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La scelta

"Reggio Calabria pride 2022", arriva l'adesione del Sul

I segretari Libri e Caratozzolo all'unisono: "Tutto nasce dalla considerazione che i diritti siano inscindibili, che non possano essere considerati a pezzi e sezionati, che sono l'elemento distintivo di una società libera, civile, tollerante"

"Come è nelle tradizioni del Sul calabrese e reggino, anche quest’anno aderiamo alla manifestazione Reggio Calabria pride 2022 che si terrà il 30 luglio prossimo ed invitiamo i cittadini ed i lavoratori alla partecipazione”. A parlare sono Aldo Libri e Daniele Caratozzolo, rispettivamente segretario regionale e provinciale del Sul.

“La nostra adesione - si legge in una nota - nasce dalla considerazione che i diritti siano inscindibili, che non possano essere considerati a pezzi e sezionati, che sono l'elemento distintivo di una società libera, civile, tollerante. Il mandato che un sindacato ha è quello di rappresentare i diritti nel lavoro e per il lavoro, ma anche di tenere fede al dettato costituzionale che recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per Libri e Caratozzolo, poi, “In queste nobili parole è sancito il diritto a scegliere il proprio destino secondo le vocazioni personali di ciascuno.  Anche riguardo alle legittime scelte sessuali che non vanno ipocritamente nascoste e non possono e non devono essere causa di discriminazioni, emarginazioni e violenze. Perciò le violazioni dei diritti sul lavoro, dei quali ci occupiamo quotidianamente e faticosamente (a volte dovuti anche alle scelte sessuali), sono solo una parte dell'attacco ai diritti che si è mosso verso il lavoro, demolendo la legislazione a tutela dei più deboli, e ai diritti sociali, civili e di convivenza, violando le scelte della nostra bella Costituzione riguardo all'uguaglianza di genere, razziale e religiosa”.

“Una società - si legge infine nella nota - che si incattivisce rende i deboli ancora più deboli e fa resuscitare mostri che credevano di esserci messi alle spalle: il razzismo verso migranti, rom, pezzi di cittadinanza italiana, la violenza su donne e bambini in famiglia, le rinnovate stupidità omofobe. È dovere di un sindacato, che dovrebbe avere nel suo dna l’uguaglianza fra le persone, combattere questi fenomeni, specchio di tempi ottusi e violenti e di attitudini e volgarità che vanno contrastate radicalmente sul piano culturale, politico, economico e sociale”.

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