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La proposta

Sanità, Calabria poco attrattiva per i manager: in Consiglio regionale la proposta per alzare gli stipendi

Arruzzolo (Forza Italia); Neri (FdI); Loizzo (Lega); Crinò (Forza Azzurri); De Nisi (Coraggio Italia) e Graziano (UdC) firmano una proposta per eliminare il taglio del 20% ed arrivano la critiche del deputato di "Alternativa" Francesco Sapia

“Modifica all’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)”, o meglio aumento del 20% del trattamento economico per direttori generali, direttori sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere. E’ questo uno degli atti che il prossimo consiglio regionale sarà chiamato a discutere ed approvare. La norma, firmata dai consiglieri: Arruzzolo (Forza Italia); Neri (FdI); Loizzo (Lega); Crinò (Forza Azzurri); De Nisi (Coraggio Italia) e Graziano (UdC) intende abrogare la norma della Regione Calabria che riduceva, appunto del 20%, il trattamento economico delle figure apicali delle Asp e delle Aziende ospedaliere.

Il costo per le casse della Regione passerebbe dagli attuali 435 mila euro circa all’anno ai circa 544 mila dall’entrata in vigore della modifica normativa, così da portare gli oneri annui, ottenuti moltiplicando gli aumenti per le nove Aziende sanitarie ed ospedaliera presenti in Calabria a oltre 980 mila euro.

Ma quale è la ratio della proposta di modifica? Lo si legge fra le righe della stessa. “Si sottolinea - scrivono i consiglieri regionali proponenti - che, in ragione dell’esigenza di mantenere un’adeguata retribuzione ai vertici aziendale, in considerazione delle funzioni da essi svolte e delle connesse responsabilità, la quasi totalità delle regioni italiane non ha ritenuto di dare corso alla norma statale evitando di procedere alla riduzione al trattamento economico in godimento ai vertici delle aziende sanitarie”.

La Calabria, quindi, sarebbe una delle poche regioni ad aver adempiuto alle norme previste dell’articolo 61, comma 14 del decreto legge numero 112/2008, una scelta questa che, per i firmatari della proposta di modifica, “ha fatto si in questi anni che la Regione Calabria diventasse tra le realtà regionali meno attrattive nella selezione di profili professionali adeguati alla complessità delle attività occorrenti a garantire il conseguimento degli obiettivi del piano di rientro”.

Il consiglio regionale si riunirà venerdì ma appena l’ordine del giorno è stato reso pubblico sono piovute le prime critiche. “Non sarebbe corretto aumentare gli stipendi dei vertici delle aziende del Servizio sanitario calabrese a ridosso delle elezioni politiche. Il Consiglio regionale della Calabria sia responsabile e rinvii la discussione ad un momento successivo”.

Lo afferma, in una nota, il deputato di Alternativa Francesco Sapia, che sottolinea: “Diversamente, l'operazione sarebbe sospetta, suonerebbe come una trovata elettorale e potrebbe provocare un aumento dell'astensionismo. È grave che il centrodestra regionale abbia proposto proprio in questo periodo di innalzare i compensi dei manager sanitari. C'era la necessità e l'urgenza? Io credo che non ve ne fosse alcuna ragione, tanto più — prosegue il parlamentare — in questa fase difficilissima, segnata dalla crisi energetica, economica, sanitaria e politica”.

“Trovo irresponsabile la proposta del centrodestra calabrese, che — conclude Sapia — evidentemente non ha pensato alle condizioni della sanità regionale e alle sue priorità. Ora bisogna garantire le assunzioni del personale occorrente, piuttosto che trovare più soldi per i vertici sanitari. Chiedo al Consiglio regionale di riflettere sui bisogni dei calabresi e di archiviare questa proposta indecente, del tutto fuori luogo”.

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