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Giovedì, 18 Aprile 2024
Crisi energetica

In arrivo ordinanza per anticipare i riscaldamenti nelle scuole in altura

Con l'arrivo del freddo, sui banchi si fanno sentire le limitazioni del decreto Cingolani, ma sarà previsto un anticipo sulle date per alcuni specifici istituti

In tempismo perfetto con l'austerity del decreto del ministero della transizione ecologica, il freddo è arrivato a tradimento, portando con sé l’ansia del risparmio energetico. I primi ad avvertire il colpo sono studenti e docenti delle scuole, dove l’uso dei riscaldamenti è contingentato, come per tutti gli edifici, alle nuove norme di emergenza del governo. La durata dell'accensione dei termosifoni sarà diversa in base alla situazione climatica ma nella provincia di Reggio esistono casi molto diversi e per gli istituti che si trovano in alture sarà difficile aspettare la data stabilita dell'8 dicembre senza riscaldamenti. Per questo il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti è pronto a firmare un'ordinanza che anticiperà l'attivazione nelle scuole ubicate in queste zone.

Intanto nel territorio provinciale ci si organizza per affrontare il disagio obbligato. Nell’istituto comprensivo “De Amicis” di Platì, la dirigente Daniela Perrone martedì scorso ha prontamente inoltrato richiesta al Comune, ma, come si legge in una circolare della scuola, la risposta è stata inderogabile: “Ci è stato comunicato dall’amministrazione comunale che in base alla normativa vigente in ambito di risparmio energetico il riscaldamento degli ambienti scolastici sarà attivato dal 08/12/22 per 7 ore al giorno”. La popolazione scolastica dovrà dunque aspettare più di dieci giorni, ed è un po' surreale che l’attivazione (in rigorosa osservanza delle date diversificate per zona del decreto ministeriale, che riguarda però tutti i termosifoni, compresi quelli domestici) inizi nel momento in cui tutte le scuole calabresi saranno chiuse per il ponte dell’Immacolata, dunque sprecando energia per riscaldare locali vuoti. La dirigente conclude invitando le famiglie “a far indossare ai propri figli abbigliamento adatto alle temperature onde evitare che sentano freddo”.

Nel liceo scientifico Fermi di Sant'Eufemia d'Aspromonte invece, sempre secondo il decreto del ministro Cingolani, i caloriferi avrebbero dovuto accendersi già dallo scorso 8 novembre: notando il ritardo dell'attivazione, finché il clima è stato clemente la scuola non ha replicato, ma negli ultimi giorni di maltempo la permanenza nelle classi si è fatta impossibile, ed è stato chiesto (e ottenuto) il rispetto degli impegni da parte della città metropolitana.

La querelle infinita delle scuole cittadine al freddo e al gelo

Insomma, come nei filmati degli archivi d’epoca, si finisce per affidarsi all’unica certezza fai da te di giubbini, sciarpe e cappelli: di necessità virtù, come sempre alle nostre latitudini. I riscaldamenti sono una storica spina nel fianco delle scuole di Reggio e provincia. Negli ultimi tempi però le famiglie si sono fatte parte attiva con proteste estreme, come quella di non far entrare i figli a scuola. E’ accaduto nel gennaio 2020 alla primaria reggina “Pascoli”, dove una mattina un comitato di genitori ha ritirato i bambini mezz’ora dopo l’inizio delle lezioni: una decisione presa dopo che la scuola era stata lasciata a secco di gasolio da oltre un mese e in pieno periodo invernale, a cui aveva fatto seguito l’annuncio della dirigenza di sospendere le lezioni in via d’urgenza se il Comune non avesse posto rimedio all’insolvenza. L’anno scorso invece, di fronte all’inanità di ripetuti solleciti, i genitori avevano protestato nelle periferie, dalla Moscato di Gallina alla Nosside Pythagoras e all’Ic di contrada Santa Venere, plessi dove gli impianti di riscaldamento sono vetusti e all’epoca si segnalava anche mancanza di acqua calda nei bagni. Una situazione che nello scorso anno scolastico era esacerbata dalle regole di sicurezza anti Covid, che imponevano di arieggiare le aule raggelando ancora di più l’ambiente.

E se torniamo più indietro, si ricorderà l'emergenza delle scuole al freddo anche a Bagnara e Villa San Giovanni, dove nel 2017 nel plesso dell'istituto comprensivo Giovanni XXIII nella frazione Acciarello si ottenne la chiusura per ordinanza del prefetto perché l'impianto di riscaldamento, oltre a non essere stato attivato nei tempi stabiliti, necessitava di manutenzione e ammodernamento.

Cosa dice la normativa, la provincia di Reggio tra fascia B e D

Stavolta però le amministrazioni possono rispedire i malumori dei cittadini al mittente statale. Il decreto appena emanato dal ministero per la transizione ecologica, per ridurre il consumo energetico prevede diverse situazioni in base alle aree geografiche del paese. Sono state individuate tassativamente sei zone, dalla A dove i riscaldamenti saranno accesi di meno, alla F che non avrà nessuna limitazione. La provincia di Reggio rientra in gran parte nella fascia D (11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile) e nella B (7 ore al giorno dall’8 dicembre al 23 marzo), categoria di cui fa parte la città dello Stretto. Al confine con Vibo c'è pure una piccola porzione di territorio di area E (13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile). La classificazione risponde a criteri climatici, e se è evidente che il profondo Nord ha temperature molto rigide e maggiori esigenze, va rilevato che nell’hinterland reggino e nei comuni montani il gelo è altrettanto minaccioso. 

La disposizione principale riguarda la riduzione del periodo di accensione, ritardato di otto giorni dalla data usuale, mentre lo spegnimento avverrà sette giorni prima, tagliando complessivamente 15 giorni. Anche il limite dei gradi è sceso da 20 a 19. Le norme non si applicano ad alcune categorie di immobili, tra cui gli asili nido.
Agli studenti non resta dunque che imbacuccarsi bene, sperando che gli impianti delle nostre scuole siano tutti funzionanti ed efficienti, aspetto su cui, questo sì, dirigenti e famiglie possono rendere conto alle amministrazioni. Sul tema l'assessora comunale Lucia Anita Nucera assicura che i sistemi di riscaldamento scolastici sono stati oggetto di un monitoraggio generale, dal quale è emerso un problema soltanto a Gallina, dove è necessario riparare la caldaia o, se non fosse ripristinata quella esistente, sostituirla. In alcuni plessi saranno utilizzati condizionatori ma non per carenza di gasolio, del quale c'è anche un residuo dello scorso anno. Come già detto, il brusco abbassamento delle temperature sta facendo valutare un anticipo rispetto alle date ministeriali per l'accensione dei termosifoni nelle scuole situate in altura, dove fa più freddo. L'assessora Nucera annuncia già nelle prossime ore una specifica ordinanza del sindaco facente funzioni.

A proposito di contenimento della spesa di gas ed elettricità, uno scenario paradossale in città potrebbe verificarsi durante le festività natalizie, dove molti istituti scolastici di loro iniziativa addobano le facciate dei loro palazzi con gran tripudio di luci. Indubbiamente scenografiche e d'atmosfera, ma che costituiscono un aggravio economico a carico dell'ente, destinatario delle bollette. Tanto che, come avevamo anticipato e poi è stato confermato ufficialmente dall'amministrazione, le sedi di Comune e città metropolitana quest'anno non saranno illuminate in questo modo sontuoso ma tramite proiezioni animate a tema natalizio. Ed è probabile che anche i dirigenti delle scuole faranno la stessa scelta. 

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