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"Governo Melone" e consiglio comunale su Striscia la notizia: i commenti sui social

Interviene anche il sindaco sospeso Falcomatà: "Preferisco chi prende posizione rispetto agli ignavi"

ll consiglio comunale di Reggio Calabria respinge il disegno di legge sull’autonomia differenziata proposto dal Governo ma la seduta di Palazzo San Giorgio finisce su Striscia la notizia, il tg satirico di Canale Cinque, per l'intervento del consigliere di Italia Viva Giovanni Latella, reo di aver sbagliato il cognome della premier Meloni e non solo.

Così ecco che in sua difesa arriva il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà che con un post su Facebook spiega: “Giovanni Latella è un uomo perbene. È una delle persone più oneste, sincere, leali e generose che conosca. Giovanni è un reggino che ama la sua città. Ma questa non è una novità, lo sappiamo tutti. Lo sanno soprattutto tutte quelle persone che, in questi giorni, si stanno divertendo o indignando per un suo intervento in consiglio comunale fatto dopo otto ore (8 ore!) di dibattito. Un intervento nel quale sosteneva l’importanza di combattere contro quella legge balorda qual è l’autonomia differenziata”.

“Eppure preferiamo, come se fossimo tutti abili e fini oratori, sorridere e indignarci per qualche parola o verbo sbagliato, a partire dai colleghi in consiglio comunale, anziché capire quanto questa legge toglierà ogni possibilità di futuro per il Sud e per chi, come noi, è nato e vuole continuare a vivere al Sud. A me fa più riflettere l’indifferenza di molti su questi temi, anziché l’impegno di chi cerca di porvi invece l’attenzione che meritano. Preferisco cento volte persone come Giovanni Latella rispetto a chi non prende posizione sulle questioni serie e decisive, rispetto agli ignavi e agli indolenti. Rispetto agli indifferenti. Se la “colpa” di Giovanni è quella di provare delle emozioni, di avere passione per quello che fa e soprattutto di credere nella politica come mezzo per cambiare le cose, beh allora sono orgoglioso che lui sieda in consiglio comunale”.

post fb falcomatà-latella

Ma sui social ecco che interviene anche Giuseppe Falduto, già assessore comunale della Primavera reggina, che afferma: "La campagna mediatica che si è sviluppata a seguito dell'intervento di Giovanni Latella, mette in evidenza la pochezza della classe politica e dirigente cittadina, perché è facile schernire un consigliere comunale che con le proprie capacità oratorie cerca di manifestare il suo pensiero su una questione che torna alla ribalta e rafforzando le scelte già fatte dal Centro Sinistra, porterà sicuramente ulteriori guai per la tenuta democratica dell'Italia. Nessuno (neanche Striscia la notizia) si è scandalizzato e ha voluto prendere in giro i consiglieri regionali, il presidente Oliverio e il presidente Irto per aver collocate le aree Zes tra le piste dell'aeroporto di Reggio Calabria, come nessuno mette in evidenza le barzellette sul Pnrr ecc... Naturalmente Giovanni fa parte del popolo che di volta in volta viene utilizzato per portare voti in modo da consentire ai professionisti del posto fisso di poter sistemare alla Regione, al Comune e alla Città Metropolitana tutta la settimana generazione. Vergogna per gli ipocriti e per chi mangia sulle spalle della città e dei suoi cittadini, e non  sicuramente per Giovanni Latella.

Anche la signora Mimma Saccà, interviene sui social: "Non mi fa piacere che il desolante spettacolo andato in scena nell'aula consiliare della nostra città, venga rappresentato al pubblico ludibrio. Il consigliere Latella, ha avuto i voti dei reggini e ad essere infangato non è soltanto il consigliere (persona per bene), ma con lui, anche la comunità reggina, quella che l'ha votato e quella che non l'ha votato".

Poi c'è Marie Antoinette Goicolea: "Reggio Calabria si ritaglia uno spazio a Striscia la Notizia. Dal Melone al Piano Marsel, il Consigliere Comunale Latella esprime le sue perplessità riguardo le politiche nazionali, rinforzando la Brand Reputation negativa per cui il territorio reggino e calabrese è conosciuto e costantemente penalizzato".

Puntuale arriva anche il commento di Luigi Tuccio, già assessore della giunta Scopelliti: "Reggio da “Striscia” agli utili idioti. Se Atene piange, Sparta non ride, del ché non sfugge al Quisque de populo associare al goffo intervento del consigliere comunale di maggioranza, finito su “Striscia”, per non avere saputo riportare il concetto che gli era stato spiegato, quello del leader di centrodestra, già tronfio di avere dato del “carrialande” al sindaco. Di atti consiliari, licenziati a seguito di serio dibattito politico culturale, non ne riceviamo notizia da tempo immemore ed intanto la città, ridotta allo stremo, ha assunto i connotati di periferico campo di battaglia medio orientale, abbandonato dalle milizie belligeranti".

"Ma il vero dramma cittadino - continua Tuccio - resta la carenza di intelligenza degli elettori che continuano a non comprendere il valore della propria arma, consistente nel valore esplosivo della matita nel chiuso della cabina elettorale che, caricata con i pallettoni della cultura e della competenza, consentirebbe di sterminare ogni forma di mediocrazia imperante nel malgoverno della cosa pubblica! E di questa arma, abilmente neutralizzata da abili “distrattori” di massa, ora con strategia della tensione, ora con notizie vacue, ne approfittano i mediocri della politica provenienti dal contado cittadino, ergendosi come querce in uno sterminato campo di patate!, costruendo carriere politiche altrimenti impensabili".

"Eppure un rischio ancora maggiore si profila all’orizzonte delle prossime elezioni - dice Tuccio - e cioè quello della individuazione dell’utile idiota di turno, registrato da trasversali intrecci di potere politico affaristico che continueranno ad imperare fino a quando i partiti, quelli seri, non riterranno tornare ad interagire con i territori, ascoltarne le istanze e valorizzare le eccellenze, nella mai sopita speranza che qualche sparuta presenza reggina avrà il coraggio di non abbandonare la città, oramai depressa e ridotta allo stremo. In tale assenza, soltanto le aggregazioni civiche, unite dall’amore per la città, previo abbattimento degli steccati ideologici, potranno dare luce e speranza a Reggio, prevalendo sulla mediocrità!".

Fuori dal coro anche la voce di Demetrio Pellicanò, già assessore della giunta di Italo Falcomatà che afferma: "Che strana città è la nostra, incomparabilmente bella, piena di fascino, di storia, di tradizioni, ricca di umanesimo, di miti, di suggestivi richiami classici;  poi, basta poco per scoprirsi in tutta la sua fragilità emotiva, caratteriale, nella sua malcelata, ancestrale carica di revanscismo, di ricorrente intolleranza. Basta un intervento un po' maldestro, sopra le righe di un consigliere comunale, visibilmente provato, capita a tutti di avere momenti di flessione, per scatenare la canea mediatica, un riprovevole tiro al piccione, un inaudito linciaggio morale, rozzo, incivile, fuori dal tempo. Assecondato, spalleggiato da una certa stampa, pronta a guardare il dito, senza curarsi della luna. È il caso di scomodare Nietzsche: non esistono fatti, ma solo interpretazioni".
"Certo nella città del sole, di campanelliana memoria, un consigliere comunale,  - continua Pellicanò - soprattutto di una grande città, dovrebbe esprimersi con stile forbito, con proprietà di linguaggio, con profondità di pensiero, con argomentazioni logiche e stringenti. Dovrebbe dibattere, disquisire con lucidità e sempre in sintonia con la sintassi e la consecutio temporum. Ma nella città dell'uomo, nelle nostre città è diverso, siamo tutti fatti di incompiutezza, di imperfezioni, di limiti, si dovrebbe pretendere di meno, guardare di più alla sostanza, piuttosto che ai fronzoli, alle forme, agli orpelli. Aveva ragione il compianto e mai dimenticato Totò Camera, quando ammoniva, quasi in segno di sfida "con i congiuntivi non si governano le città". Si dirà, per chi occupa le istituzioni, riveste un ruolo pubblico, la forma è sostanza, forse è l'unico caso in cui l'abito fa realmente il monaco. È vero! Ma se mettessimo, per un attimo, da parte l'arido formalismo etico, quasi farisaico, per privilegiare l'essenzialità delle cose, la passione, l'amore, provando a guardare sotto la superficie, scandagliando le intenzioni, allora saremmo tutti meno cinici, meno perentori, più indulgenti con il consigliere Latella. Così, forse, aiuteremmo la città a crescere e ad essere più solidale con chi la rappresenta e con se stessa. Un saluto al consigliere Latella che non ho il piacere di conoscerlo".

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