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Un caffè con il candidato, la scommessa di Davi per una città libera da 'ndrangheta e crisi

Il candidato a sindaco Klaus Davi ai microfoni di ReggioToday. I punti fermi del suo programma amministrativo e la voglia di dare a Reggio il futuro migliore che merita

"Ho deciso di candidarmi perché penso che Reggio Calabria sia una città che non è difesa da nessuno, che nessuno tutela fino in fondo, che nessuno ha voglia di rappresentare mettendoci la faccia". Klaus Davi, nato in Svizzera, noto massmediologo da sempre impegnato contro il fenomeno mafioso, ha scelto di scendere in campo anche a Reggio Calabria, dopo averlo fatto a San Luca, per la carica di primo cittadino della città dello Stretto. In questa chiacchierata davanti ad un caffè ci spiega quali saranno i punti fermi del suo programma amministrativo nel caso in cui i cittadini reggini dovessero scegliere la sua "proposta" politica come quella migliore per il futuro della città.

Come immagina la città dopo il Coronavirus?

"Reggio Calabria potrebbe essere assoluta protagonista del post Coronavirus: ne ha tutte le caratteristiche. Andando a limare le difficoltà economiche locali con l'ausilio di aiuti fiscali per rilanciare l'economia come risposta, ad esempio andando a supportare gli esercizi commerciali che hanno dovuto sospendere le proprie attività a causa della pandemia. 

La nostra è una città al centro del Mediterraneo. Considerato che, come tutte le ricerche economiche indicano l'Africa al centro di un contesto economico che assumerà un ruolo sempre più importante, anche Reggio Calabria si può collocare al centro di tutte le dinamiche politiche economiche con Medio Oriente, Spagna ed Africa. Ovviamente bisogna coordinare un'azione di sistema con Gioia Tauro e tutta la provincia: da sola, la città, non andrà da nessuna parte".

Come è stata gestita l'emergenza Coronavirus?

"Penso sia stata una prova fondamentale, e che l'esperienza Coronavirus abbia messo a dura prova tutti gli amministratori. Ritengo che la gestione a livello regionale sia stata buona e che Jole Santelli abbia gestito il problema in modo giusto, mettendo in guardia i calabresi e che la popolazione abbia risposto in modo assolutamente responsabile. Falcomatà, invece, credo non sia riuscito a gestire questa ‘involontaria’ opportunità  per creare un vero dialogo con la città, mostrandosi solo come “controllore” di anziani e bambini che cercavano piccoli sprazzi di normalità".

La pandemia ha colpito tutti i settori, da quelli economici a quelli più strettamente sociali, un dato è emerso chiaramente l’insufficienza strutturale, materiale e immateriale, delle scuole reggine. Cosa pensa si possa fare per dare una svolta?

"La cosa che mi preoccupa di più è il fatto che la pandemia secondo l'Istat ha accentuato la disuguaglianza socio economica e Reggio rischia gravi ripercussioni economiche. Penso che un amministratore non sia un gestore di meri problemi burocratici, ma debba anche battersi in prima persona sul suo territorio. Per esempio, lo sviluppo reale della città non può prescindere da un aeroporto vero e funzionale che deve diventare centrale rispetto all’area dello Stretto e non può essere venduto a giochi politici regionali.

Sul tema della scuola ho percepito un Falcomatà del tutto assente, benché ci siano molti Istituti d'eccellenza in città, che a mio parere non è stato in grado minimamente di valorizzare. Il primo cittadino deve essere disposto a "mettere la faccia per la propria città": per le scuole, per le insufficienze strutturali e per tutte le problematiche. Oggi il sindaco deve riuscire a garantire il massimo sostegno ai dirigenti scolastici, anche mediante un’azione prioritaria di programmazione, per velocizzare gli interventi di adeguamento strutturale e collaborare nella realizzazione di un piano di rientro scolastico incentrato sull'accoglienza degli studenti post Coronavirus che devono riprendere il proprio ruolo in maniera serena e non traumatica. In una fase successiva sarà fondamentale la partecipazione comunale nella realizzazione di una rete scolastica che possa rappresentare un freno al degrado sociale e diventare un avamposto di legalità e socializzazione".

Il settore rifiuti è amaro protagonista delle cronache di questi  giorni. Cosa si può fare per migliorare il servizio?

"Non si può risolvere la questione rifiuti solo a livello comunale: servono forze politiche istituzionali tali da poter coinvolgere la regione ed il governo centrale. Anche su questo punto Falcomatà è completamente mancato. In alternativa il primo atto che farò se sarò eletto sindaco, in vertice con la Santelli e il ministro dell'ambiente, sarà di affrontare l'emergenza in tandem attraverso un'ottica di sinergia con i vari livelli istituzionali, senza prescindere da una corretta effettuazione della raccolta differenziata. Intanto, nell’immediato, avrei riportato l’emergenza rifiuti su tutti i tg nazionali e avrei messo “spalle al muro” la classe politica che continua a vivere in un continuo stato di emergenza".

Le periferie sono sempre più lontane dal centro, in qualità della vita e servizi offerti, crede sia stato fatto tutto il possibile o qualcosa c’è ancora da fare?

"Sulle periferie penso di poter parlare a ragion veduta visto che ho scelto di vivere ad Archi, in una situazione ancor più periferica all'interno della città di Reggio. Conosco bene le periferie della città, le ho girate tutte per questioni di lavoro. Ritengo che paghino il disinteresse e la distrazione degli amministratori (ma questo succede non solo a Reggio Calabria, ma accade anche a Milano).  Dobbiamo creare e potenziare i luoghi delle associazioni presenti sul territorio e favorirne la creazione di nuove. Personalmente ad Archi ho sostenuto tante iniziative e la gente ha partecipato e ha reagito con entusiasmo. Servono interventi di tipo strutturale, certo, abbandonarle a se stesse non è una soluzione auspicabile".

Reggio Calabria e l'ombra del dissesto. Quali sono le motivazioni che la spingono a candidarsi?

"Trovo becero e vergognoso fare del dissesto un gioco politico. L’ipotesi non può essere scartata a priori, ma viste le gravi ricadute sui cittadini è necessaria una seria e valida valutazione tecnica preliminare che ovviamente farò non appena eletto. Ho deciso di candidarmi perché penso che Reggio Calabria sia una città che non è difesa da nessuno, che nessuno tutela fino in fondo, che nessuno ha voglia di rappresentare mettendoci la faccia. Io l'ho dimostrato in questi cinque anni e continuerò a farlo da sindaco. I reggini sanno perfettamente che potranno contare su una persona determinata e con gli attributi. Per questo sono convinto che prenderanno seriamente in considerazione la mia candidatura".

Dove l’economia soffre l’illegalità si diffonde e la ‘ndrangheta gestisce lucrosi affari, come ci si può liberare da questo giogo?

"Riguardo la 'ndrangheta penso di avere sostenuto una serie di denunce molto rilevanti riguardo lo strapotere di Gino Molinetti e della sua cosca, o lo scandalo delle ferrovie dove ho chiesto il licenziamento di due dipendenti appartenenti ai clan, proprio in questi giorni e ho creato  40 documentari sui clan di Reggio. Il primo nodo da affrontare è l'estorsione che uccide l'economia  e dobbiamo farlo stando al fianco di commercianti e artigiani. Le politiche antiracket saranno prioritarie nella mia Amministrazione".

Qual è la sua idea di città e quale sarà il futuro di Reggio?

"Reggio merita una visibilità nazionale e deve essere capitale del Mediterraneo. Accogliente e pronta al dialogo con tutte le altre città e leader di tutti i comuni della MetroCity. Reggio sarà la città del riscatto del Sud, la città del lavoro. Porterò capitali, come ho fatto a San Luca, condurrò privati a investire su Reggio; creerò una scuola di moda intitolata a Gianni Versace in cui i nostri ragazzi potranno studiare e diplomarsi; valorizzerò le importanti realtà che ci sono su Reggio come i musei d'eccellenza. Reggio sarà la città del food ed una capitale culturale internazionale. Potremo lanciare un’expo del Sud. Ma tutto parte dalla necessità di garantire la massima attenzione mediatica alle incredibili risorse umane, paesaggistiche, gastronomiche, culturali, storiche che da millenni contraddistinguono il nostro territorio. Le mie relazioni mediatiche sono a servizio totale di Reggio Calabria".

Parliamo adesso un pò di lei: un libro preferito, che tipo di musica preferisce? Ha degli animali? Il piatto a cui non può rinunciare? E la squadra di calcio del cuore?

"Il mio libro preferito è Dorian Gray di Oscar Wilde; mi piace ascoltare musica house anni 90: sono un dj amatoriale... Mi piace molto anche la musica elettronica degli anni 70-80 e fra gli autori italiani uno dei miei prediletti in assoluto è Franco Battiato, insieme ad Alice e Giuni Russo. Adoro anche Madonna i Led Zeppelin e i Duran Duran. Ovviamente stravedo da sempre per Mia Martini e Loredana Berte. Il mio piatto preferito sono le linguine con lo stoccafisso. La mia squadra del cuore? Naturalmente la Reggina!".

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