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Arangea e Gallico, Iatì: "Mancato rispetto delle norme"

Esigendo il completamento di campo polivalente e teatro Cral, il consigliere comunale legge la questione come "la dimostrazione che per le periferie si finge interesse solo in campagna elettorale"

"E' accettabile che in questa città l'agognata realizzazione di un'opera pubblica, fondamentale per il miglioramento della qualità della vita di una frazione popolosa e penalizzata da disservizi imperdonabili, numerosi e assortiti, sconti la sciagurata incapacità gestionale di un'Amministrazione comunale?" A chiederselo è Filomena Iatì, consigliere comunale di Impegno e Identità a Reggio Calabria, in merito al completamento dei lavori sul campo polivalente di Arangena e al teatro Cral di Gallico.

Rispondendo al suo stesso quesito, l'esponente dichiara: "No, non è accettabile nel modo più assoluto, ma diventa una eventualità seriamente possibile quando ad occupare le 'stanze dei bottoni' sono personaggi che con le abilità richieste per condurre la 'cosa pubblica' con efficienza ed efficacia non hanno nulla a che vedere. Gli ultimi esempi, cui già siamo consapevoli, ne seguiranno tanti e tanti altri, riguarda il campo polivalente atteso spasmodicamente ad Arangea, un quartiere spogliato di tutto e privo perfino di una piazza ed il teatro Cral Enel di Gallico, ennesima incompiuta e sempre attenzionata dal Presidente del Movimento Impegno e Identità, Angela Marcianò, sin dai tempi in cui ricopriva la carica di assessore. Una struttura, la prima che, pur così rilevante a livello sociale, non è stata ancora completata ed è balzata agli onori della cronaca, fino al momento, solo a causa degli atti vandalici commessi da balordi che hanno distrutto gli spogliatoi. Un'opera, la seconda, fortemente voluta dagli abitanti, ma mai completata. Ennesima dimostrazione del fatto che nei confronti delle periferie si finge interesse solo ed esclusivamente nei periodi di campagna elettorale per poi letteralmente abbandonarle.

Sta di fatto - ribadisce in conclusione il consigliere - che il nostro Movimento pretende che l'esecuzione delle opere pubbliche a beneficio dei cittadini siano compiute in maniera impeccabile, sotto ogni punto di vista, nel pieno rispetto delle norme. Questo, per noi significa produrre una opposizione costruttiva ed a vantaggio della comunità. Non vorremmo mai che, pur in presenza delle risorse finanziarie idonee ad offrire ai reggini quanto ad essi spetta in termini di opere e servizi, si vada incontro al rischio inammissibile di sperperarle."

Il movimento Impegno e Identità, nel sottolineare il grande impegno della sua rappresentante sottolinea che: "Tutti gli step finora affrontati si sono rivelati illusori passaggi verso l'obiettivo finale. Le due proposte di deliberazione del Consiglio comunale, infatti, approdate nella Commissione competente per la dichiarazione di prevalente interesse pubblico al completamento dei lavori delle suddette incompiute, sono state restituite al mittente, con votazione unanime contraria. Il motivo della bocciatura da parte della Commissione di entrambe le proposte è da rinvenire nella illegittima procedura propostadalla struttura amministrativa dell'ente, nelle persone del Rup (Responsabile Unico del Procedimento), geometra Melchini, e del dirigente del settore lavori pubblici, architetto Demetrio Beatino, con la complicità passiva di un assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Muraca, ridotto a superfluo passacarte, mero esecutore di altrui direttive, segnali evidenti di una totale e manifesta assenza di un indirizzo politico da parte di Falcomatà & Co. 

Votare favorevolmente le due proposte di deliberazione - termina la riflessione del movimento - avrebbe significato soltanto apparentemente sbloccare la situazione perché, una volta avuto il placet del Consiglio comunale, le due opere non sarebbero mai state completate. In effetti, studiando con attenzione la documentazione, la giovane rappresentante del Movimento Impegno e Identità, ha scoperto che le delibere stesse risultavano, appunto, essere illegittime dal punto di vista procedurale. I lavori, infatti, per entrambe le opere erano iniziati senza la necessaria autorizzazione paesaggistico-ambientale e la normativa richiamata nella delibera non era applicabile al caso di specie, come confermato in maniera chiarissima dall'Avvocatura interessata della questione. La conclusione politica, quindi, è una ed una sola: il Consiglio comunale è stato chiamato a pronunciarsi su due proposte di delibera caratterizzate dall'illegittimità e che, anche se votate favorevolmente, non avrebbero mai garantito il completamento delle due opere."
 

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