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Seminario, Papa Francesco: "Non sarà Roma a decidere il futuro"

In udienza dal Santo Padre i vescovi della Conferenza episcopale calabra insieme a superiori, formatori e seminaristi nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico

Non sarà Roma a decidere il futuro del seminario arcivescovile di Reggio Calabria. Il paventato trasferimento dei seminaristi a Catanzaro e la chiusura dello storico seminario sarà una decisione della Chiesa locale. È quanto ha detto oggi il Papa a Roma, incontrando i vescovi della Conferenza episcopale calabra insieme a superiori, formatori e seminaristi nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Un'udienza programmata che arriva a togliere ogni dubbio sulla questione che in questi giorni sta destando molta preoccupazione in città. 

Dice Papa Bergoglio: "Un seminario di 4, 5, 10 non è un seminario, non si formano seminaristi; un seminario di 100 così anonimo non forma i seminaristi. Ci vogliono piccole comunità anche dentro un grande seminario o un seminario con misura umana che siano il riflesso poi del collegio presbiteriale. È un discernimento non facile da fare. Ma si deve fare e si devono prendere decisioni su questo.

Non sarà Roma - specifica il Papa - a dirvi cosa dovete fare, no: perché il carisma lo avete voi. Noi diamo le idee, le orientazioni, i consigli, ma il carisma lo avete voi, lo Spirito Santo lo avete voi per questo. Se Roma incominciasse a prendere le decisioni sarebbe uno schiaffo allo Spirito Santo, che lavora nelle Chiese particolari”.

Nella Sala Clementina ascoltano i seminaristi ed i vescovi calabresi, con il presidente della Cec, l'arcivescovo Fortunato Morrone, le parole del Papa che parla della formazione dei seminaristi. Spiega Bergoglio che è necessario “formare preti che, pur provenendo dai propri contesti di appartenenza, sappiano coltivare una visione comune del territorio e abbiano una formazione umana, spirituale e teologica unitaria”.

A tal proposito chiede di “fare una scelta chiara” e quindi di “orientare tutte le energie umane, spirituali e teologiche in un unico Seminario. Dico unico, possono essere due, ma sommare: orientare verso l’unità con tutte le variabilità che possono dare ma lì. Questo non vuol dire annientare i seminari, no: vedete come fate questa unità”. 

Dunque per il Papa non si tratta di una scelta logistica o numerica, ma è necessario avere una visione ecclesiale e un orizzonte della vita sacerdotale, invece che disperdere le forze moltiplicando i luoghi di formazione e tenendo in piedi piccole realtà con pochi seminaristi.  Un processo, questo, che si sta portando avanti anche in altre parti del mondo, non solo in Calabria, e Bergoglio sa bene che c'è resistenza sui territori.

Ma, raccomanda Papa Francesco, “ricordiamoci che l’attaccamento alla nostra storia e ai luoghi significativi della nostra tradizione non deve impedire alla novità dello Spirito di tracciare sentieri da percorrere, specialmente quando il cammino della Chiesa lo richiede”.

Poi aggiunge: "Abbiamo bisogno di occhi aperti e cuore attento per cogliere i segni dei tempi e guardare avanti! Raccomando a tutti, non solo ai vescovi, raccomando di discernere cosa vuole lo Spirito Santo per le vostre Chiese. E questo lo devono fare i Vescovi – la decisione –, ma lo dovete fare tutti voi per dire ai Vescovi cosa sentite e come, le idee… È tutto il corpo della diocesi che deve aiutare il Vescovo in questo discernimento. Poi lui si assume la responsabilità della decisione".papa bergoglio doni(Foto Fb Arcidiocesi di Reggio Calabria Reggio

Infine Papa Francesco conclude l’udienza con le parole del patrono San Francesco di Paola, che nasceva proprio il 27 marzo 1416: “Amatevi l’un altro e fate tutte le vostre cose in carità”, disse il santo sul letto di morte ai suoi confratelli. “Questo si aspetta da voi la Calabria: che tutto si faccia in carità, in unità, in fraternità”, ribadisce il Pontefice, raccomandando di stare “attenti ai tribunali perché lì tante volte nasce tanta corruzione”.

Poi i vescovi della Conferenza episcopale calabra consegnano i doni al Papa e tra questi c'è anche il prezioso agrume reggino: il bergamotto.

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