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Si chiude una campagna elettorale estiva e indecifrabile, Reggio al voto per ripartire

Impossibile stabilire cosa verrà fuori dalle urne, Falcomatà lavora per vincere al primo turno ma il ballottaggio potrebbe essere dietro l'angolo con Minicuci in rimonta e la Marciano come terza incomoda

Quella che sta per concludersi è stata una campagna elettorale strana per Reggio Calabria. L’emergenza Coronavirus, l’allungamento di dodici mesi della scadenza amministrativa per la giunta Falcomatà, il numero elevato e mai visto prima dei candidati alla carica di primo cittadino, le polemiche interne al centrodestra per un candidato scelto dalla Lega e calato dall’alto, gli attacchi “pornointernettiani” contro una candidata sindaco. E ancora, una rincorsa al voto sotto la calura estiva che potrebbe avere riflessi diretti sulla politica romana. 

La Lega si è spesa moltissimo, facendo scendere in riva allo Stretto tutto lo stato maggiore del partito, Matteo Salvini compreso al fine di cancellare nella mente dei reggini l’immagine di una Lega nordista. A Reggio Calabria è sceso anche Nicola Zingaretti, il leader del Pd che ha definito Giuseppe Falcomatà un leone per la sua battaglia finalizzata a cancellare il debito della casse comunali. 

Forza Italia, senza il suo presidente Silvio Berlusconi bloccato dal Covid, ha mosso le sue pedine senza parsimonia per cancellare le polemiche del pre campagna elettorale e mandare a tutti, elettori e capi partito, l’immagine di un centrodestra unito sul nome di Antonino Minicuci.

Reggio Calabria, ancora una volta, è un laboratorio politico dentro il quale si mischiano esigenze locali e beghe nazionali. 

I sondaggi non bastano a definire quale sarà il risultato delle urne. Le eleziono comunali a Reggio Calabria sono indecifrabili, le tendenze possono cambiare in poche ore. Con il rischio, evidenziato da Klaus Davi in una delle sue tante dirette, che qualcuno scelga strade illegali, come quelle di pagare il voto, per indirizzare la scelta degli elettori reggini.

Su tutto si staglia l’elevatissimo numero di candidati, oltre novecento, e il rischio di una bassa affluenza alle urne a causa del rischio di un contagio Covid ancora non del tutto debellato. E questo dato potrebbe essere determinate sull’esito di un voto che non appare scontato.

Se c’è, infatti, chi è convinto che tutto possa risolversi al primo turno. La maggior parte degli analisti politici reggini, invece, propende per una soluzione al ballottaggio, spinta dalla possibilità di voto disgiunto, fra i due schieramenti maggiori, guidati da Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci, e una Angela Marcianò a fare da ago della bilancia e terzo candidato incomodo.

In quel caso scemerebbe l’effetto trainante delle liste e dei loro candidati e tutto si sposterebbe sulla capacità dei capi di coalizione di mediare con i rappresentanti delle altre liste in lizza per stringere accordi elettorali ed amministrativi. 

Un “do ut des” che potrebbe contrassegnare i successivi passaggi finalizzati alla costituzione del governo cittadino e degli indirizzi delle nomine di sottogoverno.

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