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Sabato, 20 Aprile 2024
La storia

Si separa e l'ex reagisce non pagando il mantenimento, ma è reato penale

Emblematica per tutte le donne la storia di una giovane rumena sposata con un reggino, che non ha accettato la sua decisione di concludere il matrimonio

Oltre le ricorrenze e le mimose, la libertà delle donne è una corsa ad ostacoli dove uno dei più duri è quello legato alla scelta di separarsi. Quando l'uomo non accetta la decisione non siamo tutte sulla stessa riga: per qualcuna le conseguenze possono essere così gravi da farla desistere, anche in situazioni di abusi e violenze, e per questo, oltre ogni dibattito sulla necessità di cambiare alcuni aspetti, la legge resta molto protettiva verso la parte femminile.

L’inadempimento dell’obbligo di versare l’assegno di mantenimento stabilito in sede civile costituisce una condotta sanzionabile ai sensi dell’art. 570 bis del codice penale, e in questi giorni a rafforzare questa norma con un significativo orientamento giurisprudenziale è stato il tribunale di Trapani, da cui arriva una sentenza che stabilisce l'esclusione dall'affidamento del genitore che si disinteressa dei figli non ottemperando a nessuno degli obblighi previsti, sia materiali che affettivi e di cura. 

A Reggio la battaglia di una donna che ha portato in giudizio l'ex

Si tratta di un tema che nella separazione di una coppia incide sulla vita di molte donne, sfiorando spesso il pericolo di violenze. E' accaduto a R., iniziale fittizia di una donna di nazionalità rumena che dopo aver preso la decisione di separarsi dal marito reggino, padre dei suoi due figli di 12 e 6 anni, si è ritrovata ad affrontare la ritorsione di un totale abbandono economico, perché l'ex marito si sottrae al dovere di corrispondere l'assegno mensile disposto dal tribunale di Reggio Calabria. 

Dopo anni di gravi difficoltà e una causa di separazione ancora in corso a causa di vari rinvii d'ufficio, R., assistita dall'avvocato Simona Cariati, si è costituita parte civile portando l'ex in giudizio per il reato penale previsto dall'articolo 570 bis. Qualche mese fa ha ritrovato la serenità con un nuovo compagno e si è trasferita a Milano con il figlio minore, mentre il più grande, per continuare a frequentare la stessa scuola, attualmente risiede ancora a Reggio, con il padre e la convivente. "Spero ogni giorno di riaverlo con me - racconta R. - il mio ex è molto permissivo per lo studio e i compiti e al figlio come tutti i ragazzini piace questa situazione senza responsabilità, ma io spero che crescendo possa capire". 

La storia di R. è quella di una giovane donna che si innamora di un uomo più grande, e sull'onda dei sentimenti si lascia trascinare dentro un legame forte senza valutare se sia quello giusto. A quell'età non si pensa alle conseguenze future, si vive soltanto la gioia del momento. "Avevo perso la testa per lui - racconta - non vedevo la realtà e non mi interessava il fatto che non lavorasse, non capivo che era importante per costruire qualcosa insieme". Quando arriva il primo figlio la situazione si rivela in tutta la sua criticità: "Ho dovuto rendermi conto che non voleva lavorare - continua - e neanche la nascita del bambino lo spingeva a cambiare. Era mia madre, anche se non aveva tanti soldi, ad aiutarci per comprare quello che serviva, persino i pannolini. Ma lui diceva di essere sempre stanco". Il secondo figlio, non programmato, pone R. davanti a una scelta. "Ho riflettuto se averlo o no - ammette - ma poi ho preso una decisione di cui non mi sono mai pentita. Però è stato un periodo difficilissimo, ho lavorato fino al settimo mese perché ero io a mantenere la famiglia". 

Il matrimonio continua, ma il marito di R. malsopporta le richieste della moglie di contribuire al bilancio familiare. Diventa scontroso e prepotente, passa le giornate fuori e nonostante lei lavori pretende che cucini e si occupi delle pulizie senza parteciparea nessuna delle incombenze domestiche. La goccia che fa traboccare il vaso è la scoperta della frequentazione con un'altra persona. R. prova a dargli una seconda opportunità, ma lui ci ricasca e continua a tradirla. "Non avrei potuto accettare anche questo - dice ancora la donna - credo che in una coppia debba esserci rispetto reciproco, altrimenti è meglio ognuno per la sua strada". Il marito però non la pensa così e quando riceve la richiesta di separazione reagisce con rabbia. In casa il clima è invivibile con litigi continui davanti ai figli, di cui uno molto piccolo. La donna è costretta a sopportare parole cattive, imposizione di un'intimità sgradita e controlli ogni volta che esce di casa, mentre il marito ha in piedi una relazione parallela. "Già allora - racconta R. - iniziò a minacciare che se lo avessi lasciato non avrebbe pagato nulla per i bambini. E' stato difficile farlo andare via dalla casa popolare dove abitavamo, poi sono riuscita ad ottenere un decreto di allontanamento".

L'obbligo di mantenimento spetta ad entrambi i genitori anche dopo la fine del matrimonio

Come spiega l'avvocato Cariati, quella stessa abitazione nella periferia di Reggio non era agibile e anche per questo la donna si è trasferita fuori, potendo contare oggi sul sostegno dell'attuale compagno. Lo stato strutturale di quella casa dà la misura della scarsa responsabilità dell'ex coniuge verso la famiglia, testimoniata anche da tanti altri piccoli episodi. "Quando la signora è tornata in città per un'udienza - dice la legale - ha pianto per il dispiacere vedendo che nonostante il freddo il figlio maggiore indossava un giubbino primaverile perché il padre non gliene comprava uno adatto all'inverno". E spiega che "la condotta dell'imputato è, prima di tutto, illecita dal punto di vista del diritto civile, perché su di lui ricade l'obbligo di provvedere al mantenimento dei figli minori, come dovere morale di ogni genitore e anche nel rispetto del principio della bigenitorialità, che comporta l’assunzione di una pari responsabilità dei genitori in ordine alla cura, all’educazione e all’istruzione dei figli non solo durante il matrimonio ma anche in caso di separazione o divorzio". Per sottrarsi ai suoi obblighi, l'uomo ha addotto come giustificazione il fatto di essere disoccupato ma, continua Simona Cariati, "la Corte di Cassazione ha chiarito con numerose sentenze che questo non esonera un padre dal dovere di mantenimento dei figli minori; conta soltanto la capacità generica di lavoro, non lo stato di disoccupazione del momento, considerato irrilevante dai giudici per evitare una eventuale condanna penale".

simona cariati

L'uomo ha perpetrato la sua inadempienza verso ex moglie e figli per anni, dal primo provvedimento del tribunale, emesso dal tribunale nel 2019, fino ad oggi. "Ha pagato parte del suo onere per otto mesi - dice ancora l'avvocato - ma dal luglio 2020 ha omesso ogni versamento, facendo gravare sulla signora tutte le spese ordinarie per i figli, ovvero l'acquisto del vestiario, dei libri scolastici e dei medicinali, le visite pediatriche nonché le spese straordinarie, costringendola a chiedere aiuto alla propria madre per non far mancare nulla ai figli". Unico acquisto effettuato, un paio di occhiali per uno dei ragazzi, durato poche ore perché di qualità dozzinale. 

L'avvocato: "Condotta non incolpevole che va punita"

Anche dopo la riduzione in appello delle somme mensili dovute e l'attribuzione del reddito di cittadinanza (nell'importo massimo grazie alla risultanza dell'uomo nello stato di famiglia con moglie e figli), l'ex marito di R. ha continuato a non pagare e trattiene interamente per sè anche incentivi come gli assegni familiari, il bonus vacanze e redditi saltuari da lavoro non dichiarato. "E' evidente - commenta Simona Cariati - il dolo dell’imputato, il quale, pur disponendo all’epoca dei fatti di entrate di diversa natura, ha volutamente scelto di non versare l’assegno di mantenimento, in violazione di tutte le disposizioni di legge in materia e di due provvedimenti giudiziali. La condotta non è incolpevole e va punita, condannandolo anche al risarcimento dei danni in favore della signora, persona offesa e rappresentante dei figli minori". 

Il processo al tribunale reggino è appena iniziato. "Verrò per le udienze, ma qui sono più tranquilla - dice R. - anche se i miei amici, mia madre, i miei affetti sono tutti a Reggio". Soprattutto uno, il più importante per una madre. "Ho sempre fatto ogni cosa per il bene di mio figlio, forse lui è in una fase in cui si ribella alle regole che io gli davo e crede sia meglio vivere così. Ma sono fiduciosa che diventando più grande farà la scelta giusta". 


 

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