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Violenza, il consenso spiegato dallo psicologo reggino con... una tazza di tè

Il dottor Marco Marino reinterpreta il famoso video della polizia inglese per dimostrare in modo semplice la differenza tra rapporti consensuali e stupro

Vi verrebbe mai in mente di obbligare qualcuno a bere una tazza di tè se non la vuole? La bevanda rilassante per eccellenza diventa esemplare per una spiegazione del consenso sessuale “for dummies” in un reel dello psicologo reggino Marco Marino. Il tema che il dottore ha postato sulla sua pagina Instagram è di drammatica attualità, legato ai recenti casi di stupro nei quali ancora una volta i responsabili si sono difesi sostenendo che la persona abusata fosse consenziente. Insomma, come nella peggiore e purtroppo prevalente narrazione che colpevolizza le donne, davanti alla denuncia di una violenza sessuale i presunti stupratori dichiarano una convinta buona fede, spiegando di non aver capito che lei non voleva. Il consenso risulta essere un concetto misterioso, e il dottor Marino prova a fare chiarezza con una versione italiana del celebre video Tea Consent realizzato dalla polizia inglese della Thames Valley per dimostrare in modo semplice la differenza tra sesso consensuale e stupro, diventato virale su YouTube.

Guarda il video sul tea consent di Marco Marino su Instagram

Lo psy affronta l’argomento sostituendo la proposta di sesso con quella di un infuso, reggendo una tazza di tè che però non riesce mai a bere perché le situazioni molto diverse sono accomunate da un identico finale: l’offerta a qualcuno che rifiuterà quell’invito. Può capitare che la persona dica subito no, oppure che inizialmente pensi di volere il tè cambiando repentinamente idea quando l’ospite aveva già messo il bollitore sul fuoco, o persino che inizi a bere accorgendosi poi che non gli piace e smettendo. Chi quel tè lo vuole può decidere di prepararlo ugualmente, ma deve mettere in conto che l’altro non lo berrà e in quel caso non può forzarlo o arrabbiarsi per la risposta negativa.

“Ti capisco – dice Marino – magari sei infastidito perché ti eri preparato per il tè, certa gente è così e cambia idea, ma farlo è un diritto e non si può costringere nessuno”. Lo psicologo reggino affronta anche la questione del consenso quando qualcuno si trova in stato di incoscienza: “Di sicuro quella persona non vuole il tè e non è nemmeno in grado di dirtelo, ma anche se in un momento precedente era cosciente ed aveva acconsentito ora non lo è e tu non sei più sicuro che quel consenso sia ancora valido”. Tornando al tè, dice lo psy, “se una persona perde i sensi e tu hai già preparato il tè, certo non vai lì a versarglielo in testa mentre è incosciente”.

L’unica cosa da fare qui è occuparsi della persona che sta male, verificare che sia al sicuro, e solo se tutto torna alla normalità si potrà proporre nuovamente il tè. Infine, se due persone hanno già bevuto un tè insieme e una delle due vorrebbe rifarlo non è detto che ci sia dall’altra parte la stessa intenzione. Quindi, dice Marino, “se lei non viene a casa tua per prendere il tè, sicuramente non vuole che sia tu a presentarti senza essere stato invitato”. Conclude il doc: “Se capisci quanto sia ridicolo costringere gli altri a bere del tè quando non lo vogliono, che ci vuole a capirlo per il sesso?”

Marco Marino, psicologo, formatore e divulgatore, dal 2020 è approdato anche sui canali social dove è presente con articoli, video e test. Appassionato di viaggi, che organizza con la piattaforma WeRoad, è autore del libro “Proprio tu!” e parla così della sua missione professionale: “Ti aiuto ad uscire dalla tua testa per rientrare nella tua vita”.

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