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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il blitz

Boss della mafia nigeriana arrestato dalla squadra mobile reggina

In manette è finito Favour Obazelu con l'accusa di riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro e violenza sessuale

Ha fatto arrivare in Italia una ragazza nigeriana promettendole un posto di lavoro in un bar. L’ha costretta a prostituirsi per ripagare il debito, secondo quanto riporta Gazzetta del Sud, l'ha sequestrata in un appartamento a Bari, l’ha violentata, messa incinta e poi l’ha cacciata di casa impendendole di portare con sé i documenti e pure il figlio nato dallo stupro che ha subito dal suo aguzzino. Favour Obazelu, detto «Fred» o "Friday», di 43 anni, ritenuto tra i capi della mafia nigeriana, è stato arrestato dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l'accusa di riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro e violenza sessuale.

L'arresto di Obazelu, che è indagato anche per associazione a delinquere, è stato disposto dal gip Vincenza Bellini su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto della Dda Sara Amerio.
Assieme al fratello, Eghosa Osasumwen detto «Felix» di 32 anni, e ad altri soggetti che si trovano in Libia e in Nigeria, Obazelu avrebbe reclutato in patria ragazze da condurre con l'inganno in Italia. Nell’inchiesta sono indagati altri tre nigeriani, due donne di 30 e 22 anni, e un uomo di 25.

Le vittime venivano legate mediante rito voodoo e tenute in uno stato di completa prostrazione psicologica per poi avviarle alla prostituzione. Una di loro lo ha denunciato e ha raccontato agli investigatori di essere stata «sottoposta in Nigeria - riassume il giudice - ad un rito di magia nera per vincolarla al rispetto dell’impegno di pagare la somma di 25mila euro». Stando alle indagini del pm Amerio, ci sarebbe stata una vera e propria cerimonia in cui la ragazza, all’epoca ventunenne, e la sua famiglia sono state minacciate di morte nel caso in cui avessero infranto il giuramento.

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