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Venerdì, 19 Aprile 2024
La svolta

Risolto il giallo dell'omicidio di un cittadino polacco, fermati due pakistani

L'uomo venne trovato cadavere dentro casa lo scorso sette marzo, uno degli indagati è minorenne

Svolta nel giallo sull'omicidio del cittadino polacco trovato morto dentro la sua abitazione lo scorso sette marzo. La Squadra mobile, diretta dal questore Bruno Megale, ha fermato due soggetti di origine pakistana – uno dei quali minore di età - gravemente indiziati, allo stato dei procedimenti in fase di indagini preliminari, dei reati di omicidio aggravato e di rapina aggravata in concorso.

Il provvedimento di fermo per l'omicidio di Przemyslaw Krzysztof  Grudniewski è stato disposto dalla procura della Repubblica, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, e dalla procura dei minori, diretta da Roberto Di Palma. Ad incastrare i due pakistani gli accertamenti della Scientifica della polizia, il riscontro sulle numerose telecamere presenti nella zona ed un indumento lasciato per strada, ad oltre un chilometro dal luogo dell'omicidio, dagli indagati.

L'uomo venne rinvenuto cadavere dentro il suo appartamento, ubicato in via Italia, la mattina del 7 marzo scorso, con le mani legati con delle fascette da elettricista ed un indumento intimo conficcato con violenza nella trachea, che ne ha determinato la morte per asfissia.

I provvedimenti restrittivi, emessi in via d’urgenza, per l’evidente pericolo di fuga degli indagati, sono stati successivamente convalidati dai rispetti giudici per le indagini preliminari, che hanno contestualmente applicato per entrambi la misura cautelare della custodia in carcere.

All’identificazione degli arrestati, gli investigatori della sezione Omicidi della Squadra mobile, coordinata dal dirigente Alfonso Iadevaia, sono giunti attraverso una incessante e meticolosa attività investigativa, svolta principalmente attraverso l’acquisizione e l’analisi di numerosissime telecamere sia pubbliche che private, che hanno permesso di accertare che il delitto era stato portato a termine dai rei facendo accesso alla casa della vittima attraverso la porta finestra del balcone, che raggiungevano con l’ausilio di una scala, poi abbandonata durante la fuga.

Un importante contributo alle indagini veniva offerto anche dagli accertamenti svolti dal gabinetto regionale di Polizia Scientifica, che riusciva ad isolare alcune impronte poi attribuite agli indagati. In particolare una di esse veniva isolata su un oggetto abbandonato dagli indagati a distanza di oltre un chilometro dall’abitazione della vittima e rinvenuto proprio grazie alla minuziosa attività di ricostruzione del percorso effettuato a piedi dagli indagati sia all’andata che al ritorno.

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