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Aeroporto, Bombino: "Falcomatà e Sacal non hanno mai negoziato niente per la nostra città"

Il responsabile territoriale di “Cultura e Identità”, sottolinea le azioni da intraprendere per lo sviluppo dello scalo reggino e incalza: "Ecco cosa avrebbero dovuto fare"

"Che Blu Panorama Airlines avrebbe anticipato la chiusura della rotta Reggio Calabria – Milano Bergamo non è per nulla una sorpresa. La compagnia aerea, infatti, da circa due anni, da quando, cioè, si è insediato il nuovo management, aveva comunicato l’intenzione di diversificare l’offerta dei propri servizi privilegiando la charteristica. Non a caso, la nuova proprietà ha recentemente acquistato 8 aeromobili dislocandoli in Polonia. E Reggio Calabria …?" 

Lo afferma Giuseppe Bombino, responsabile territoriale di “Cultura e Identità”per la Città di Reggio Calabria e provincia che interviene sulle problematiche relative alla gestione dell'Aeroporto dello Stretto e incalza: "Come mai la città più baricentrica e avanzata nello spazio euro-mediterraneo non è stata considerata nel piano di sviluppo di Blu Panorama Airlines? Sapete perché? Semplicemente perché né l’Amministrazione Falcomatà, né tantomeno la Sacal hanno mai negoziato alcunché per la nostra città". 

“L’attuale ridotta funzionalità del Tito Minniti, pertanto –aggiunge Bombino- è sostanzialmente garantita solo da Alitalia. Questa, tuttavia, pur assicurandoci la sopravvivenza, lavora con la stessa operatività degli anni ’70, quando il traffico nazionale era gestito dall’ATI (successivamente inglobata in Alitalia). Infatti la cancellazione del terzo volo giornaliero per Roma, considerato stagionale, riporta “l’impegno” di Alitalia a quegli standard. Nessun progresso, dunque, in cinquant’anni: sono sempre 3 i voli giornalieri, di cui 2 per Roma e 1 per Milano. Anzi, la situazione è molto peggiorata visto che, a differenza di allora, oggi, a causa di una irrazionale programmazione oraria dei voli, non è possibile andare e tornare da Milano in giornata. Questa situazione mortifica il diritto alla mobilità dei reggini e obbliga quanti scelgono questa tratta, per ragioni professionali o sanitarie, a ritardare di un giorno il rientro in città". 

Per il responsabile di Cultura e Identità "appare chiaro come l’attuale operatività, gli esigui collegamenti e la complessiva crisi industriale dell’Aeroporto rappresenti la parabola di una politica disattenta, inadeguata ed incapace sia di risolvere i problemi quotidiani, sia di realizzare un piano di sviluppo per il nostro scalo". 

Bombino chiede "all’Amministrazione Falcomatà e a Sacal, ciascuno per le proprie responsabilità e competenze, se abbiano mai interagito con Blu Panorama Airlines e con Alitalia e quali iniziative abbiano intrapreso. Tuttavia, non basta fare l’analisi delle criticità, occorre agire, e in fretta, pianificando con chiarezza e con un approccio integrato le misure da attuare. Intanto, seppur in estrema sintesi, indico alcune azioni politiche e tecnico-progettuali da attuare con urgenza”.

I punti di Bombino per lo sviluppo dello scalo aeroportuale di Reggio

Azioni politiche

1. Negoziare la funzione dell’Area Integrata dello Stretto nell’ambito delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno e dell’Italia:
2. Ribadire il ruolo del nostro Aeroporto quale infrastruttura logistica e piattaforma strategica più baricentrica ed avanzata dell’Europa mediterranea, capace di connettersi ai principali corridoi intermodali internazionali e alle reti europee:
3. Far riconoscere l’interesse interregionale (e quindi strategico) del nostro aeroporto;
4. Collegare le politiche di sviluppo dello scalo alla Sicilia orientale (Messina e Catania) e non già al resto della Calabria;
5. Creare una nuova società di gestione inter-regionale, geo-politicamente collocata nella “Regione dello Stretto” e avviare una seria politica di attrazione di nuove compagnie aeree;
6. Individuare nuovi spazi e aree di espansione, sia verso nord (tra le altre, rivalutando l’idea di delocalizzare il depuratore di Ravagnese), sia verso il mare (per consentire ai treni di lasciare i passeggeri direttamente all’interno del sedime aeroportuale).

Azioni tecnico-progettuali

1. Completare le bretelle lungo l’asse fluviale del torrente Sant’Agata per migliorare le connessioni viarie con l’aerostazione;
2. Realizzare lo svincolo di contrada “Maldariti” per collegare l’Aerostazione con la strada Statale Jonica 106 in direzione Nord – Sud (quello Sud-Nord è già esistente);
3. Progettare (in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria e Architettura dell’Università Mediterranea) e realizzare le infrastrutture di collegamento intermodale “acqua-terra-aria” (approdi per aliscafi, stazione ferroviaria, ecc.) funzionali alla effettiva continuità territoriale della “Città dello Stretto”;
4. Rimuovere le restrizioni (gravanti dal 1976) sulla pista 15/33, dovute a minimi ostacoli in avvicinamento che sottraggono oltre 250 m di operatività della pista in fase di atterraggio (specie in condizioni meteo favorevoli); sulla stessa pista permane, inspiegabilmente, un altro vincolo amministrativo, nonostante, ormai da molto tempo, il problema fisico che lo giustificava sia stato completamente risolto;
5. Eliminare il paradosso di impedimento al decollo in caso di visibilità ridotta a meno di 5 km, vigente, invece, per l’atterraggio visto che siamo l’unico aeroporto in Italia a non disporre della procedura strumentale di precisione. L’avvicinamento procedurale, peraltro, potrebbe auspicabilmente prevedere l’adozione di dispositivi nonché la realizzazione di interventi sperimentali (GBAS o EGNOS, nuovo sentiero, ecc.) unici in Europa;
6. Valorizzare la pista 11 29 (non più operativa per il traffico commerciale) per diversificare l’offerta dei servizi forniti dal nostro Aeroporto (ad es. creando hangar e reparti tecnici di manutenzione, aree di sosta per aeromobili e di addestramento, ecc.).

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