Reggio in Jazz, la “Sax Machine” al Cineteatro Metropolitano
Macchine ‘calde’, sta per prendere il via la dodicesima edizione di Reggio in Jazz, manifestazione come sempre promossa dall’associazione culturale Naima. Che quest’anno avrà però un sapore speciale: è infatti la prima edizione post-pandemica dell’affermata rassegna jazzistica reggina.
Si parte domani, venerdì 25 novembre. Il 25, 26 e 27 novembre al Cineteatro Metropolitano – tutti gli appuntamenti musicali sono alle 21 - la ‘stella polare’ sarà il sassofono, come testimoniato dal tema cui è dedicata la rassegna musicale per il 2022, Sax Machine.
Spazio dunque al celebrato Django d’Or Daniele Scannapieco col suo Daniele Scannapieco Quartet (il 25); a una star assoluta del jazz come l’inglese Ralph Moore, in scena con l’Opus Trio, che avrà come “apripista” i calabresi Deep Proof (il 26); a un artista di grande levatura come il sopranista Roberto Ottaviano, artefice di tanti progetti musicali che a Reggio Calabria verrà col suo longevo quartetto made in Puglia, Pinturas (il 27).
Grande l’attesa, in particolare, per una “stella” planetaria del jazz come Ralph Moore. Nel 1992 premio Down Beat come miglior artista internazionale, Moore – che, curiosità, iniziò però come trombettista – ha suonato con tutti i più grandi degli ultimi cinquant’anni: a parte la liaison artistica di lungo corso col contrabbassista Ray Brown, tra le collaborazioni deluxe veri e propri miti del jazz, dai trombettisti Dizzy Gillespie e Freddie Hubbard ai pianisti McCoy Tyner e Horace Silver.
E ancora il vibrafonista Bobby Hutcherson e il batterista Roy Haynes, il pianista Cedar Walton e il chitarrista Bill Frisell, un virtuoso degli 88 tasti come Oscar Peterson e il trombettista Roy Hargrove - due artisti con cui incise un album indimenticabile, appunto Oscar Peterson meets Roy Hargrove and Ralph Moore -, il flautista e sopranista Dave Liebman e un fuoriclasse del doublebass come Eddie Gomez… Più altre incredibili star delle sette note, anche fuori dal perimetro squisitamente jazz: Paul McCartney, Stevie Wonder, Al Green.
Moore, peraltro, non è certo la prima “superstar” jazzistica ospitata da Reggio in Jazz, negli anni in grado di far esibire in riva allo Stretto artisti incredibili: da Al Foster – batterista fra i più ricorrenti nelle formazioni dell’immenso Miles Davis – al grande Paolo Fresu, da ‘lady Jazz’ Dee Dee Bridgewater al talentuoso Francesco Cafiso, dal celebrato trombettista concettuale Ambrose Akinmusire, si veda The Imagined Savior Is Far Easier To Paint (giusto per ricordare uno dei suoi celebrati album), all’ex-Perigeo Claudio Fasoli fino al batterista che ‘inventò’ la fusion, Billy Cobham, il genio panamense della Mahavishnu Orchestra artefice di brani come Stratus o Red Baron diventati veri e propri “classici contemporanei”.