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Storia dell'antindrangheta, il libro di Chirico per capire questa terra

Il volume, per i tipi di Rubbettino, analizza anche le miserie, le divisioni provando a indicare anche una rotta per uscire dalla crisi in cui si trova oggi il movimento antimafia calabrese e italiano

Sono passati quasi trent'anni da quando il 6 ottobre 1991 per le vie di Reggio Calabria nasce l'antimafia sociale, il movimento di un popolo che grida no alle mafie, alla 'ndrangheta. Reggio è una città disperata, senza speranze, dall'inizio di quel 1991 ci sono 150 morti ammazzati e nessuno se ne interessa fino a quando la Marcia per la Pace lascia il tradizionale percorso Perugia-Assisi (unica volta in sessant'anni) e si trasferisce in Calabria e sfila per le vie di Archi, lo storico quartiere in mano ai boss. 

La Marcia per la pace sfila per le vie di Archi

Un giorno storico, quel 6 ottobre, e lo ricorda bene il giornalista Danilo Chirico, allora adolescente, che ha vissuto quella manifestazione come momento di ribellione di un intero popolo. “Il 7 maggio, il ministro degli Interni Scotti convoca un Comitato per la sicurezza e chiede la collaborazione di tutti gli attori sociali. La Chiesa calabrese accoglie l’invito. In quelle settimane le polemiche non sono comunque mancate e il piombo della ‘ndrangheta si fa sentire anche a Lamezia Terme. Intanto Arci, Acli e Associazione per la pace – organizzatori della Marcia Perugia-Assisi – sono al lavoro per la trentesima edizione del più grande appuntamento pacifista italiano. «Manifestiamo per ogni cosa e non lo facciamo mai per la mafia. Ma perché?». È questo il quesito che lancia il calabrese Nuccio Iovene, dirigente dell’Arci. Giampiero Rasimelli e Tom Benetollo accettano la sua idea. Come Gianni Pensabene, responsabile nazionale Agesci giovanile, Legambiente con Nuccio Barillà, il Movi con Mario Nasone. Pds e Sinistra giovanile ci saranno. Intanto in Calabria si continua a sparare. Il quartiere reggino di Archi è il cuore della mattanza. È lì che confluirà il corteo che muoverà da Reggio Calabria, il 6 ottobre. Per il giorno 5, il ministro dell’Istruzione Misasi chiede alle scuole italiane di organizzare iniziative sul tema mafia. Reggio Calabria diventa un grande cantiere antimafia. Tanti giornalisti e inviati speciali seguono il corteo. La città viene abbracciata dalla solidarietà di tutto il Paese. E Gino Paoli sceglie, a titolo gratuito, di mettere la faccia su Reggio Calabria. La Marcia Reggio-Archi si chiude con un suo concerto. «Sono qui perché la mafia è un’offesa alla mia umanità», dirà prima di iniziare a cantare. Sarà una festa di popolo”, ricorda Chirico. 

Adesso a distanza di trent'anni appunto, Chirico ha voluto ripercorre cosa è stata la lotta alla 'ndrangheta in Calabria e lo fa partendo dai movimenti per l’occupazione delle terre, dalle lotte politiche e per il lavoro, le vertenze ambientaliste, le denunce della Chiesa, i conflitti sociali, i cortei studenteschi, le vicende personali e collettive di tutti coloro che in Calabria hanno combattuto una dura e rischiosa battaglia contro la criminalità organizzata dal secondo Dopoguerra ad oggi.

La prefazione di Ciconte

Nasce così il volume Storia dell’antindrangheta, per i tipi di Rubbettino, con la prefazione di Enzo Ciconte. Quattro capitoli per cercare di capire realmente cosa è questa terra del sud, lontana dagli stereotipi e da chi l'ha volutamente dipinta come inerme e arresa.  Ecco Danilo Chirico ci guida, attraverso dati storici e analisi, verso una nuova consapevolezza, verso una appropriazione della nostra storia che non può più essere taciuta. Questo è il primo libro mai scritto sull’antindrangheta.

«Adesso anche l’antimafia calabrese ha il suo libro come lo ha avuto da lungo tempo, da un ventennio a questa parte, l’antimafia siciliana – scrive Enzo Ciconte nella prefazione al volume – Quello di Chirico è un merito importante perché chi leggerà il libro vedrà venire incontro fatti minuti, sconosciuti ai più, fatti importanti che sono stati dimenticati, evlibro storia dell'antindrangheta-2-2enti dirompenti che hanno lasciato una traccia duratura e permanente».

Quella dell’antindrangheta in Calabria non è una storia marginale che vede protagonista qualche giovane isolato con il pallino della contestazione. Enzo Ciconte ricorda nella già citata prefazione come il movimento delle gelsominaie, le lotte per la terra e il lavoro, le battaglie politiche e sindacali, la presa di coscienza via via crescente della Chiesa “precedono l’impegno della magistratura. Anzi – annota lo studioso – mentre avveniva tutto ciò c’era una magistratura chiusa, ottusa, che girava la testa dall’altra parte, pavida, impaurita o collusa. È merito di questo movimento ampio, pulviscolare, profondo se dentro la magistratura è cresciuta una nuova consapevolezza e s’è andato affermando l’orgoglio di combattere per cambiare il destino di questa terra mentre prima c’erano posizioni disperate e disperanti che affermavano l’impossibilità di sconfiggere la ‘ndrangheta che si sarebbe battuta solo quando l’umanità si sarebbe spenta».

Un movimento da rifondare

Il libro di Chirico non è però solo una celebrazione del mondo dell’impegno sociale calabrese da cui lo stesso autore peraltro proviene, ma ne analizza anche le miserie, le divisioni provando a indicare anche una rotta per uscire dalla crisi in cui si trova oggi il movimento antimafia calabrese e italiano. Il quarto capitolo della Storia dell'antindrangheta è dedicato infatti a: Le mafie globali e un movimento da rifondare. Appunti per un’antimafia popolare.

Danilo Chirico, giornalista e scrittore, è anche uno che “si sporca le mani” e con DaSud l'associazione di cui è presidente, da anni sta portando avanti una battaglia culturale per ricostruire memoria in maniera condivisa e dal basso, mettere in rete competenze del Sud e per il Sud, lavorare al contrasto culturale e sociale alle mafie attraverso un percorso di approfondimento, elaborazione, racconto e divulgazione, utilizzando linguaggi espressivi contemporanei. Storia dell'antindrangheta è un libro da leggere per cambiare la narrazione di questa terra.

La presentazione ad Ecolandia

Adesso l'autore lo sta portando in giro per l'Italia ma il 28 luglio (alle ore 19) sarà proprio qui, a Reggio Calabria, al parco di Arghillà Ecolandia, per presentare il libro e discuterne con Vincenzo Chindamo, Anna Briante, Michele Albanese, don Ennio Stamile, modarati da Laura Cirella.

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