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Mamma dell'assessore e garante per i disabili, minoranza pronta a presentare un esposto

I consiglieri comunali dell'opposizione ritornano sul caso di incompatibilità madre-figlia in capo alla dottoressa Costarella e l’assessore Palmenta

"Dall’ultimo dell’anno, giorno in cui abbiamo pubblicamente denunciato il fatto, nulla è stato fatto per ovviare alla questione di incompatibilità madre-figlia in capo alla dottoressa Costarella e l’assessore Palmenta.

Come già ampiamente spiegato nel nostro “scoop” delle settimane scorse, il garante comunale per le persone con disabilità e l’assessore comunale sono due incarichi pubblici che non possono coesistere all’interno dello stesso albero genealogico fino al terzo grado di parentela".

E' quanto ribadiscono i consiglieri comunali di minoranza Federico Milia, Antonino Caridi, Antonino Maiolino, Nicola Malaspina, Antonino Minicuci, Saverio Anghelone, Massimo Ripepi e Giuseppe de Biasi che in una nota congiunta spiegano: "Appare subito evidente anche ai bambini che Carmela Costarella (nominata nell’agosto 2020) e Giuseppina Palmenta (nominata ad ottobre) violano il regolamento, così come chi ha affidato loro quell’incarico. Una delle due è di troppo.

Eppure a Palazzo San Giorgio non si è assolutamente mossa foglia. Il sindaco, ovviamente, continua a tacere su tutto: nessuna smentita ufficiale rispetto alle nostre accuse, nessun commento, nessuna spiegazione, nessun atto. Ci saremmo aspettati l’immediata rimozione dall’incarico di almeno una delle due, se non entrambe, o in alternativa le dimissioni spontanee. E invece Falcomatà & Company non perdono occasione per manifestare la loro arroganza".

I consiglieri di minoranza in consiglio comunale "oltre a chiedere nuovamente la nomina di un nuovo Garante, tutto ciò ci costringe, qualora si dovesse continuare a far finta di nulla, a presentare formale esposto alla Procura della Repubblica per abuso d’ufficio, non solo come consiglieri di minoranza, ma anche e soprattutto come cittadini di Reggio Calabria. La gestione clientelare della cosa pubblica da parte di un’intera squadra politica non può mettere ancora a repentaglio la democrazia e la fiducia dell’elettorato nella politica, andando a danneggiare il cittadino inconsapevole di quanto avviene nei corridoi dei palazzi".

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