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Cronaca Centro / Via Nazionale, 66

Reggio in ginocchio, i sindacati dicono basta e scendono in piazza: "Il tempo è scaduto"

Nel rispetto delle norme anti Covid, Cgil, Cisl e Uil hanno promosso per sabato 5 dicembre, alle ore 10 in piazza Italia, una manifestazione di protesta. "Manca un progetto e una visione di rilancio dell’intero territorio"

"Il tempo è scaduto". E' perentorio il grido di allarme di Cgil, Cisl e Uil che sabato 5 dicembre, alle ore 10, scenderanno in piazza Italia, per ribadire che "alla città (anche metropolitana) occorre un cambio di passo per uscire dalle secche in cui, una storica pandemia e un’amministrazione poco lungimirante, l’hanno impantanata". 

I segretari generali della triplice di Reggio Calabria, Gregorio Pititto (Cgil), Celeste Logiacco (Cgil Piana di Gioia Tauro), Rosy Perrone (Cisl) e Nuccio Azzarà (Uil) auspicano "che la  manifestazione venga interpretata, come abbiamo sempre sottolineato, come un processo di costruzione, pro cittadini, pro lavoratori, pro giovani e donne, pro fasce deboli, pro territorio comunale e metropolitano e non contro chicchessia.

È l’ ora della assunzione di responsabilità e non dell'addebito ad altri del mancato sviluppo di un agglomerato che conta quasi 600 mila abitanti. Protesta e proposta per offrire un piglio di speranza a quanti, anche disillusi e rassegnati, decidono di battersi per una città a misura d’uomo, nella quale i servizi essenziali siano indiscutibilmente garantiti.

La nostra comunità di rappresentanza sarà al nostro fianco, perché i settori strategici di Reggio Calabria sono ridotti al lumicino e non staremo a guardare mentre i cittadini chiedono prese di posizione concrete che non lascino spazi a tentennamenti". 

"Saremo in piazza - continuano i rappresentanti della triplice sindacale - perché è messa in discussione la quotidianità degli abitanti della nostra amata città, Giovani, donne pensionati, fasce deboli, in una parola: i cittadini metropolitani.

Rifiuti e mancata raccolta, manutenzione stradale ed idrica, acqua e decoro urbano, rappresentano i punti di emergenza che hanno raggiunto picchi inaccettabili per il Comune ‘Capoluogo’ di una MetroCity che, per mission e vocazione amministrativa, dovrebbe guardare e proiettarsi nel futuro. Invece ci si trova a fare i conti con problemi atavici che ci riportano indietro nel tempo".

Per i segretari "manca un progetto e una visione di rilancio dell’intero territorio, è questa la triste verità. Non si intravede uno stralcio di progettazione di economia urbana; centro città scollegata dalle periferie, sempre più abbandonate, sempre più periferie sociali. La locride e l’area della Piana di Gioia Tauro appaiono conglomerati disconnessi da Reggio Calabria.

C’è bisogno di una governance che sappia valorizzare le prerogative sociali, economiche, agricole,
forestali, infrastrutturali materiali /immateriali, ambientali, artigiane e geo localizzate di un territorio ricco di opportunità com’è l’area metropolitana. Un’inerzia su deleghe, Area dello Stretto, Zes, Porto di Gioia Tauro, aeroporto, viabilità straordinaria, stradale e ferrata per collegare costa Jonica e Tirrenica, potenziamento e sviluppo di aree interne e realtà legate al patrimonio naturalistico e identitario del Parco Aspromonte, valorizzazione dell’enogastronomia.

Tutti temi negli anni approfonditi e sviscerati come sfera sindacale, ma mai presi realmente in considerazione. E ancora: sanità, grandi aziende di servizi, credito, lavori pubblici, dipendenti comunali e della Città Metropolitana, di società para-comunali e para- metropolitane, che lamentano un rapporto freddo con l’amministrazione, rappresentano questioni altrettanto scottanti, che ci impongono azioni determinate e volte al celere raggiungimento di soluzioni di normalità chiediamo dunque, nell'intento di costruire in rete, che al tavolo di confronto il sindaco preveda, facendo rete, la presenza dei presidenti delle conferenze dei sindaci e che il confronto sia costante ossia diventi un modus operandi che dia la possibilità di monitorare i risultati concreti dell'agire comune, in termini di occupazione e di benessere sociale. Noi ci siamo e ci mettiamo, come sempre, la faccia!"

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