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Giovedì, 25 Aprile 2024
Verso il 25 novembre

La violenza si previene anche prendendosi cura della salute mentale

Con lo psichiatra Giuseppe Nicolò, esperto di disturbi di personalità, parliamo di femminicidio, narcisismo patologico e caratteristiche antisociali riscontrate in molti autori di abusi sulle donne

Un aspetto della prevenzione del femminicidio si concentra sull'individuazione dei moventi e l'alveo nel quale si sviluppa la violenza di genere. In una rilevante percentuale di uomini violenti e abusanti o responsabili di femminicidi gli studi clinici hanno riscontrato l’esistenza del disturbo di personalità narcisistico.

Chiediamo un parere al dottor Giuseppe Nicolò, medico psichiatra, psicoterapeuta e direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Roma 5, oltre che tra i principali esperti di questa materia per essere stato nel gruppo di fondatori del terzo centro italiano di psicoterapia cognitiva comportamentale, specializzato nella cura dei disturbi gravi della personalità e dell'umore.

Nato nel 1996, il centro si è messo in evidenza nel settore grazie a studi innovativi: qui è stata ideata la scala di valutazione della metacognizione, oggi uno degli strumenti più accreditati per la misurazione delle funzioni metacognitive durante la psicoterapia, che mette in primo piano il funzionamento dei pazienti e il loro senso di condivisione della cura. Un'altra peculiarità del centro è la creazione di un database con la registrazione e trascrizione delle sedute di psicoterapia, esperienza unica in Italia.

Lo psichiatra reggino è tra i fondatori del terzo centro di psicoterapia cognitiva comportamentale

Il reggino Nicolò è un'eccellenza della nostra città nella comunità scientifica internazionale: è responsabile della sede di Reggio della scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva Spc, e ad ottobre ha pubblicato la seconda edizione del suo manuale Social Skills training, guida operativa nei disturbi mentali gravi, scritta con Laura Bernabei.

Lo psichiatra spiega che “nei femminicidi l’uomo di solito uccide perché in una relazione sentimentale ha perso il controllo sulla donna e non accetta di essere lasciato o che la partner, considerata come un oggetto di sua proprietà, eserciti autonomia di scelta e non sia più a sua totale disposizione. Condizione che si ritrova anche nei narcisisti patologici, in comorbilità con caratteristiche antisociali. Per questo accade non di rado che gli autori di femminicidi presentino questo tipo di disturbo, che nel suo massimo grado di pervasività comporta un’escalation verso atti di violenza”.

Il dipartimento dell'Asl Roma 5 diretto da Nicolò ospita anche 60 posti letto destinati ad autori di reato con disturbi psichiatrici. E a proposito di narcisismo patologico il dottore sfata un pregiudizio diffuso: “Il rapporto tra donne e uomini che presentano questo disturbo di personalità è abbastanza equilibrato. Le donne, per motivi anche di costituzione fisica, hanno una minore capacità di esercitare violenza sugli uomini, ma spesso mettono in atto lo stalking o colpiscono con altri tipi di atti aggressivi, come l’attacco con l’acido”.

Ma lo specialista tende a precisare che il narcisismo come patologia può essere accertato solo da una diagnosi clinica, ricorrendo con continuità alcune caratteristiche osservate sul lungo periodo. “Il primo elemento – spiega – è la necessità costante di grandiosità e ammirazione altrui, che nel tipo overt è subito evidente: questo è il narcisista che mostra arroganza e superbia, ed è esageratamente convinto dei propri talenti, in modo infondato. Il tipo covert è invece subdolo perché esprime invidia, mancanza di empatia e rabbia nel sentirsi poco considerato rispetto ad altri, ammirati a suo parere ingiustamente e meno talentuosi di lui.

Entrambi i tipi di disturbo hanno diversi gradi di gravità fino a quello del narcisismo maligno, un livello prepsicotico in cui per regolare la propria autostima il soggetto utilizza il partner o gli amici e i familiari come strumenti per raggiungere i suoi obiettivi. Le modalità con cui agisce – continua Nicolò – possono comprendere la violenza perché le altre persone sono ritenute oggetti, inoltre l’elemento antisociale lo porta a pensare di poter violare qualsiasi regola per i propri scopi, senza pietà per nessuno”

Ovviamente non tutti gli assassini di donne sono narcisisti, ma in molti casi di abusi, al di là di una diagnosi di questo genere, spicca la tendenza maschile ad infliggere sulle compagne, mogli o familiari donne, la violenza più insidiosa, quella psicologica. “Si tratta – afferma Nicolò – di violenza di un gradiente inferiore ma che rappresenta un primum movens e può progredire nelle offese fisiche. Chiaramente nei casi di femminicidio questo non è un dato che si può accertare clinicamente, non è possibile individuare se prima di arrivare al delitto ci sia stato un abuso psicologico". 

Per chi la subisce, una vessazione psicologica è però devastante, e la considerazione che gli autori siano affetti da un disturbo di personalità (e dunque anche loro in una condizione di sofferenza) spesso divide la comunità medica, sembrando a qualcuno una condizione quasi assolutoria.

"E' sicuramente importante usare i termini nel modo giusto - dice il dottor Nicolò - perché accade spesso che i disturbi mentali siano associati a offese, per squalificare qualcuno. Delle patologie e di chi ne soffre bisogna avere sempre massimo rispetto, iniziando dalle parole. Sui narcisisti occorre però dire che questi soggetti sono capaci di discernere la realtà e consapevoli delle loro azioni e del male che causano, quindi non possono assolutamente essere deresponsabilizzati per il fatto di avere un disturbo psichiatrico". 

Nicolò sottolinea anche gli scarsi margini di miglioramento in questi tipi di disturbi, soprattutto quando la terapia non è precoce: "L'unico intervento che possiamo attuare è un'azione sul contenimento dell'aggressività e sul senso di vuoto e sconfitta personale provato da questi pazienti, abituandoli a sopportarlo. Quando non si agisce in tempo e non si riesce in questi obiettivi può anche capitare che chi ha commesso un reato, una volta scontata la pena, sia recidivo". 

A proposito di stereotipi sulle donne, una letteratura superata (ma non del tutto) collega al rapporto con i genitori, e principalmente con la madre, l'insorgere di disturbi della personalità. "Bisogna stare attenti a non attribuire colpe in modo superficiale - commenta Nicolò - questo disturbo non si eredita e non sappiamo ancora con certezza come davvero nasca. Ci sono narcisisti che hanno avuto madri molto amorevoli e sono cresciuti con ogni cura: paradossalmente se davvero il disturbo fosse causato dalla famiglia, tutti i figli dovrebbero presentarlo, invece non è così. C'è sempre alla base una componente personale".  

Come fa un genitore a notare che c'è qualcosa di allarmante in un figlio minore? "Fino ai 15 anni non si fanno mai diagnosi perché la personalità è ancora in evoluzione, ma i genitori possono fare caso ad alcuni segnali. Ad esempio la competizione eccessiva nello sport e il desiderio di vincere sempre, o anche il riferirsi a parametri di successo e ammirazione da parte degli altri. Si tratta però di caratteristiche che poi dovranno essere confermatesul piano clinico per poter parlare di una patologia".

Chi conosce il tema sa che è più efficace la terapia sulla potenziale vittima anziché sul narcisista patologico, ma con Nicolò proviamo a ribaltare questa narrazione focalizzata solo sulle donne e su quello che loro possono (o ancor peggio 'dovrebbero') fare per la propria incolumità. Alla vigilia della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza di genere, il messaggio di prevenzione che ci lascia lo psichiatra è di coltivare la propria serenità e rimuovere le cause di frustrazione. Il benessere psicofisico è il più efficace argine allo sviluppo di comportamenti violenti: chi è felice e realizzato non uccide.

"La salute mentale entra precocissimamente nella nostra esistenza. E' importante ascoltare se stessi e non adattarsi a condurre una vita che non piace, inoltre coltivare le amicizie e tutto quello che offre una resilienza affettiva. Se ci si accorge che non si è felici senza capirne il reale motivo per trovarsi in questo stato d'animo, bisogna rivolgersi subito a uno specialista". 

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