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Giovedì, 28 Marzo 2024
Storia e origini / Seminara

Nel tour del principe Alberto manca Seminara, dove s'insediò il ramo calabrese Grimaldi

La visita del reale di Monaco "dimentica" la città del marchese illuminista Domenico, unico avo certificato della nobile famiglia

A novembre la città metropolitana ospiterà il principe Alberto II di Monaco ma, nell’itinerario della visita organizzata per il sovrano, clamorosamente manca Seminara, dove il ramo calabrese della dinastia Grimaldi trovò origine con il marchese Domenico, il primo a introdurre l'olio commestibile nell'agricoltura meridionale.

Lo svarione è segnalato da Santo Gioffré (nella foto), a cui questa dimenticanza (imbarazzante ignoranza storica o trascuratezza dolosa?) ha dato molto fastidio, e non per l’esclusione di Seminara dal tour del regnante monegasco. Spiega il medico e scrittore: “Io sono comunista e poco mi interessa che Alberto di Monaco passi da qui, mi interessa che finiscano queste falsità. Qui non c'è l'ansia di avere un principe, c'è il fatto che viene usata la storia di Seminara per vendere una merce che ad altri non appartiene. Fate quello che volete, ma rispettate il sangue e il sudore dei luoghi. Non si porta a spasso il principe di Monaco richiamando la grandezza della sua famiglia e parlando di illuminismo e rivoluzioni in agricoltura e poi si esclude il luogo dove tutto ciò accadde”.

Gioffrè Santo-2

Il principe Alberto si fermerà nella provincia reggina dal 7 al 9 novembre prossimi, e oltre all’accoglienza a Reggio, si recherà a Molochio, Cittanova e Gerace. Qui nel ‘700 visse un ceppo Grimaldi nel cui stemma familiare appaiono i rombi rossi dell’antica dinastia genovese che governò a Monaco come signoria e poi principato. Grimaldi si chiamava infatti Battista, principe di Gerace e fondatore di Cittanova nel 1618. Ma sulle origini del collegamento alla stirpe di Monaco qui non esistono validazioni storiche certe: gli aviti feudatari di Gerace potrebbero aver acquisito il blasone per appartenenza a uno dei tanti alberghi del patriziato genovese che presentavano quello stesso stemma o uno simile.

A Seminara, invece, sappiamo che il complesso albero genealogico dei Grimaldi attecchisce con il terzo signore Ranieri I e suo figlio Bertone: nel Cinquecento nella città pianigiana si spostò il feudo di Messimeri, aprendo la linea dei marchesi di Seminara Domenico e Francescantonio. La stirpe è rivendicata in un atto ufficiale firmato dal notaio Giuseppe Lanzo nel 1756, dove Antonio Grimaldi metteva nero su bianco la discendenza dei nobili di Seminara dal principe Bartolomeo di Monaco. 

Dal padre don Pio, proprietario terriero e uomo dalla mente aperta, il figlio maggiore Domenico, nato nel 1734, assorbì l’idea di una diversa organizzazione delle campagne. Avviato agli studi giuridici a Napoli e dopo l'esperienza di viaggi in Francia e Svizzera, Domenico Grimaldi avrebbe adottato in Calabria un inedito uso alimentare dell’olio (impiegato fino ad allora solo come combustibile nell’illuminazione). Una novità sensazionale, ma il marchese non si fermò. Aristocratico atipico e fervente illuminista, volle dare un contributo per cambiare la situazione di arretratezza delle campagne meridionali, come spiegava nel “Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra”.

La sua strategia fu l’ammodernamento dell’agricoltura (allora non era attività con fini economici ma semplice mezzo di sussistenza per i contadini, che non possedevano altro) con l’introduzione di moderni frantoi, la valorizzazione dell’allevamento e un reddito agrario di entità sufficiente da convincere i residenti a non abbandonare le campagne e favorire il salto verso le prime industrie nei settori oleario-caseario e della coltivazione della seta. Contestatore della questua dei monaci, ideò anche un piano sulla condizione dei forzati, che per il loro lavoro a beneficio dei campi avrebbero dovuto ottenere uno sconto della pena ed essere poi resi liberi.

Santo Gioffré, fucina di aneddoti storici, ricorda un’altra celebre ma poco nota ricerca di Domenico Grimaldi, che pure ebbe impatto sul benessere delle campagne calabresi: “Studiò la sulla, erba spontanea che fiorisce a maggio e rende il terreno fertile, come foraggio per le bestie, preziosa durante i periodi di siccità. La memoria sull'erba pratense fu premiata dall'Accademia dei Georgofili, che lo nominò socio. 

L'illuminista Grimaldi – continua lo scrittore – fu un grande innovatore. Dopo aver fatto uscire dal medioevo l'agricoltura e l'olio-produzione meridionale, subì un attentato alla propria vita per aver spezzato il monopolio della mano morta e della nobiltà nel campo della produzione dell'olio". 

Secondo le fonti storiche, i Grimaldi di Seminara sono dunque gli unici avi dell’omonimo ceppo nobiliare genovese. Erano massoni (“ma qui parliamo – precisa Gioffré – della massoneria degli illuministi”) e per questo nel 1798 Domenico fu arrestato insieme a una cinquantina di reggini un anno dopo l'assassinio del governatore di Reggio, Giovanni Pinelli, e condotto in carcere a Messina. “Dettagli stupefacenti di questo episodio – racconta Santo Gioffré – li apprendiamo da Gaetano Cingari, che descrivendo Domenico Grimaldi come ‘corto, grosso e con la gotta’ illustrò le faticose operazioni per ridurlo in stato di costrizione, proprio a causa della sua stazza. Nella prigione messinese, ci dice sempre Cingari, conobbe il geologo Deodat de Dolomieu, scopritore delle Dolomiti, incarcerato anche lui perché massone”.

Il filosofo Francescantonio, fratello minore di Domenico, fu invece autore di un “Saggio sull’ineguaglianza umana” che lo pose in aperto contrasto con le tesi di Rousseau, e di una dissertazione sui terremoti in Calabria pubblicata postuma dopo il terribile sisma del 1783, che decimò i Grimaldi, mentre l’intellettuale finì per morire di crepacuore.

Si chiamava poi Francescantonio anche il figlio di Domenico, generale della Repubblica partenopea. Della sua fine, giustiziato dai Borboni, parla Alexandre Dumas padre, definendo l'avventurosa morte del Grimaldi “decapitazione dell’uomo morto”, una vicenda straordinaria che lo elesse martire. Fallito un rocambolesco tentativo di evadere per una rovinosa caduta e la frattura della gamba, fu freddato dai soldi e giunse al patibolo già senza vita, ma l'esecuzione fu ugualmente svolta 

La famiglia dei marchesi di Seminara non si estinse mai ma, nel tourbillon di matrimoni e fusione di casati, si trasferì a Napoli con il ramo Buccino-Grimaldi. Di tutta la storia che accadde a Seminara è scomparsa traccia nel programma della visita calabrese di Alberto di Monaco.

"Il mio invito - dice ancora Gioffré - è a non abusare della Storia, delle Genti e dei Paesi. Domenico Grimaldi fu un benefattore per le popolazioni del territorio meridionale, Francescantonio un grande e problematico filosofo. Questa famiglia era discendente dei Grimadi di Monaco e vogliamo, solo, il rispetto della Storia". Il soggiorno del principe Alberto è ancora nella fase di programmazione, adesso sarebbe opportuna una rettifica con la doverosa citazione di Seminara tra i luoghi che accoglieranno il sovrano Grimaldi. 

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