“Al diavolo l’anima”, a tu per tu con Carlo Menga a Spazio Open
Si inserisce nell'ambito degli incontri con l’autore, promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos e dallo Spazio Open, l'appuntamento, fissato venerdì 1 luglio alle ore 18 allo Spazio Open, con Carlo Menga che presenterà la sua ultima fatica letteraria “Al diavolo l’anima”. A parlare del volume la professoressa Francesca Neri e la dottoressa Daniela Scuncia.
Carlo Ernesto Menga è nato il 29 ottobre 1955 a Reggio Calabria. È autore di una traduzione del Saggio per una nuova teoria della visione di George Berkeley (Napoli, 1982), di una raccolta di racconti: “Consenso presunto” (Reggio Calabria, 1995), di due saggi contenuti in due volumi dei “Quaderni di Methodologia”: AA.VV., “Categorie, tempo e linguaggio” (Roma, 1998) e AA.VV., “Studi in memoria di Silvio Ceccato” (Roma, 1999), del volume di poesie “Dove conduce la notte” (Reggio Calabria, 2012) e dei romanzi “Uno squillo di tromba” (Reggio Calabria, 2003), “Col pretesto dei gatti” (Reggio Calabria, 2014), “Discanto per voce sola” (Reggio Calabria, 2016), “Biancaneve al di qua della fiaba” (Reggio Calabria, 2020) e nel 2021 “A ttavula cunzata” sempre con Città del Sole edizioni. Ha collaborato alle riviste Methodologia (organo della Soc. di Cultura Metodologico- Operativa) e Malvagia, quadrimestrale della cultura sommersa.
Dal 1996 al 2003 ha tenuto la rubrica mensile Segnali di fumo, di critica della pubblicità, su “A” Rivista Anarchica. Come scrive la professoressa Maria Luisa Neri nella sua postfazione Menga "guarda con sottile ironia, non esente da una profonda vena di dissacrazione, alla diuturna fatica con cui l’individuo instaura relazioni, si sforza di mantenerle in vita, tenta di giustificarne il rilievo, vi attribuisce valore". “Certe volte – scrive l’autore - mi dico: ma se Proust, che certamente non era pigro, è riuscito a scrivere tutte quelle pagine ispirato e stuzzicato dal sapore delle madeleines inzuppate nel tè, io, se riuscissi a vincere la mia pigrizia, riuscirei ad arrivare a scriverne almeno un bel po’ se mi lasciassi trasportare dal ricordo di lasagne verdi al ragù?"