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Sabato, 20 Aprile 2024
Seduta straordinaria / Centro / Piazza Italia

Consiglio comunale aperto: caos sui brogli, unità su piazza De Nava

I cittadini che avevano richiesto la partecipazione abbandono l'aula. Non passa l'odg della minoranza sull'istituzione di una commissione. Approvata all'unanimità la mozione per aprire il confronto con la Sovrintendenza per una scelta condivisa

Hanno aspettato mesi per un consiglio comunale aperto ma stamane Beniamino Scarfone e il comitato “Reggio non si broglia” hanno deciso di lasciare l'aula Battaglia di Palazzo San Giorgio dove si era aperta la civica assise convocata con solo due punti all'ordine del giorno: vicenda brogli elettorali; discussione su nulla osta dei lavori di demolizione e ricostruzione di piazza De Nava. Quindici gli interventi in lista, ma con Scarfone, vanno via anche molti di quanti avevano richiesto, tramite pec, di parlare perché - dicono: “questo Consiglio non è aperto”.

Giuseppe Modafferi, del Comitato Reggio non si broglia, prima di lasciare l'aula spiega: “Non entriamo nel merito dell'argomento. Questo Consiglio comunale non è aperto, manca la trasparenza e c'è pessima partecipazione popolare. Non è valido, non è stata fatta adeguata pubblicità”. Così come afferma anche Francesca Stillitano del Codacons: “Faccio mie le affermazioni di chi ha parlato prima e vado via”.  Italo Palmara, presidente Reggio Futura, aggiunge: “Sotto c'erano persone e sono state mandate via”.

Fuori d'aula, intanto, Pasquale Morisani afferma con forza: “Noi crediamo che si poteva utilizzare per il consiglio aperto il salone Versace al Cedir per una più ampia partecipazione. Non ha senso regolamentare gli interventi via Pec. Richiederemo un consiglio non sui brogli, ma su tutto ciò che è accaduto in città in questo anno: dalla vicenda non chiarita dei murales a tutto il resto”.

Nella sala consiliare invece è rimasto a parlare, come cittadino, Luigi Palamara che sottolinea “la mancanza di uno scatto d'orgoglio della città, che continua a subire una politica da tempo non è più all'altezza”.  

Finiti gli intervnti dei cittadini è il momento dei consiglieri comunali e subito tocca a Filomena Iatì entrare nel merito dell'ordine del giorno. La consigliera del movimento Impegno e Identità spiega che il “consiglio comunale è stato convocato con ritardo visto che era stato chiesto quasi un anno fa”, poi Giuseppe De Biasi, capogruppo della Lega, chiede un minuto di silenzio nel ricordo della piccola Ginevra, di appena due anni, di Mesoraca morta di Covid.

Vicenda brogli elettorali: le foto del consiglio comunale aperto

Massimo Ripepi, poi, sottolinea che “La magistratura sta facendo il suo corso ma che è necessaria una indagine interna” e per questo chiede di “costituire urgentemente un comitato di salute pubblica”. Poi il consigliere di Coraggio Italia prende il Codice etico e lo strappa perché dice: “non viene rispettato, neanche i dirigenti lo conoscono”.

“Questo è il primo consiglio comunale aperto di questa consiliatura - dice Marino. Ma ricordiamo quando a luglio del 2016 ci fu un consiglio aperto, in piazza pubblica, e tutti i cittadini hanno ascoltato e parlato. Oggi questo consiglio comunale, non è un consiglio aperto, per le modalità. Noi lo abbiamo appreso dall'albo pretorio e dalla pec. Non sono azioni di una buona politica che si fonda sulla partecipazione. Perché chiudere ai cittadini? Perché sono argomenti toccanti?. Sono argomenti che vanno trattati in Consiglio comunale e noi siamo sempre stati garantisti, e nel rispetto della magistratura che sta svolgendo il suo lavoro, dobbiamo però ragionare dal punto di vista politico. Ma oggi la politica ha perso la sua credibilità. Dal 14 giugno del 2021, quando abbiamo appreso dei fatti dei brogli, ne parliamo solo oggi dopo sette mesi”. 

Parla Milia e sottolinea la "richiesta all’ordine del giorno dell’istituzione di una commissione d'inchiesta che possa fare luce su cosa dal punto di vista burocratico amministrativo non abbia funzionato all’interno degli uffici elettorali” poi intervengono ancora, Vizzari, Pazzano e Minicuci che, parla a nome del gruppo, e afferma: "Anche un solo voto conta. Chi ha sbagliato, deve pagare”. 

“Quella di oggi è una discussione che non mi appassiona” afferma il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti. "Non tocca al consiglio discutere sui brogli, soprattutto mentre ci sono in corso le indagini degli inquirenti. Avremmo potuto non convocare il consiglio aperto, così avreste continuato a parlare sulla stampa, ma invece vi abbiamo dato l’opportunità di farlo.  Oggi c’è stata la rappresentazione plastica di ciò che mi aspettavo, con l’opportunità di discutere sui brogli, ma avete confuso un’assemblea pubblica con un consiglio comunale aperto e di proposito, perché non vi faccio così ingenui: i 15 iscritti hanno avuto l'opportunità di  parlare tutti, ma hanno deciso di lasciare l'Aula, e soprattutto i cittadini che erano fuori, in attesta, sono stati fatti entrare in Aula a seguire i lavori, dopo una verifica dei posti”.

Poi il sindaco f.f. si rivolge a Ripepi: “strappare il Codice etico è un un atto mortificante per lei stesso, non per noi: Lei il 14 giugno 2016, quando lo abbiamo votato, ha votato contro, oggi non è titolato nemmeno a leggerlo”.

Altra stoccata a Marino: “Non distinguete l’assemblea pubblica con il consiglio comunale aperto! L'assemblea pubblica la faremo come è stato fatto in passato, in aree dove tutti potranno intervenire”. Brunetti poi aggiunge: “Non ci sottraiamo a nessuna discussione,  perché non abbiamo nulla da nascondere, e non abbiamo paura. Discuteremo sui rifiuti, sull'aeroporto e vedremo quanto entusiasmo avrete. Dite che la città si è abituata al peggio, ed avete ragione. Si è dovuta abituare ad un consiglio sciolto per mafia, ad bilancio con somme che non erano vere. Si è dovuta abituare, per piccole responsabilità anche nostre, anche alle buche. Qualora gli organi inquirenti accerteranno che i fatti sono avvenuti, le le persone coinvolte devono avere il massimo della pena”. 

Tocca a Carmelo Versace, poi, rispondere a nome della maggioranza sulla richiesta d'istituzione della commissione: “la legalità va difesa. Esistono per noi i fatti e le responsabilità, penali etiche e politiche, senza alcun sconto. Ma prima esistono i fatti. E fatto è un participio passato, quindi non deve essere revocabile in dubbio. Deve essere certo e cristallizzato giuridicamente. Sulla commissione noi votiamo no". 

Con 17 voti contrari, 9 favorevoli e un astenuto, la proposta della minoranza non passa.

Ristrutturazione piazza de Nava

Consiglio comunale De Nava_Vitale Arillotta

Cambiano i toni per il secondo punto all'ordine del giorno, del consiglio comunale aperto. Maggioranza e opposizione si confrontano, dopo aver ascolato i cittadini e gli esperti sulla questione. Il primo intervento è di Enzo Vitale, che da tempo si batte contro la "demolizone" della piazza. Il presidente della Fondazione Mediterranea sottolinea che la piazza che racchiude tre stii architettonici, ed è un raro caso in Italia.  "La base architettonica è quella “umbertino eclettico”, la piazza tradizionale di fine Ottocento, trasferita nei suoi stili nel periodo della Ricostruzione, dopo il terremoto. Su questo stile si inserisce il liberty floreale con le fontane a conchiglia ai lati del basamento. E poi lo stile razionalista. Adesso però secondo quanto si legge dal nuovo progetto sarà destinata a fiere e manifestazioni folcloristiche, dopo aver demolito lo spazio archiettonico come è".

Anima l'assemblea e incanta i consiglieri l'intervento dello storico Francesco Arilllotta. "Mai avrei immaginato di trovarmi qui, a novant'anni, a criticare la Sovrintendenza. Ma bisogna dire con forza che piazza De Nava non è un semplice spianamento di terreno. Questa piazza ha un'idea progettuale e artistica e un valore storico: faceva da snodo tra la vecchia città  e la nuova città che risorgeva dopo il terremoto. C'era il nuovo piano regolatore del 1911 e la città si estendeva verso nord con TreMulini.

Una città amata dai reggini che raccolsero anche i soldi per il monumento al ministro della ricostruzione De Nava. Adesso non sappiamo cosa questo progetto prevede, quali sono le intenzioni e non sappiamo perchè prima erano destinati 10 milioni per questo progetto e e ora sono diventati 5. Per questo chiedo che l'Amministrazione intervenga e chieda un dialogo con la Sovrintendenza per sapere e capire. Faccio un appello: la piazza non è né di destra, né di sinistra! E' la piazza della città di Reggio, un bene da difendere in tutti i modi. Tra un paio di settimane le ruspe entreranno su piazza de Nava e la demoliranno pezzo su pezzo, pilastrino su pilastrino, tubolare su tubolare».

Parla anche Eugenia D’Africa che chiede al Comune di procedere con l’utilizzo degli strumenti di partecipazione popolare e solo dopo "decida come più opportuno accollandosi la responsabilità politica delle scelte".

Infine anche il prof. Amato interviene per ricordare la storia della città. "Questa seconda parte del Consiglio Comunale l'ho vissuta intensamente, - dice Amato - con emozione e con orgoglio. Perché gli interventi degli amici che in questi mesi hanno sollevato il problema della non demolizione di Piazza De Nava sono stati illustrati con motivazioni che non sono soltanto tecniche,  ma hanno parlato al cuore e all'anima della città. Hanno ribadito che una città è fatta di tante cose, una comunità è composta anche dal cuore e dall'anima della gente. Piazza De Nava rappresenta che cosa? Rappresenta una città che è stata rasa al suolo da uno dei terremoti più catastrofici della storia dell'umanità, ha deciso di risorgere e si è ricostruita sulle macerie del 28 dicembre 1908. Quella Piazza divenne un luogo di incontro  nuovo, interpretando la voglia di risorgere. Oggi essa è  il simbolo della volontà di riprendere il cammino, l'ennesima resurrezione di una città che nel corso dei millenni è stata più volte distrutta da terremoti e anche da invasioni esterne. Non ricordiamo mai che la prima distruzione fu nel 386 aC per opera del tiranno di Siracusa Dionisio I. Dopo due attacchi falliti, la terza volta riuscì ad abbatterla con undici mesi di assedio, deviando nell'ultimo mese il corso delle fumare a monte per fare mancare l'acqua. La distrusse con particolare ferocia. Perché era animato da tanto accanimento?   All'apice del suo potere aveva chiesto e ottenuto atti di sottomissione ad altre città. Quando venne il turno di Reggio chiese in sposa una fanciulla di famiglia nobile come atto di sottomissione. La città si riunì in Assemblea e gli rispose con un sonoro schiaffo: offrí la figlia dello schiavo Boia di Stato. Da quel momento decise che avrebbe impiegato tutta la sua forza per cancellare Reggio dalla mappa della storia. Ma diversi reggini si erano rifugiati nei boschi dell'Aspromonte e pian piano tornarono, cominciando la ricostruzione. Il figlio Dionisio II prese atto della lenta ripresa e rifondò la città col nome di Febea. Ma appena cadde, i reggini decisero in Assemblea di riprendere il loro antico nome.

Noi oggi ci troviamo davanti a un problema simile, in tempi diversi per cose diverse. Io ritengo che sia giusto ciò che sta venendo fuori, cioè un documento unitario. Auspico che sia un documento unitario che ribadisca con forza e con chiarezza che la comunità reggina e il rispetto di essa viene prima di qualunque ufficio tecnico o burocratico che si è permesso di progettare qualcosa senza neanche interpellarla.  

Voglio concludere questo mio intervento, che è un invito a tornare a quello spirito di cui ho parlato, con una citazione che dà il senso di tutto quello che oggi ci siamo detti.  

È una citazione di Martin Luther King:"La vigliaccheria chiede: è sicuro?   L'opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare?   Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla perché è giusta".

Per appello nominale si passa alla votazione dell'odg con il quale si impegna il sindaco e la giunta ad attivare tutte le iniziative con il Segretariato regionale della Sovrintendenza, al fine di promuovere una interlucuzione a richiedere che l'inizio dei lavori di ristrutturazione di piazza De Nava siano spostate al 2023, visto che nel 2022 ricorre il cinquantesimo del ritrovamento dei Bronzi di Riace e si prevede un notevole flusso di visitatori al Museo, che viene approvato all'unanimità dei presenti con venticinque voti favorevoli. 

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