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Regionali, sconfitta centrosinistra: la dura autocritica del presidente Delfino

All'indomani del sonoro k.o conquistato in questa tornata elettorale, l'esponente di Articolo Uno-Leu e presidnete del consiglio comunale, in controtendenza analizza le cause della debacle

Se è facile esultare per una vittoria, molto più difficile è, soprattutto in politica, riuscire a fare autocritica e farla pubblicamente. Un timore che, Demetrio Delfino componente di di Articolo Uno Leu e presidente del consiglio comunale reggino, ha sempre dimostrato di non avere, mettendoci la faccia soprattutto quando ci sono degli errori da riconoscere.

E se in queste ore, imperversano, comunicati e commenti da ogni latitudine e bandiera  che provano a vedere il lato positivo, della schiacciante sconfitta guadagnata in queste elezioni, proprio Delfino, sul suo profilo Facebook, ‘regala’ un inusuale –a queste latitudini- analisi politica della debacle del centro sinistra. 

“Non mi è mai piaciuto trovare scuse o giustificazioni in politica –esordisce- . Onore ai vincitori che hanno saputo 'fare squadra' unendosi e 'riunendosi' per raggiungere l'obiettivo nonostante le difficoltà interne. Da loro dovremmo imparare almeno questo”.  

Parole che hanno un sapore amaro, per un uomo che da sempre, si è definito di più che di sinistra comunista della vecchia guardia, dover riconoscere che la corrente politica nella quale si riconosce e che della condivisione e comunione ne ha fatto il proprio motto, non sia stata capace di “mettere in campo liste e uomini in grado di competere con l'avversario. Reputo ancora più vergognoso che non si siano coltivati all'interno del centro sinistra uomini e donne in grado di sostituire Oliverio quando allo stesso era stato chiesto di fare un passo indietro. In quel momento la partita si sarebbe ancora potuta giocare, dopo è stato inevitabilmente troppo tardi”. 

“Considero –prosegue la sua analisi critica Delfino-  un fatto scandaloso che si debba pregare un esterno (molto esterno) di accettare una candidatura spacciata per "civica" anziché "costringere" un big a metterci la faccia, ammettendo cosi che "il politico" ha meno appeal. Siamo arrivati al paradosso dei politici che cercano malamente di cavalcare l'antipolitica”.

Questo atteggiamento, prosegue Delfino, “certifica il fallimento della 'Politica' e di chi ne ha tessuto le trame negli ultimi 5 anni. Umiltà e dignità vorrebbero che questi 'strateghi'  facciano subito un passo indietro (magari chiedendo anche scusa), lasciando 'provare a non sbagliare' a persone mosse da sentimenti d'amore verso la politica e non da interessi personali”.

Non risparmia nemmeno chi, invece di fare un mea culpa, esulta perché le nostre 3 liste abbiano 'tenuto', francamente non mi fa esultare, non faccio finta di vedere il bicchiere mezzo pieno come fanno gli ipocriti che non sanno accettare la cocente sconfitta. Nessuna programmazione, nessuna visione futura, liste costruite all'ultimo minuto, zero programmi, nessun progetto. Così volevamo vincere”? 

“Adesso –conclude Delfino- occorrono umiltà, fatica e, soprattutto occorre mettere da parte le ambizioni personali per lasciare spazio al gioco di squadra e all'unità di intenti per ricostruire non solo partiti e coalizioni ma valori, ideali e soluzioni per il territorio. Non è più tempo di dare la colpa agli elettori che non hanno compreso. Siamo noi che dobbiamo comprendere loro”. 

Molti i commenti positivi da parte di gente comune che, accoglie come una ventata di aria fresca quest'analisi della sconfitta, ancora nessuna reazione, invece, da parte degli esponenti del centrosinistra. 
 

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