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Cronaca

Mimmo Tallini torna a Palazzo Campanella dopo l'annullamento dei domiciliari

L'ex presidente del Consiglio regionale, coinvolto nell'inchiesta "Farmabusiness", si è sfogato in aula: "La mia è una triste vicenda, basata su basi investigative accampate sul nulla ma non nutro rancore verso chi ha chiesto mio arresto"

Domenico Tallini ha ripreso il suo posto nell'emiciclo dell'aula "Francesco Fortugno". Lo ha fatto nella prima seduta utile del Consiglio regionale, dopo l'annullamento degli arresti domiciliari, chiamato a rientrare in aula da Giovanni Arruzzolo: il Presidente del Consiglio regionale che lo ha sostituito dopo il coinvolgimento del consigliere di Forza Italia nell'ambito dell'operazione "Farmabusiness".

"La mia - ha detto Domenico Tallini - è stata una triste vicenda, una vicenda che mi ha segnato fisicamente e psicologicamente. E' una vicenda surreale, un brutto incubo, un film dell'orrore". 

L'ex presidente del Consiglio regionale, poi, ha continuato: "La difesa della mia reputazione, da oggi in avanti, da accuse infamanti e senza fondamento sarà il mio unico motivo di vita. Lo devo alla mia famiglia, a chi mi ha votato e a voi colleghi tutti. Quello che posso uirlare oggi e che non ho mai tradito la vostra fiducia. Sono lontano anni luce da ambienti criminali e disprezzo la 'ndrangheta che ritengo il vero male di questa terra".

Nel suo ragionamento, poi, l'ex presidente del "parlamento" calabrese è ritornato sulle accuse che lo hanno portato agli arresti domiciliari sostenendo di non nutrire rancore verso investigatori e magistrati, di non voler deligittimare l'operato della magistratura. "Non nutro rancore - ha detto Tallini - per chi ha chiesto il mio arresto su basi investigative accampate sul nulla, su abbagli, errori e mancati approfondimenti, ma non voglio deligittimare l'operato della magistratura, non credo che quella che mi ha interessato sia un'inchiesta ad orologeria o creata per eliminare un punto di forza di una parte politica".

Durante il suo intervento, poi, Domenico Tallini ha ricostruito le basi della sua tesi difensiva che hanno valso l'annullamento della misura cautelare emessa nei suoi confronti.

"Ho commesso - ha concluso Domnenico Tallini - un solo errore: quello di non saper prevedere che un imprenditore incensurato fosse contiguo alla 'ndrangheta".

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