Fausta Ivaldi, omaggio alla donna che lottava per i più deboli
Il 30 dicembre dello scorso anno veniva a mancare Fausta Ivaldi. Una donna forte, capace, dedita ai più deboli, pronta a gettare il cuore oltre ogni ostacolo. A pochi mesi dalla sua scomparsa l’associazione culturale Anassilaos, congiuntamente con l’ associazione culturale il salotto dei poeti/“la rosa nel pozzo” e Città del Sole Edizioni, ne ricorderà la figura nel corso di un incontro che si terrà lunedì 19 luglio alle ore 18 alla "Fattoria urbana" di via Vallelunga a Catona con l’intervento di Pina De Felice e di tutti gli amici che a lei sono stati vicini negli anni in cui ha vissuto e operato a Reggio Calabria, sua città d’adozione. Era infatti nata ad Alessandria il 19 luglio 1939.
Dal 1958 al 1961 aveva lavorato come segretaria del direttore degli Affari economici e finanziari presso il Mercato comune (oggi UE) a Bruxelles. Nel 1964, entrata alla RAI-TV di Milano, sezione cinematografica, viene inviata in Africa per girare un documentario. Da questa esperienza nasce il suo amore sviscerato per quel continente. Dopo una parentesi a Bari come scenografa di opere liriche al teatro “Petruzzelli”, nel 1967 si trasferisce in Nigeria come capo del personale della Stirling-Astaldi. Fondamentale l’incontro con Stocco Leandro, medico chirurgo dell’Università di Padova distaccato a Lagos, che nel 1968 diverrà suo marito. Nel 1970, unitamente al marito che gestiva una sua clinica gratuita nel quartiere più povero di Lagos nonché delle Lagos Clinic viaggianti per portare sollievo alle popolazioni all’interno del Paese si pone al servizio dei poveri, decisione che diventerà scelta di vita. Dal 1971 fino al 1986, per ben sette anni si impegna in Sud Africa collaborando con il vescovo Anglicano Desmon Tutu, Premio Nobel per la Pace, e la sua Organizzazione. Dopo la scomparsa del marito nel 1986, continua la sua opera in diverse nazioni africane e in seguito in America Latina fino al 1999, anno in cui rientra in Italia.
Dal 2000 al 2005 si impegna quale assistente volontaria presso le comunità di Don Gallo per il recupero di ragazzi con l’Aids e collabora con Don Benzi per il recupero delle ragazze schiave della prostituzione sulla strada 106 ionica. Nel 2006 viene a Reggio e prosegue il suo impegno sociale con il Centro comunitario Agape “don Italo Calabrò”, presso il quale si occupa di donne sole con figli minori o che hanno subito violenza. Nel 2016 il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha conferito a Fausta Ivaldi la cittadinanza onoraria della Città di Reggio Calabria. Nello stesso anno (l’8 marzo) ha ricevuto il premio Anassilaos Mimosa. Nel 2016 ha pubblicato il libro “Una vita esagerata” e “Racconti africani” con Città del Sole Edizioni di Reggio Calabria. Nel 2018 ha ricevuto il premio Città di Siderno 2018, menzione speciale per il libro “Una vita esagerata”.