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La sentenza

"Mandamento jonico", in appello arrivano 29 condanne e 4 assoluzioni

Fra gli imputati assolti dalla Corte d'assise, nel rito abbreviato, anche l'ex sindaco di Roghudi Lorenzo Stelitano (per non aver commesso il fatto) e l'avvocato Pino Mammoliti (perché il fatto non sussiste)

Ventinove condanne e quattro assoluzioni, fra le quali quelle dell’ex sindaco di Roghudi Lorenzo Stelitano e dell’avvocato locrese Pino Mammoliti, sono questi i numeri della sentenza del processo stralcio, in rito abbreviato, “Mandamento jonico”.

Il dispositivo della sentenza è stato letto, nella tarda serata di ieri, dal presidente della seconda sezione penale della Corte d’assise d’appello Olga Tarzia (Cinzia Barillà consigliere relatore e Francesca Di Landro consigliere), in riforma della sentenza del gap di Reggio Calabria del 28 maggio 2019 che era stata appellata da alcuni imputati.

Gli imputanti erano accusati dalla Dda di Reggio Calabria, che nel luglio 2017 aveva fatto scattare un’operazione che ha portato all’arresto di 168 persone, di reati come associazione mafiosa, tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, traffico di droga, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, truffa, frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti.Tutte accuse, queste, aggravate dalla finalità di agevolare l’organizzazione mafiosa.

La sentenza d’appello di ieri sera ha sostanzialmente confermato le condanne che erano state inflitte in primo grado rideterminando alcune pene. La pena più pesante, 25 anni e 2 mesi di carcere, è state inflitta a Francesco Cataldo. Antonio Cataldo, di 66 anni, invece, è stato condannato a 20 anni e 8 mesi di reclusione. Gli altri imputati sono stati condannati a pene che vanno dai 5 mesi e 10 giorni ai 14 anni di carcere inflitti a Rocco Morabito. Diverse anche le modifiche delle pene accessorie.

Sono stati assolti, invece, l’avvocato Pino Mammoliti (perché il fatto non sussiste), Pasquale Barbaro (per il quale è stata disposta l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa), Giovanni Andrea Cuzzilla (che è stato anche scarcerato) e Lorenzo Domenico Stelitano per non aver commesso il fatto (questi ultimi diue imputati difesi dall’avvocato Tonino Curatola).

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