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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'opinione

Alluvione nelle Marche, Scionti: "Segnale d'allarme per i territori a rischio"

Il candidato, capolista in Calabria di Azione e Italia Viva nel collegio plurinominale al Senato: "Profonda tristezza per le vittime. Bisogna ripensare la gestione dei tratti fluviali e delle coste"

"I dieci morti, i tre dispersi e le centinaia di sfollati a causa dell’alluvione che ha colpito la regione delle Marche sono il triste bilancio, non ancora definitivo, di un episodio per il quale si stanno ancora cercando le cause ma che non ci può lasciare indifferenti". 

Fabio Scionti, capolista in Calabria di Azione e Italia Viva nel collegio pulrinominale al Senato, lavora come ingegnere nel Dipartimento ambiente e territorio della Regione Calabria nel settore “Ciclo Integrato delle Acque” e ha una visione innovativa di come gestire il territorio soprattutto dove il rischio idrogeologico è elevato, come in molti territori della Calabria.

Fabio Scionti candidato senato-2"La questione - dice Scionti - è da affrontare sia da un punto di vista politico che tecnico. Da politico, devo ribadire che, soprattutto dove si parla di rischi concreti per la vita dei cittadini, non possiamo parlarne solo quando accadono le tragedie come quella che ha colpito le Marche. La Calabria, per conformazione fisica e distribuzione delle opere dell’uomo, è ad altissimo rischio dal punto di vista idrogeologico, e il nostro obiettivo è fare di tutto perché non si debba arrivare a un’altra tragedia per parlarne di nuovo.

Da tecnico, come primo punto occorrono grandi investimenti, già previsti nel nostro programma di Azione e Italia Viva e per i quali è possibile usare gli strumenti del Pnrr, ma occorre soprattutto una strategia progettuale che porti a ripensare la gestione del territorio: occorre cominciare a pensare come delocalizzare, perché le aree a rischio rimangono sempre a rischio, pur facendo le opere più importanti. La riqualificazione del territorio passa soprattutto dal rispetto del territorio e dei suoi elementi naturali: fiumi, coste, pendii".

"Sono necessarie opere di delocalizzazione - conclude Scionti - che possono sembrare impopolari ma sono sempre più urgenti, e possono essere supportate anche con un intervento legislativo, ad esempio stabilendo una percentuale di opere di riqualificazione in ogni intervento che abbia un impatto sul territorio".

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