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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Minicuci ai reggini: "Reggio è diventata la città dei diritti, inclusiva e solidale?"

Per il candidato a sindaco della coalizione del centrodestra "i corpi intermedi della nostra città, in particolar modo, sono stati provati e messi all’angolo, esclusi dal confronto e silenziati da una classe politica chiusa e autoreferenziale"

"Dopo sei anni di disastri e di emergenze continue, l’imminente ballottaggio segnerà un passaggio decisivo per il futuro di Reggio Calabria, sia sul piano amministrativo che su quello culturale e valoriale. Mi chiedo – e chiedo a tutti i reggini – se davvero Reggio in questi ultimi sei anni sia diventata davvero la città dei diritti, inclusiva e solidale? La risposta non può che essere negativa".

Lo dichiara in una nota Antonino Minicuci, candidato a sindaco di Reggio Calabria per la coalizione di centrodestra. "I corpi intermedi della nostra città, in particolar modo, sono stati provati e messi all’angolo, esclusi dal confronto e silenziati da una classe politica chiusa e autoreferenziale, benché tutti siamo ben consapevoli della loro importanza. L’attuale sindaco ha preferito concentrarsi su battaglie ideologiche, come la controversa approvazione del registro comunale delle unioni civili o la forte propaganda su un concetto di inclusione che non si è mai realizzato.

Probabilmente - ribadisce Minicuci - avrebbe fatto meglio ad agire in concreto per sostenere i più bisognosi, che sono rimasti ai margini della società, e le famiglie reggine, soprattutto quelle numerose. La nostra è una società ispirata anche e soprattutto ai valori della difesa e promozione della famiglia naturale e della vita, dell’inclusione sociale e della sussidiarietà, tanto cari, tra gli altri, soprattutto alla Chiesa Cattolica.

Proprio la chiesa, con tutte le sue strutture, rappresenta un’istituzione importante nel nostro territorio per il grande contributo che ha sempre dato alla nostra amata Reggio, compreso il periodo di emergenza Covid, grazie alla sua azione sociale, educativa e di promozione dell’informazione. In un mondo dominato dalla cultura dello scarto, materialista e consumistica, questo apporto non può che essere una sana boccata di ossigeno che ci invita a rafforzare le nostre radici e la nostra identità, soprattutto se pensiamo a come siamo stati costretti a vivere i giorni della festa della Madonna della Consolazione.

Confido in un futuro migliore per tutti noi e, soprattutto, per i giovani che devono essere messi in condizione di restare nella propria terra, lavorare, avere una famiglia. Anche su questo è stata fatta purtroppo molta propaganda".

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