"Le parole dell'assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso intervenuto al programma televisivo Articolo 21 sulla questione dei tirocinanti ex-mobilità in deroga, dice molto sull'interesse "praticamente nullo" verso la vertenza dei settemila tirocinanti calabresi - che in una nota sottolineano - quel che si desume dall'intervista stessa è oltre alla mancanza di una vera e propria volontà politica a risolvere la vertenza in oggetto e di fornire tantomeno le basi per una vera e propria progettualità che interessi i tirocinanti in termini di prospettive concrete di lavoro dopo anni e anni di precariato e senza alcuna garanzia riconosciuta a qualsiasi categoria di lavoratore". 

L'assessore al lavoro ha manifestato "l'intenzione di chiudere l'esperienza del tirocinio per i 7.000 tirocinanti calabresi ma si tira fuori da ogni responsabilità riguardo al futuro lavorativo di queste persone rimandando la questione al Governo centrale Pd-M5S (come del resto ha già fatto in precedenza).

Come bisogna interpretare un siffatto atteggiamento? A parte la gravità e la serietà della vertenza dei settemila tirocinanti calabresi, ci si aspettava di trovarsi di fronte un possibile alleato politico a prescindere dei propri colori politici di appartenenza ma è evidente che della questione dei tirocinanti calabresi non interessi in nessun caso, nonostante la regione Calabria sia una delle parti chiamate in causa nel risolvere assieme al Governo centrale PD-M5S la vertenza dei tirocinanti calabresi che reclamano la più che giusta contrattualizzazione nei settori in cui si trovano ad operare e più precisamente presso Enti pubblici e privati e presso Ministeri (Miur, Mibact, Giustizia)".

"Si tratta di persone, spiega ancora la nota - che hanno sopperito per anni e anni alla cronica carenza di personale nei settori appena menzionati e che vengono puntualmente ingannati con vane promesse da parte di sedicenti esponenti politici interessati a consolidare il proprio bacino di voti. Il rischio concreto per i 7.000 tirocinanti calabresi è di trovarsi seriamente sulla strada e nell'impossibilità di fare fronte alle più semplici esigenze famigliari, considerando che si tratta di madri e padri di famiglia, con un'età anagrafica che ne renderà difficile la ricollocazione nel mondo del lavoro e soprattutto con famiglie monoreddito.

Sulla drammatica e grave vertenza dei tirocinanti calabresi si è sempre al punto di partenza quando si tratta di dare risposte e di trovare soluzioni concrete in ottica lavoro. L'unica certezza è che ad oggi si continua a negare il diritto al lavoro a questi circa 7.000 tirocinanti, in una terra già martoriata e declassata qual è la Calabria".