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Venerdì, 31 Marzo 2023
Criticità dei lavoratori

Stabilizzazione precari Covid del Gom: l'Usb scende in piazza

Giovedì 9 febbraio manifestazione dell'Unione sindacale di base nell'area carrabile antistante l'ingresso principale del Grande ospedale metropolitano

L’Unione sindacale di base ha indetto per giovedì 9 febbraio dalle ore 9 un presidio nell'area carrabile antistante l'ingresso principale del Grande ospedale metropolitano, per denunciare la grave situazione di precarietà nella quale è costretto a lavorare il personale sanitario assunto con forme contrattuali atipiche durante l’emergenza pandemica.

"È dalla prima ondata pandemica, oramai più di 2 anni fa, - spiega il sindacato - che la maggior parte dei lavoratori che hanno risposto alla chiamata dell’azienda, mettendo a repentaglio la propria salute e quella dei propri familiari, si trova costretta a lavorare con forme contrattuali come la partita iva. Nonostante siano inquadrati nei turni di lavoro e trattati in tutto e per tutto come subordinati, questi lavoratori non vedono così garantite le più basilari tutele, come malattia e ferie pagate, indennità turnistiche, avanzamenti salariali o il riconoscimento dell’infortunio lavorativo.

A questo - continua l'Usb - va aggiunto il dato ancora più preoccupante riguardante la precarietà esistenziale e lavorativa legata ai contratti prorogati di volta in volta per un massimo di 6 mesi. E proprio adesso che il Parlamento sta per emanare una norma che permetterebbe la conversione dei loro rapporti lavorativi in contratti a tempo indeterminato, il commissario e i direttori del Gom rifiutano qualsiasi forma di dialogo con i lavoratori, senza fornire agli stessi nessuna certezza sul proprio futuro".

L’Unione sindacale di base "ribadendo che la presenza in servizio dei lavoratori assunti durante l’emergenza pandemica è vitale per il funzionamento di un ospedale già fortemente in sofferenza per la vistosa carenza di personale", dichiara "che non siamo disposti alla perdita di un solo posto di lavoro. Non possiamo accettare che i cosiddetti “eroi del Covid” vengano messi alla porta dopo tutti i sacrifici fatti finora. Inoltre, non siamo disposti ad accettare che il personale venga ridotto, anche perché questo andrebbe a ledere ulteriormente il diritto alla salute dei cittadini, che risulta già fortemente compromesso in tutta la provincia di Reggio Calabria".

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