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La vicenda amaranto

Caso Reggina, interpellanza urgente di Cannizzaro ai ministri

Venerdì la discussione in aula, con immediata risposta del governo. L’argomento riguarda la complessa situazione societaria della Reggina 1914 Srl, che si trova dinnanzi a giustizia sportiva e giustizia ordinaria

"Chiediamo al ministro della Giustizia, al ministro delle Imprese e del Made in Italy, al ministro per lo Sport e per i Giovani, di interessarsi a quella che a nostro avviso è un'anomalia; bisognerebbe evitare che giustizia sportiva e giustizia ordinaria possano andare in conflitto tra loro per uno stesso caso. Mi riferisco nello specifico a quello che riguarda la Reggina, ma, ovviamente, anche a tutte le altre realtà che si trovano o che potrebbero trovarsi nella medesima situazione".

A scriverlo è il parlamentare reggino Francesco Cannizzaro, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, in un’interpellanza urgente rivolta al governo, depositata in queste ore. L’argomento, come si può facilmente dedurre, riguarda la complessa situazione societaria della Reggina 1914 Srl, che si trova dinnanzi a giustizia sportiva e giustizia ordinaria, fronteggiando diverse limitazioni e una penalizzazione che pesa sull’attuale classifica del
Campionato di Calcio di Serie B.

"La Società amaranto, in data 28/4/2023, ha depositato il ricorso per l’omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti e transazione su crediti tributari e previdenziali. La procedura di accordo di ristrutturazione dei debiti è una delle opzioni che la normativa italiana mette a disposizione del mondo delle imprese per anticipare e risolvere le situazioni di difficoltà economico-finanziarie ancora reversibili, con l’intento di dare la possibilità agli imprenditori di superare le difficoltà delle proprie società, comprese quelle di calcio professionistico", si legge testualmente tra le premesse del documento presentato dall’onorevole Cannizzaro e che porta la firma anche di un altro deputato del territorio reggino: Giovanni Arruzzolo.

"Reggina che - precisano ancora i parlamentari di Forza Italia - in previsione della scadenza federale per la dimostrazione del pagamento degli emolumenti e relativi oneri, sia a febbraio che a marzo ha depositato istanza presso il competente tribunale per chiedere di essere autorizzata al pagamento dei contributi previdenziali, ricevendo tuttavia diniego.

In entrambe le occasioni, la società, pur sapendo di incorrere in eventuali sanzioni federali, ha ritenuto di adeguarsi ai provvedimenti del tribunale ordinario di Reggio Calabria (per evitare il rischio di estromissione dalla procedura), in ossequio a quanto ben precisato nel provvedimento di diniego, dove si legge che le norme dell’ordinamento sportivo non possono derogare nemmeno implicitamente all’applicazione della disciplina dell’ordinamento statale, ovvero comportarne la sua disapplicazione.

Intanto però la giustizia sportiva ha già sanzionato la Reggina per non aver rispettato le scadenze – precisano i deputati firmatari - questo perché le norme della Figc non contemplano la procedura messa in atto. E nel frattempo da parte della procura federale è arrivato anche il deferimento relativo alle scadenze saltate, sia per la Reggina che per il suo amministratore delegato.

E purtroppo altre sanzioni potrebbero presentarsi all’orizzonte. In questo contesto, inoltre, non sembra prospettarsi un'auspicabile armonizzazione tra diritto sportivo e competenza del diritto statuale nell'esercizio della giurisdizione ordinaria, in particolare rispetto alle norme in materia di crisi d’impresa".

"Alla luce di tutto quanto premesso - scrivono in conclusione Francesco Cannizzaro e Giovanni Arruzzolo nella loro interpellanza urgente - chiediamo quali iniziative intendano intraprendere i Ministri dei dicasteri interessati al fine di evitare che una società calcistica in stato di crisi possa eventualmente essere destinataria di una disciplina giuridica diversa da quella riservata ad una normale società commerciale, e quindi risultare penalizzata, solo per il fatto che soggiace anche ad un ordinamento di settore che, seppur autonomo, è però subordinato e derivante da quello statuale".

L’interpellanza si chiude, pertanto, con una richiesta anche sull’armonizzazione del diritto sportivo con quello della crisi d’impresa, per escludere l'eventuale rischio per gli amministratori di una società calcistica di esporsi a sanzioni nell'ambito della giustizia ordinaria, in funzione di comportamenti diversamente valutati in ambito sportivo.
Della vicenda si sta occupando pure il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, che ha già avviato un'interlocuzione diretta col presidente della Figc, Gabriele Gravina.

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