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Cronaca Centro / Viale Calabria

Tentato assalto a furgone portavalori con divise della polizia: in manette 5 rapinatori

Il commando armato aveva tentato la rapina nello scorso mese di settembre. Gli arresti della Squadra Mobile e delle Volanti di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Fake Identity"

Travestiti e armati da poliziotti e operatori addetti alla raccolta dei rifiuti avevano pianificato, nel mese di settembre, l'assalto a un furgone portavalori. Ma i loro piani sono finiti male grazie alla prontezza e all'acume investigativo di alcuni agenti di scorta a un magistrato della Dda reggina che passavano nella zona. Rapina sventata e per il gruppo armato, composto da cinque persone, si sono aperte questa mattina le porte del carcere.

Agli indagati, arrestati dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dagli agenti delle Volanti, nell'ambito dell'operazione "Fake Identity", vengono contestati dalla Procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, i reati, in concorso tra loro, di tentata rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo e riciclaggio aggravato di un'autovettura rubata, utilizzata per tentare la rapina.

Sono finiti in carcere

Claudio Amato, 31 anni, di Reggio Calabria, con precedenti per vari reati contro il patrimonio, attualmente sottoposto ai domiciliari per spaccio di stupefacenti; Marco Venuti, 28 anni, di Reggio Calabria, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e per spaccio di sostanze stupefacenti; Pietro Cristian Scaramozzino, 24 anni, di Reggio Calabria, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio; Oberto Alessandro Mirandoli, 35 anni, di Reggio Calabria, con precedenti penali specifici e Domenico Condello, 28 anni, di Reggio Calabria, con precedenti penali specifici e di polizia relativi allo spaccio di stupefacenti. 

I fatti 

Il tentato assalto al furgone portavalori risale al 9 settembre scorso, quando gli investigatori della Mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto procuratore Alessandro Moffa, hanno accertato che, nella prima mattinata di quella stessa giornata, gli indagati erano sul viale Calabria. Armati e travestiti da agenti di polizia e della ditta Avr, erano pronti a rapinare un furgone portavalori che, da lì a poco, avrebbe prelevato l’incasso dell’ultimo weekend del Centro Commerciale Le Ninfee e avrebbe consegnato 160 mila euro alla filiale Bnl Paribas, annessa allo stesso Centro.

Le indagini

Le indagini sono scattate dopo la determinante segnalazione degli agenti di polizia in servizio di scorta a un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, che informavano la Questura della presenza, nei pressi de Le Ninfee di due persone che indossavano "in modo non consono divise ordinarie della polizia di Stato e che, alla vista degli agenti di scorta, non avevano avuto un comportamento anomalo".

All’arrivo sul posto dei poliziotti delle Volanti, i due uomini si sono dati subito alla fuga, facendo perdere le loro tracce. Nell'immediato la Mobile reggina, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha messo in campo una meticolosa attività di indagine, attraverso l’esame di tutte le immagini registrate dai numerosi sistemi di videosorveglianza presenti nella zona. Sono state ascoltate numerose testimonianze, tra le quali, quelle dei responsabili del Centro commerciale e della sicurezza di Bnl Paribas, ed effettuate perquisizioni domiciliari a pregiudicati, dediti a questi tipi di reati. Gli esiti delle indagini hanno portato a ricostruire sia la dinamica dei fatti, sia ad individuare ed identificare gli autori del reato e chiudere così il caso.

Le immagini degli arresti

"Dalle prime ore di quella mattinata, - spiegano dalla Questura - Pietro Cristian Scaramozzino e Oberto Alessandro Mirandoli, indossate divise ordinarie della polizia di Stato e giubbotti antiproiettile, portati sotto la giacca, giungevano a piedi nei pressi del Centro commerciale, iniziando a percorrere più volte il perimetro esterno dello stesso.

Negli stessi minuti, giungevano in zona, a bordo di un’autovettura risultata rubata e sulla quale era stata messa una targa anch’essa provento di furto, altri due uomini, che, a loro volta, indossavano delle tute di colore arancione, dello stesso tipo di quelle utilizzate dagli operatori della nettezza urbana, addetti alla pulizia delle strade. Questi ultimi, Claudio Amato e Marco Venuti indossavano sotto le tute, dei giubbotti antiproiettile, erano armati di una pistola e di un fucile a pompa, occultato all’interno di un piccolo bidone per la raccolta dei rifiuti che, dotato di rotelle, portavano con sé, insieme ad una scopa e ad una paletta".

Dalla visione delle immagini, gli 007 della Questura hanno ricostruito che, i quattro uomini, immortalati dalle telecamere mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa 1 ora e mezza, dalle 7,30 alle 9, nelle vicinanze del Centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, da lì a poco, il furgone portavalori. La rapina è stata sventata solo grazie alla segnalazione degli agenti di scorta ed all’arrivo in zona degli agenti delle Volanti, alla cui vista tutti e cinque gli indagati, "non ritenendo più sussistenti le condizioni per agire in 'sicurezza', decidevano di dileguarsi".

Nelle fasi della fuga, Amato e Venuti hanno contato sull’apporto di Domenico Condello che, secondo gli inquirenti, avrebbe atteso i propri complici poco distante e avrebbe fornito la sua autovettura personale per consentire loro di allontanarsi dal luogo. La portata indiziaria degli elementi raccolti dalla polizia di Stato, a carico degli indagati è stata condivisa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria che ha emesso le misure cautelari in carcere eseguite nella mattinata.

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