dirigenze scolastiche. A Reggio, in particolare, lasciano per raggiunti limiti di età le presidi Anna Nucera, Maria Rosaria Rao e Margherita Nucera alle quali - afferma Leone - va, insieme agli altri dirigenti della nostra provincia, un doveroso ringraziamento per l’impegno profuso in tanti anni al servizio della scuola. Hanno svolto con grande professionalità il loro lavoro contribuendo alla crescita qualitativa di tante generazioni".

Le new entries cittadine riguardano i dirigenti Maria Gueli (I.C. Gallico), Giuseppe Martino (IC Ravagnese), 
Carmela Lucisano (liceo classico Campanella), Antonino Ubaldini (I.C. Moscato), Teresa Marino (Istituto
tecnico Panella), Lucia Zavettieri (I.C Galilei Pascoli).

Sono 66, invece, di cui 18 in provincia di Reggio Calabria, le scuole calabresi che avranno un dirigente part-time come reggente e che dovranno dividersi fra due scuole talvolta abbastanza distanti tra loro. In città il liceo scientifico Da Vinci sarà retto dal dirigente Franco Praticò. Continua a permanere la tendenza al colore rosa nei numeri della dirigenza scolastica calabrese e reggina in particolare e l’abbassamento dell’età media dei responsabili degli istituti.

Le criticità

"Il Covid -19 - afferma Guido Leone - ha accentuato e messo a nudo i problemi che la scuola italiana manifestava da tempo. Non è un caso che la scuola italiana si presenti così male davanti ad una crisi pandemica senza precedenti, ma anche davanti ad un periodo di profondo cambiamento tecnologico.

Incredibilmente, tuttavia, il dibattito di questi giorni si concentra su aspetti certamente importanti ma non centrali, vaccini, distanziamenti, mascherine,aereazione dei locali ecc. Si badi bene: queste vicende sono decisive e possono essere dirimenti per garantire la continuità scolastica, ma non affrontano i nodi rimasti irrisolti.

Dall’annosa penuria di docenti alla qualità della formazione e dell’offerta formativa, dalla abbondanza delle classi pollaio alle modeste condizioni retributive e lavorative, alla mancata riforma della carriera degli insegnanti,alla assenza di interventi per migliorare l’efficienza ed efficientamento energetico in strutture ad elevatissimo consumo e dispendio energetico. Le risorse destinate al sistema scolastico diminuiscono nell’indifferenza di tutti. La scuola, invece, deve essere la priorità perché ne va del nostro futuro.

Perciò - continua il prof - è necessario pensare una scuola nuova con modelli metodologici e valutativi rivisti in profondità e con una reale personalizzazione dei percorsi. Serve un cambio di passo per garantire pari opportunità e successo formativo a ogni studente. Solo così potremo pensare di dare risposte ai bisogni formativi dei ragazzi che affollano le nostre scuole, preparandoli alle esigenze del mondo, del lavoro e delle università.

Messi in fila, questi dati raccontano di un ritardo preoccupante della regione calabrese e risultati ancora peggiori in alcune realtà locali . La principale criticità della scuola in Italia riguarda infatti la qualità degli apprendimenti degli studenti, inferiore a quella degli altri paesi avanzati, così come sono inferiori quelli degli allievi calabresi in confronto ai colleghi del centro-nord Italia,come costantemente evidenziano gli esiti delle prove Invalsi soprattutto nelle insufficienti competenze in lingua italiana, matematica e scienze".

Secondo il già dirigente tecnico dell'Ufficio scolastico regionale Calabria "la grave perdita di apprendimenti generata, ancor più dal lockdown, per cui passeranno un paio di anni per un reale recupero, è la goccia che ha fatto traboccare un vaso, già colmo ben prima. Le politiche degli ultimi anni hanno indebolito il sistema d’istruzione nel nostro Paese.

I nostri governanti hanno dimenticato che la scuola non è solo governo (autonomia, ministero, organi collegiali), ma anche struttura (ordinamenti) e cultura (programmi) e se non si interviene sinergicamente su questi tre elementi si possono provocare più guasti di quelli che si vogliono riparare. Alla scuola servono, idee,strumenti e risorse per ridefinirne la mission.Colpisce l’assenza di iniziative da parte ministeriale ma anche della direzione dell’Ufficio scolastico regionale in questi ultimi anni.

Ci saremmo aspettati da parte dell’Usr una seria riflessione sulla scuola calabrese e sulle sue emergenze, dandole un senso, un significato, un orizzonte, unitamente alla Regione Calabria. I nostri territori sono segnati, peraltro, da profonde differenze in termini di opportunità, spazi, servizi, attività integrative, di condizioni culturali, sociali e quant’altro, tutti aspetti ineludibili che condizionano fortemente gli stessi risultati. Ecco, - conclude Leone -necessita che l’assessorato alla pubblica istruzione faccia una diagnosi puntuale dell’attuale condizione scolastica calabrese per capire quale può essere la terapia da affrontare per le nostre permanenti emergenze".

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