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Scontro sull'acqua / Polistena

Polistena, il consiglio approva odg contro la privatizzazione dell'acqua

Richiesta una moratoria all'attuazione delle procedure in corso per la multiutility, si annuncia anche una valutazione legale di incostituzionalità della legge 10/2022

Da Polistena si leva con forza il dissenso alla privatizzazione del servizio idrico portata avanti dalla Regione. ll consiglio comunale ha infatti approvato un ordine del giorno in opposizione al disegno regionale legato all’acqua pubblica e dei servizi pubblici essenziali.

L'iniziativa di Polistena arriva a poca distanza da quella del sindaco reggino facente funzioni, Paolo Brunetti, che ha richiesto al collega f.f. della Città Metropolitana, Carmelo Versace, di indire una conferenza dei sindaci per l’esame congiunto degli atti con i quali il commissario dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria Bruno Gualtieri ha definito le procedure di subentro nella gestione del ciclo idrico della società Sorical Spa.
Come rende noto il sindaco polistenese Michele Tripodi, nell'odg del consiglio è stata chiesta al Presidente della Regione Roberto Occhiuto la moratoria delle procedure avviate e si è dato mandato ai legali per valutare ricorso al Tar contro il decreto n. 60 del 30 dicembre 2022 a firma del commissario Gualtieri, attraverso cui, con l'affidamento trentennale del servizio alla Sorical, sono state sottratte agli enti locali prerogative e competenze proprie. Inoltre il consiglio ha dato mandato al responsabile del settore Affari Generali del Comune a valutare, insieme al servizio legale, ogni possibile profilo di incostituzionalità e di illegittimità della legge regionale 10/2022 che ha istituito la Multiutility, con la conseguenza di riservarsi l’opposizione per via giudiziaria, in particolare ricorrendo avverso il citato decreto n. 60 del 30 dicembre 2022.

"La legge regionale n. 10 del 2022 - si legge nella delibera - ha accelerato il vecchio processo avviato dalle giunte e consigli regionali precedenti di esternalizzazione dei servizi pubblici fondamentali, senza minimamente considerare però i mutamenti normativi in corso che sicuramente non si distaccano dall’impianto della deriva delle privatizzazioni, ma che potrebbero introdurre nuovi indirizzi alla governance dei bacini territoriali per la gestione associata dei servizi pubblici come l’idrico. Il decreto 60 del 30 dicembre 2022 - si legge ancora - prefigura uno scenario di cronoprogramma e nell’allegato alcune norme che fra le altre cose avocano all’Autorità la competenza all’incasso delle bollette lasciando però in capo ai Comuni la fatturazione dei ruoli". 

Prosegue il testo: "Ai sensi dell’art. 3 del Tuel i Comuni hanno autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché impositiva e finanziaria nei limiti di legge e, ai sensi dell’art. 13, spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico; proprio per la funzione costituzionale assegnata ai Comuni il combinato disposto di tali norme appare inconciliabile e ogni norma che avoca a livelli sovraordinati la gestione dei servizi locali attraverso le cosiddette multiutility, costituisce pregiudizio per le Amministrazioni locali nell’organizzazione, gestione, erogazione delle funzioni essenziali che dovranno per forza soggiacere alle logiche concorrenziali di mercato".

Questa l'argomentazione principale dell'ordine del giorno, intitolato significativamente ""Per l'acqua pubblica contro ogni privatizzazione", espone le seguenti riflessioni. "La privatizzazione dei servizi pubblici fondamentali come il servizio idrico nell’attuale scenario politico internazionale, rappresenta un sicuro danno ai cittadini che come per l’energia elettrica dovranno di conseguenza subire rincari sulla tariffazione e aumenti salatissimi. La gestione integrata e associata del ciclo idrico, come per i rifiuti, implica infatti l’esternalizzazione del servizio a gestori unici che badano al profitto e non ai bisogni primari della popolazione.

E ancora: "Non si comprende inoltre cosa dovranno fare i Comuni, se continuare a contabilizzare i residui attivi e passivi derivanti dalla gestione del servizio avvenuta negli anni in autoproduzione. Debiti e crediti saranno cancellati dai bilanci o rimarranno nella pancia degli enti?"

Il Comune di Polistena ha sempre avuto un orientamento preciso sul tema, con azioni conseguenziali. Ad esempio cercando di mantenere i servizi essenziali “in autoproduzione” favorendo così la stabilizzazione di lavoratori ex di pubblica utilità e socialmente utili per assicurare la corretta erogazione, il cui costo del lavoro è in parte sostenuto dai bilanci degli enti locali; compiendo scelte e investimenti per assicurare la tendenziale autosufficienza dell’approvvigionamento idrico, minimizzando la spesa per l’acqua nei confronti di Sorical spa e garantendo la piena efficienza delle fonti di captazione idrica per tutto l'arco del giorno. Inoltre per evitare la carenza nella stagione più calda a Polistena si è recentemente realizzato un pozzo nell’abitato di monte investendo risorse aggiuntive nel bilancio 2022 per il collegamento nel serbatoio generale. Il Comune ha anche calmierato la tariffazione abbattendo il costo dei ruoli idrici e "non ha mai aderito a società consortili con qualifica di gestore unico dei servizi d’ambito".

Battaglie, come si legge nell'odg dell'assemblea comunale, "compiute sempre a tutela dei cittadini contro le politiche di privatizzazione dei servizi fondamentali come, acqua, gas, rifiuti". Per questo, "al fine di proteggere il lavoro dei dipendenti inquadrati negli organici del comune preposti all’assolvimento delle medesime funzioni, nonché i consumatori finali destinatari di sicuri rincari che dovranno coprire i profitti e gli investimenti del gestore unico", viene richiesta la moratoria "di ogni procedura in corso relativa all’istituzione dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria che prefigura la privatizzazione dei servizi fondamentali, primo fra tutti quello idrico con sottrazione del governo, del controllo, della gestione del ciclo idrico agli enti locali e territoriali e dunque anche al Comune di Polistena". 

La deliberazione è stata trasmessa all’attenzione delle Autorità nazionali e regionali, Ministero competente, Presidente della Regione ed organi di Governo e gestione, Consiglio Regionale, i Prefetti di Catanzaro e di Reggio Calabria e il Sindaco Metropolitano facente funzioni di Reggio Calabria.

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