One billion rising, Non una di meno scende in piazza con doppio appuntamento
One billion rising. Anche Non una di meno di Reggio Calabria danza contro la violenza domani, venerdì 14 febbraio, con un doppio appuntamento: alle ore 17 al Centro Studio Danza G.Cutrupi e alle ore 18 nella scalinata del teatro Cilea.
L’evento mondiale si svolge ogni anno in più 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell’affermare una cultura della libertà, del rispetto e della solidarietà, linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
La campagna 2020 punta l'attenzione sulla solidarietà vista l’ondata crescente di nazionalismi, razzismo, tirannie, di odio e di paura nei confronti degli immigrati, di misoginia, violenza di genere, omofobia, transfobia e di distruzione del clima.
In particolare in Italia si vogliono sensibilizzare le persone e le istituzioni sull’importanza dei Centri antiviolenza nell’accogliere e restituire una vita alle donne vittime di abusi e sulla necessità di sostenere e garantire continuità ai centri che operano con professionalità.
A questo tema importantissimo si vuole aggiungere anche l’importanza di credere alle donne vittime di violenza, per dare loro la possibilità di ricominciare.
Dopo il flash mob, l’appuntamento prosegue con il “Consultorio in Piazza”, un presidio informativo in un luogo inconsueto, vicino alle ragazze e ai ragazzi, alle donne e agli uomini, dove si potrà trovare materiale informativo su consultori, contraccezione, protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili e L.194.
Il rapporto dell’Unesco “Sexual Education in Europe” afferma quanto sia urgente ed importante fare educazione sessuale, soprattutto tra i giovani dai 15 ai 24 anni in quanto risulta che il 60% delle persone in questa fascia d’età, ad esempio non è in grado di identificare in che modo si può prevenire la trasmissione del virus HIV (tra il 2018 e fine maggio 2019, sono state riportate 2.847 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,7 nuovi casi per 100.000 residenti. La fascia più colpita è quella tra i 25 e i 29 anni. Nell’80,2 % dei casi per rapporti sessuali non protetti) e mostra, inoltre, come in Italia sia sempre stata forte l’opposizione alla sua introduzione sia da parte di alcuni gruppi politici che di oltranzisti religiosi, mentre in Europa, nei molti paesi in cui l’educazione sessuale è presente nella programmazione scolastica ottimi sono i risultati della prevenzione anche per le malattie sessualmente trasmissibili.
Come se non bastasse quanto sopra descritto, che già di per se evidenzia nelle giovani generazioni una totale assenza o comunque frammentaria e spesso cattiva informazione in merito, si assiste a progressivi attacchi su tutto ciò che concerne autodeterminazione e libertà di scelta delle donne e ad uno svilimento della legge 194 sempre più depauperata dal numero crescente delle obiezioni di coscienza, che in alcune Regioni arrivano al 90%.
Un quadro complessivo che restituisce l’immagine dell’incapacità di strutturare risposte non solo sul piano sanitario ma anche sul piano sociale, di prevenzione, di sostegno e della promozione alla salute da parte di chi ne avrebbe il compito.