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Il caso

Ingiurie a Liliana Segre, politico reggino sospeso dalla carica

La reazione della Lega dopo l'accostamento del segretario cittadino Nicola Barreca all'inchiesta per diffamazione con l'aggravante del razzismo contro la senatrice

Nicola Barreca, segretario reggino della Lega da poco più di mese, è stato sospeso dalla carica dopo l'accostamento del suo nome all'inchiesta per ingiurie antisemite sul web contro la senatrice a vita Liliana Segre. 

Il caso scoppia dopo lunghe ore di fibrillazione all'interno della Lega, durante le quali nessun commento era giunto alla notizia pubblicata oggi su vari media nazionali e calabresi e resa nota ieri, nel Giorno della Memoria: data significativa per la segnalazione in Procura da parte dei carabinieri di Milano di venti persone, indagate per odio in rete contro Liliana Segre. L'inchiesta riportata dai media nazionali indica infatti Barreca tra i coinvolti (il più famoso dei quali è Gianluca Rubini, ovvero chef Rubio).

Saccomanno: "Provvedimento temporaneo per accertare quanto apparso sui media" 

Il commissario regionale della Lega Giacomo Saccomanno fa sapere che "immediatamente, appena conosciuta la notizia, è stata disposta l’audizione di Nicola Barreca, il quale ha categoricamente escluso di aver mai compiuto un tal gesto e che, pur avendo eseguito accurate ricerche, sui post e i commenti svolti sulla propria pagina personale, non è emerso nulla". E informa che "al fine di accertare come stiano le cose e per tutelare il segretario ed il partito", è stato assunto, unitamente al referente provinciale Franco Recupero, un provvedimento di sospensione temporanea e cautelare Barreca dalla carica di segretario della sezione reggina, "per il tempo necessario per verificare quanto apparso sui media e consentire, quindi, di appurarne l’attendibilità, con riserva di assumere eventuali ed ulteriori provvedimenti definitivi". La Lega si riserva ogni azione civile e penale a tutela del segretario sospeso e del partito, nell’ipotesi in cui il contenuto degli articoli non dovesse rappresentare la verità”. 

Nicola Barreca

Conclude Saccomanno: "In ogni caso, alla senatrice a vita Liliana Segre va la più sentita vicinanza e solidarietà, con condanna dei suddetti gesti, che, però, dimostrano la inciviltà di chi, spesso, non conosce la storia e non comprende la gravità degli accadimenti".

L'inchiesta ha smascherato profili anonimi autori di post d'odio

In particolare il Corriere e Repubblica, in possesso degli esiti della denuncia presentata dalla senatrice lo scorso 6 dicembre, citano i nomi di alcuni degli indagati, tra cui quello del leghista reggino, ripresi poi da molte testate calabresi.

L'accusa per i venti denunciati è di diffamazione a mezzo telematico con l’aggravante delle motivazioni religiose, etniche e razziali. La documentazione prodotta da Segre, assistita dall'avvocato Vincenzo Saponara, riguarda infatti post su gruppi e chat, provenienti da profili anonimi sui quali è stato richiesto un accertamento delle forze dell'ordine. L’inchiesta dei militari della sezione indagini telematiche del nucleo investigativo, coordinati dal pm Nicola Rossato e guidati dal capitano Gianluca Bellotti, ha lavorato su tre denunce della senatrice: la prima nei confronti di chef Rubio; la seconda contro l’utilizzatore di un account gmail da cui la sera del 13 ottobre 2022, inaugurazione dell’attuale legislatura durante la quale Liliana Segre aveva presieduto la prima seduta di Palazzo Madama, è stata inviata una mail dal contenuto “gravemente offensivo, diffamatorio e antisemita”; la terza contro i gestori del canale Telegram Disinformazione.it per una serie di post di uguale tenore, pubblicati a novembre.

Dei 24 account fake segnalati si è riusciti a risalire all'identità di venti: tra loro chef Rubio, di notoria posizione filopalestinese espressa però con modalità che secondo la denuncia veicolerebbero odio razziale. Tra epiteti ingiuriosi, turpiloquio e feroci aggressioni verbali, il post più emblematico, scritto da chi si nascondeva dietro il nick Righera, fa macabra e vergognosa ironia: "Perché non ripristinare delle camere a gas? Bella idea, vero senatrice?"

La frecciata dell'ex militante cosentino Greco a Matteo Salvini

Il nome di Nicola Barreca nell'indagine in queste ore è circolato sul web, scatenando prevedibilmente un dibattito politico in area centrodestra. Emilio Greco, avvocato cosentino defenestrato dalla Lega, ha lanciato una frecciata al vetriolo: "Voglio ricordare al senatore Matteo Salvini che sono stato espulso poco prima di diventare segretario cittadino della Lega di Cosenza per avere espresso delle opinioni, mentre il segretario cittadino della Lega di Reggio è indagato per avere rivolto offese a una donna come Liliana Segre". Colpito personalmente perché di origini ebree, ha aggiunto: "Io sono di famiglia ebraica ma questo non c’entra perché tutti hanno rispetto della figura della senatrice Segre. Evidentemente nella Lega è più importante e grave esprimere critiche sull’operato politico piuttosto che insultare una donna che è stata internata e meriterebbe affetto e gratitudine da parte di tutti".

Segre cittadina onoraria di Reggio anche come segno di vicinanza contro l'antisemitismo

Adesso, come ha spiegato Saccomanno, per Nicola Barreca è il momento di fare chiarezza e dimostrare, come sostiene, che è estraneo ai fatti. L'idea che un reggino possa far parte di una squallida comunità di hater antisemiti indigna la città, dove il legame con Liliana Segre e l'ammirazione per la sua figura umana e l'impegno civile sono stati suggellati nel 2019 dall'attribuzione della cittadinanza onoraria alla senatrice. Quel riconoscimento, come aveva spiegato il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, nasceva proprio come attestato di vicinanza a Segre per il cyberbullismo di matrice antisemita di cui era stata bersaglio. 

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