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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

La crisi sferza Palazzo San Giorgio, partiti pronti alle dimissioni...anzi no

Minacciano di far cadere il governo cittadino, in queste ore si stanno svolgendo riunioni e incontri ma sembra, comunque, prevalere l'indecisione e la voglia di restare al comando

I partiti dentro Palazzo San Giorgio adesso sono in fibrillazione. Dopo la designazione di Brunetta a vicesindaco, di fatto, si è aperta la crisi politica in Comune. Si minacciano le dimissioni, sia da destra che da sinistra, e sono ore tormentate di riunioni, nei partiti e tra le coalizioni.

Forza Italia e Fratelli d'Italia sembrano pronti a dimettersi in blocco, la Lega ancora discute e anche all'interno del Pd c'è molta indecisione.

Da quando raccolto da ReggioToday i democratici parlano di “situazione molto complessa” a causa delle scelte compiute da Falcomatà che “ha messo il Pd con le spalle al muro”. Le strade sembrano essere due: o si va verso lo scioglimento e quindi elezioni o si sceglie la via del rimpasto di giunta per riposizionare il Pd. Ma in entrambi i casi la soluzione non è molto gradita. 

C'è, infatti, la paura in casa Pd delle urne e di consegnare quindi la città in mano alla destra, ma anche il rimpasto sembra un “contrattazione per le poltrone”.  Che fare, dunque? Mercoledì c'è intanto una riunione con il gruppo consiliare del Pd e poi con la coalizione. Non sarà facile uscire dall’impasse. Ma occorre far presto, perché l'indecisione e il tempo sospeso provoca solo ulteriori danni alla città che è già in grave crisi e che adesso dovrebbe rifiatare con i finanziamenti ed i progetti del Pnrr. 

Ma il cambiamento, quello vero, quello che porterebbe la città ad essere un punto di riferimento nel cuore del Mediterraneo sembra che non lo vogliono più, sembra ancora prevalere la vecchia logica degli interessi, e sembra essere tornata a galla la Prima repubblica. Destra e sinistra, dopo le minacce di dimissioni, e l'urlo alla scandalo, sembrano già pronte a risedersi sugli scranni di Palazzo San Giorgio per continuare a governare questa città, in bilico, tra il morire e il rinascere. 

In queste ore non ci sono alleati, amici, compagni di partito perché si sa che “la politica e l'amicizia sono come due vecchi coniugi che convivono senza toccarsi” quindi adesso tutto può accadere in nome della politica. Falcomatà ha fatto il suo gioco, ha mosso le sue pedine e di certo non vuole stare fermo a guardare, malgrado la sospensione ma proprio questo suo agire da solo, senza consultarsi e senza considerare il partito di appartenenza, adesso, gli viene contestato e forse può essere fatale per le prossime mosse.

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