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La proposta

Legge elettorale regionale, "ripristinare il principio di rappresentanza"

A Palazzo Campanella i consiglieri Lo Schiavo e Mammoliti hanno presentato la loro proposta di riforma depositata oggi, presente anche il consigliere comunale Saverio Pazzano

Ripristinare la possibilità, per l’elettore, di esprimere un voto di lista e uno di preferenza anche per una lista non collegata al candidato presidente (cosiddetto voto disgiunto), sancendo così l’autonomia tra l’elezione del presidente della giunta regionale e il voto per il consiglio regionale; abbassare la soglia di sbarramento per l’ingresso in consiglio regionale al 3 per cento sia per le liste che per le coalizioni, superando così il disequilibrio causato dall’attuale normativa che prevede l’assegnazione di seggi alle liste che superino il 4 per cento sul territorio regionale, collegate ad una lista regionale che superi l’8 per cento dei voti.

Sono queste le principali modifiche all’attuale Legge elettorale regionale contenute nella proposta di riforma avanzata dai consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto) e Raffaele Mammoliti (Pd), depositata oggi ed esposta nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Campanella prima dell’odierna seduta del consiglio regionale.

Per il primo firmatario Antonio Lo Schiavo, la proposta di modifica della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1, "i tempi sono maturi per affrontare la riforma della legge, anche alla luce delle osservazioni della Corte costituzionale. Quella attuale è una legge ingiusta che sbarra l’ingresso in Consiglio di forze organizzate con soglie di sbarramento abnormi che penalizzano la rappresentanza. Serve allora - ha detto - una norma omogenea con la legge nazionale e che al tempo stesso sia idonea a garantire governabilità e rappresentanza. Questo è quindi un momento propizio, in assenza di elezioni imminenti, per affrontare con equilibrio e decisione questo argomento e di farlo in maniera collegiale tra le forze politiche. C’è un astensionismo preoccupante in Calabria, derivante anche da scelte normative liberticide. La nostra legge regionale, la n. 1 del 2005, ha subito una serie di interventi che la rendono oggi un ginepraio di difficile lettura anche per i giuristi. Lo scopo della modifica - ha aggiunto - è dunque quello di garantire la rappresentanza delle minoranze assicurando il principio di governabilità che resta garantito dal premio di maggioranza".

Altro tema da aprire, per Lo Schiavo, è quello della legge elettorale nazionale: "Basta ipocrisie anche su questo tema: anche i parlamentari devono poter essere eletti con il meccanismo della preferenza. Bisogna cambiare la legge elettorale nazionale e ridare rappresentanza ai territori. Per questo avvieremo una raccolta di firme per un referendum abrogativo delle Legge nazionale e superare così una norma iniqua di cui tutti i partiti oggi disconoscono la paternità".

Per il consigliere Raffaele Mammoliti, "oggi segniamo un punto di avanzamento molto importante, introducendo finalmente anche in Calabria un ragionamento sulla riforma della legge elettorale. Nelle altre regioni si entra in consiglio con il 3 o con il 5 per cento; in Parlamento si entra con il 3 per cento; in Calabria serve l’8 per cento. È dunque chiaro che questa norma è stata voluta da quell’oligarchia che si è impossessata del funzionamento dell’amministrazione e ha manomesso il sistema democratico, imponendo l’allontanamento dei cittadini dal Palazzo".

Ha detto ancora Mammoliti: "Abbiamo visto come anche forze importanti abbiano avuto difficoltà ad entrare in consiglio proprio per la strozzatura democratica determinata dall’attuale legge. Vi è poi anche il meccanismo del voto disgiunto, ulteriore elemento di democrazia, che non viene previsto in Calabria. Ciò determina che vengano tenute distanti quelle voci libere e quelle organizzazioni democratiche che potrebbero, al contrario, dare un contributo significativo. Abbiamo allora la possibilità di scardinare quel sistema di potere costituito che ha impedito una forma compiuta di democrazia avanzata nella nostra regione".

Il consigliere ha poi aggiunto: "Questo testo non arriva a freddo. Con il collega Lo Schiavo da tempo abbiamo avviato azioni comuni su tanti temi: è dunque l’ennesimo atto di una proficua collaborazione che mi auguro si possa estendere all’insieme dell’opposizione per costituire in Calabria un’alternativa al centrodestra".

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il consigliere comunale di Reggio Calabria, Saverio Pazzano. "Occorre - ha detto - assicurare rappresentanza alle minoranze e ai territori e lo spirito di questa legge è proprio quello di riavvicinare le persone alla politica, facendo in modo che l’astensionismo oggi dilagante possa conoscere un’inversione di tendenza. La proposta del voto disgiunto è un modo per consentire una costruzione diversa della rappresentanza, mentre abbassare il quorum significa garantire alle minoranze di essere rappresentate pur mantenendo la governabilità. È desiderio profondo dei calabresi - ha concluso Pazzano - essere riavvicinati alla politica, che sentono spesso distante se non subita. Ecco perché questa proposta ci convince e cade in quel percorso comune di chi ha scelto di rappresentare dal basso le istanze dei cittadini".

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