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Vertenza Lactalis / San Gregorio

Alival, con Princi si gettano le basi per la salvezza del sito produttivo

Sindacalisti e amministratori convocati dalla vicepresidente della Regione hanno iniziato a progettare il tavolo interistituzionale ed è già fissata una riunione con Confindustria

Per la vertenza Alival-Lactalis oggi si è mosso un primo passo verso il tavolo interistituzionale. Oggi i rappresentanti sindacali di categoria sono stati convocati a Catanzaro dalla vicepresidente della giunta Giusy Princi. Presenti Antonino Zema, segretario generale aggiunto Fai Cisl; il neo segretario della Cisl metropolitana Romolo Piscioneri; Antonio Zavettieri, componente della segreteria regionale Uila Uil; Nicola Rodi per Flai Cgil. Alla riunione hanno partecipato anche il sindaco facente funzioni metropolitano Carmelo Versace e l'assessora comunale alle attività produttive Angela Martino.

L'obiettivo dell'incontro è stato indicare i criteri della futura composizione istituzionale del tavolo, in modo da poter offrire valide alternative di ricollocamento ai dipendenti del caseificio di San Gregorio che avendo deciso di rifiutare il trasferimento in altra sede, il 1 aprile saranno licenziati. Scaduti i termini per aderire al piano di riassorbimento interno, è ormai certo che resterà qui la maggior parte delle unità, 57 su 79.

Lo scenario che viene caldeggiato da lavoratori e sindacati è quello del nuovo investimento sul caseificio, che si spera sia rilevato, insieme ai dipendenti, da un'azienda del territorio che subentrerebbe a Lactalis dopo la decisione di chiudere alcuni impianti italiani della Nuova Castelli, tra cui quello reggino.

Il sindaco metropolitano f.f. Versace ha sottolineato l'importanza di comporre il tavolo in modo utile per non perdere tempo prezioso e soprattutto non creare false illusioni ai lavoratori già provati da questi mesi con la minaccia della chiusura dell'impianto. Per l'assessora Martino la strategia non dovrà essere "calata dall'alto, ma mettendo insieme le risorse delle istituzioni si tenterà insieme di trovare una soluzione per mantenere i livelli occupazionali e arrivare ad un impegno concreto dalle imprese che si faranno avanti".

La concertazione adesso continua a ritmo serrato e il 17 novembre si svolgerà un nuovo summit in prefettura con esponenti di Camera di Commercio, Confindustria, comune, città metropolitana, Regione e prefettura, che preluderà alla presentazione dei piani industriali da parte delle aziende interessate ad Alival. Individuata una proposta adatta, il secondo step riguarderà la rete di welfare.

Nel ringraziare la vicepresidente Princi per "aver agito conseguentemente e compreso appieno la delicatezza della situazione", Versace e Martino hanno ribadito "il grande senso di responsabilità dimostrato dalle organizzazioni dei lavoratori che hanno recepito gli sforzi messi sin qui in campo dalle istituzioni affinché non si perda neanche un solo posto di lavoro".
Gli amministratori hanno commentato: "Serve l'impegno di tutti affinché non si disperda un patrimonio di esperienze e professionalità che, fino ad oggi, hanno rappresentato la spina dorsale di uno stabilimento che, il prossimo marzo, chiuderà definitivamente i battenti. Chi, per i più svariati motivi, ha scelto di non aderire ai programmi di ricollocazione prospettati dalla multinazionale, deve essere tutelato per non finire nel baratro della disoccupazione. Parliamo di madri e padri che, letteralmente, finirebbero in mezzo ad una strada. Chiunque, quindi, nell'ambito delle proprie prerogative e disponibilità, ha il dovere di intervenire".
Sebbene il percorso non sia semplice nessuno ha intenzione di arretrare. Hanno concluso Versace e Martino: "Continueremo a remare verso la parte del lavoro e dei lavoratori".

Gli stabilmenti di Lactalis Nuova Castelli che cesseranno l'attività sono tre: oltre a San Gregorio ci sono l'impianto nisseno di Borgo Santa Rita e Ponte Buggianese, in provincia di Pistoia. Territori molto diversi tra loro ma accomunati dall'amarezza per la perdita di siti produttivi importanti. Per questo dopo l'annuncio si è creata una sinergia tra sindacati e amministratori in particolare di Calabria e Toscana per chiedere con forza la reindustrializzazione delle aree abbandonate dalla multinazionale francese. Energie comuni che sono state preziose per indurre l'azienda a stilare il piano di uscita agevolata dei dipendenti e l'opzione del trasferimento. Ma non basta. Occorre salvare non solo i lavoratori ma anche i territori, che da Pistoia a Reggio Calabria escono gravemente impoveriti da ogni chiusura di realtà industriali. 

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