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Cronaca Via Giuseppe Melacrino

Famiglia, sacrifici e lavoro: ecco chi era la tabaccaia uccisa in centro

Una vita non proprio rosa e fiori quella di Mariella Rota, uccisa a colpi di mannaia ieri pomeriggio nell'androne della sua abitazione

C’è chi pensa che tutto sia scritto quando veniamo al mondo. E in alcune circostanze, sembra essere un detto che calzi ‘tristemente’ a pennello. È il caso, o il fato, di Mariella Rota la donna, uccisa ieri pomeriggio, nell’androne della propria abitazione, dopo aver sorpreso un uomo che cercava di introdursi all’interno della sua rivendita di tabacchi. Proprio il tabaccaio  Rota, era il ‘punto di riferimento’ per gli abitanti di via Melacrino. La bussola per orientarsi in quella lunghissima via. 

Mariella, aveva casa e bottega proprio collegate, nata e cresciuta nell’attività di famiglia, di lei si sa poco. Abbiamo chiesto a chi la conosceva di raccontarci di quella donna, barbaramente uccisa  per ragioni ancora tutte da chiarire. Mariella era nata e cresciuta in quella via, di lei ricordano l'acuta intelligenza, piena di sogni, speranze e progetti per il futuro. Era in procinto  di laurearsi, quando, il destino si mette di traverso. Forse il senso del dovere, la gratitudine e riconoscenza per i sacrifici fatti o, semplicemente amore filiale, Mariella, mette da parte il suo futuro, i suoi sogni, forse pensando di riprenderli più in là, e lascia gli studi per prendersi cura dei genitori malati. Gli studi e, quei sogni, sono rimasti li nel cassetto e mai più tirati fuori.

Di lei dicono che era donna forte, riservata anche con chi conosceva da tempo, schiva, metodica, apriva e chiudeva il suo tabacchino alla stessa ora tutti i giorni. Era la sua vita. Una vita che però non le ha riservato grandi gioie. Non si è mai sposata Mariella  e dopo la morte dei genitori era rimasta sola insieme all’amato fratello Nino con il quale gestiva l’attività di famiglia. Sempre insieme, casa e bottega, anche se ogniuno aveva il proprio appartamento nel palazzo adiacente l'attività. Ancora una volta però, il fato non ci sta. Nino, da tutti amato per il suo carattere gioviale e amante della vita, viene colpito imporvvisamente da un ictus e costretto a letto per molto tempo.

E' l'ennesima messa alla prova, ma Mariella è più forte, si rimbocca le maniche per affrontare  e superare, un'altra dolorosa prova. Si prende cura di Nino e lo assiste nella lunga degenza, sino all’ultimo giorno di vita, lei è li con lui. Dopo la morte del fratello, Mariella è rimasta sola, forse stanca di quella vita che, si, aveva scelto ma, che forse non desiderava, aveva deciso di ‘vendere’  attività di famiglia. Chissà quali erano i pensieri, i desideri custoditi nel cuore di questa donna. Forse la speranza di cambiare vita o inizare a vivere la propria, magari trovare un compagno, non lo sapremo mai. Adesso, di quella signora che gestiva la ‘bussola’ di via Melacrino, cordiale ma  distaccata che la vita ha ‘maltrattato’, non restano che due cuori lasciati li davanti al portone di casa da qualcuno che forse la conosceva e conosceva la sua triste storia

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