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Cronaca

Statale 106, Pugliese: "Prioritario l’ammodernamento a 4 corsie"

L'ingegnere, autore di due libri dedicati alla strada ionica, riflette sui numeri allarmanti di morti da incidenti. "Bisogna pensare alle infrastrutture che possono salvare vite umane"

La strada statale 106 è sempre al centro di grande preoccupazione e attente riflessioni. Numeri di incidenti e notizie tragiche alimentano costantemente l'allarme generale e qualcosa va certamente fatto. Un quadro completo della situazione può essere estrapolato dall'ultimo commento di Fabio Pugliese, ingegnere e autore del primo libro scritto proprio sulla corsia ionica dal titolo "Chi è Stato" e dell'opera di prossima pubblicazione "Ecco chi è Stato", oltre ad aver fondato l'organizzazione di volontariato "Basta vittime sulla strada statale 106."

L'ingeniere mette in luce, e non potrebbe essere altrimenti, i numeri allarmanti: "In provincia di Reggio Calabria, negli ultimi 5 anni, sulla Statale 106 abbiamo purtroppo registrato 28 vittime. Nel 2017 le vittime sono state 5 e tra queste voglio ricordare Domenica Greco di 25 anni, Emanuele Todarello di 16 anni e Balde Aly di 17 anni; Nel 2018 le vittime sono state 6 e tra queste voglio ricordare Antonella Tripodi di 34 anni, Pasquale Sgotto di 43 anni, Antonio Conia di 42 anni e Rocco Marando di 24 anni; Nel 2019 le vittime sono state 6 e tra queste voglio ricordare Vincenzo Porporino di 21 anni e Domenico Spinella di 24 anni; Nel 2020, l'anno della pandemia, le vittime sono state 4 e tra queste voglio ricordare Alessandro Luppino di 15 anni e Caterina Ficara di 46 anni.

Quest’anno, invece, le vittime sulla Statale 106 in provincia di Reggio Calabria - spiega sempre Pugliese - sono state 7. Valentino Pò di 80 anni ha perso la vita l'8 luglio a Bovalino; Domenico Malacrinò di 55 anni il 27 luglio a Bocale; Ferdinando Marzano di 87 anni il 12 agosto a Camini; Silvestro Romeo di 52 anni e sua moglie Giusy Bruzzese di 45 anni hanno perso la vita il 29 agosto a Riace, lasciando senza genitori il piccolo Francesco e la sera del 4 ottobre scorso, dopo oltre un mese, a seguito di quel tragico scontro ha perso la vita anche Alfredo Fregomeli di 45 anni comandante della polizia municipale di Roccella Jonica. Ieri notte, infine, ha perso la vita Antonino Emanuele Laganà di 22 anni a Pellaro. Dietro questi numeri ci sono delle persone: con le loro famiglie, le loro storie, i loro sentimenti, i loro sogni svaniti per sempre ma c’è anche una occasione persa per tutti noi. Perché nessuno di noi può immaginare cosa, ognuna di queste persone, avrebbe potuto dare alla nostra società e, quindi, cosa avrebbe potuto fare di buono per l’interesse generale. Questi numeri, queste persone, queste possibilità mancate, dovrebbero farci riflettere tutti."

Fotografata la questione concretamente, Fabio Pugliese si domanda: " Quante vittime abbiamo avuto negli ultimi 5 anni sui 3.500 metri di ponte sullo stretto? Grazie al Ponte sullo stretto di Messina quante vite abbiamo risparmiato? E quanti soldi abbiamo speso per realizzarlo? Quante volte noi di Reggio Calabria l’abbiamo percorso pagando il pedaggio per andare al mare in Sicilia evitando le lunghissime code estive sulla ionica per fare un bagno nell’area grecanica? Sia chiaro: nessuno qui è contrario alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Però non creso sia necessario un luminare per comprendere le ragioni per le quali è prioritario l’ammodernamento a quattro corsie con spartitraffico centrale su un tracciato ex novo della Statale 106 tra Reggio Calabria e Monasterace piuttosto che il ponte sullo stretto."

Ecco perché - ribadisce l’ingenerare - non smetterò mai di insistere e di scrivere che prima bisogna pensare alle infrastrutture che possono salvare vite umane e poi dopo, solo dopo, a quelle che possono generare benessere economico e turismo (ammesso che i 3.500 metri di ponte sullo stretto riescano a raggiungere questo obiettivo…). Voglio augurarmi che questa mia riflessione possa far riflettere tutta la comunità reggina. Perché continuare a non capire un fatto ovvio quanto importante può metterci tutti in una condizione molto difficile: quella di essere moralmente responsabili delle vittime future, che purtroppo ci saranno ed a leggere i numeri rischiano di essere anche più frequenti.

E basta con questa storia che - termina la riflessione di Fabio Pugliese -  la colpa è di chi guida sulla Statale 106! Perché questa è una infrastruttura inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico, presenta centinaia di accessi fuori norma e non autorizzati ed ha una manutenzione ordinaria e straordinaria mediocre che la rendono di fatto una trappola perfetta."

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