La Guardia di finanza scova 164 "furbetti" del reddito di cittadinanza
La maggior parte erano extracomunitari che avevano dichiarato di essere residenti in Italia da almeno dieci anni. Calcolato un danno all'erario di oltre 1 milione di euro
La Guardia di finanza scopre e denuncia 164 "furbetti" del Reddito di cittadinanza. Si tratta in gran parte di extracomunitari che avrebbero attestato falsamente di risiedere in Italia da almeno dieci anni. Il danno economico alle casse dello Stato è stato calcolato in circa 1 milione di euro.
Questi i fatti. I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, guidati dal generale Maurizio Cintura, nell’ambito della più generale azione di presidio nella vigilanza nel settore delle prestazioni sociali agevolate, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, hanno approfondito le posizioni di 173 soggetti beneficiari del Reddito di cittadinanza in gran parte extracomunitari, domiciliati principalmente nell'area tra i Comuni di Rosarno e San Ferdinando.
L’indagine condotta dal gruppo di Gioia Tauro ha consentito di individuare 164 soggetti di nazionalità straniera che, attestando falsamente di risiedere nel territorio nazionale da almeno 10 anni, avrebbero indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza.
Attraverso le false attestazioni, i soggetti fraudolentemente ammessi al beneficio hanno indebitamente percepito spettanze per oltre 263 mila euro.
L’attività posta in essere dalla guardia di finanza sulla vasta platea di richiedenti ha permesso di interrompere le procedure di assegnazione del contributo per oltre un milione di euro, bloccati preventivamente e quindi non percepiti, segnalando contestualmente alla sede Inps competente territorialmente ai fini della revoca del beneficio.
I soggetti, fatte salve le necessarie conferme nel prosieguo delle indagini preliminari, sono stati denunciati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Palmi, in quanto avrebbero indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza attestando falsità o omettendo di dichiarare informazioni veritiere.