Spese di rappresentanza, la giunta regionale vara un disciplinare
La squadra di governo di Roberto Occhiuto cristallizza gli impegni di spesa rendicontabili nel rispetto della giurisprudenza della Corte dei conti
Quello delle spese di rappresentanza è stato sempre un punto debole della politica regionale calabrese. Negli anni sulla gestione dei fondi destinati a questo particolare capitolo della rappresentatività politica si sono susseguite inchieste giornalistiche.
La giunta regionale, presieduta da Roberto Occhiuto, ha scelto di seguire la strada della trasparenza e della correttezza e, proprio per questo, con la delibera numero 255 del 9 giugno scorso ha deciso di approvare il disciplinare sulle spese di rappresentanza dell'organi di governo della cosa pubblica calabrese, in ossequio e nel "rispetto dei principi e dei criteri desunti dalla giurisprudenza della Corte dei conti.
Sei articoli, condensati in tre pagine, per mettere nero su bianco quali possono essere considerate spese di rappresentanza per i componenti della giunta regionale e come le stesse devono essere gestite da chi ricopre o andrà a ricoprire incarichi di governo nell'amministrazione regionale.
Il disciplinare, nell'idea di chi lo ha voluto, "apprestando una disciplina generale e astratta, vale a conferire alle relative procedure trasparenza e conoscibilita?, giacche? l'ente pubblico e? tenuto ad effettuare spese di rappresentanza non sulla base di particolari valutazioni operate volta per volta, bensi? partendo da obiettivi criteri predeterminati, in via generale, con riferimento ai fini specifici dell'amministrazione".
Ma vediamo quali sono le spese di rappresentanza in base al disciplinare varato dalla giunta regionale in una delle sue ultime sedute. Per spese di rappresentanza si intendono quelle spese correlate a situazioni ufficiali, connotate da eccezionalita?, che hanno la specifica funzione di mantenere o incrementare il prestigio istituzionale esterno della Regione, inteso quale elevata considerazione, anche sul piano formale, del suo ruolo e della sua immagine nel contesto sociale, interno ed internazionale, per il miglior perseguimento dei suoi fini istituzionali (carattere dell’inerenza).
Ma non solo. Rientrano in questo novero anche quelle "dirette a finanziare manifestazioni della pubblica amministrazione idonee ad attrarre l’interesse di ambienti e soggetti qualificati o dei cittadini amministrati, per il migliore perseguimento dei propri fini istituzionali e per i vantaggi che, ad esso o alla comunita? amministrata derivano dall’essere conosciuto e apprezzato nella propria attivita? di perseguimento del pubblico interesse (carattere dell’ufficialita?)".
Tutte queste spese, naturalmente, dovranno "essere rigorosamente documentate e motivate con esplicita individuazione". Non rientrano nella definizione di spese consentite quelle che: non sono strettamente finalizzate a mantenere o accrescere il prestigio dell’ente verso l’esterno nel rispetto della diretta inerenza ai propri fini istituzionali; le spese destinate a beneficio dei dipendenti o amministratori appartenenti all’ente che le dispongono e si pongono in contrasto con i principi di imparzialita? e di buon andamento della pubblica amministrazione di cui all’art. 97 della Costituzione.
Così come non saranno rimborsabili a titolo di spese di rappresentanza le spese effettuate (ad esempio omaggi e pranzi) dall'amministrazione in favore dei propri dipendenti, gli incontri conviviali non occasionati da manifestazioni ufficiali, ovvero afferenti a "normali rapporti istituzionali", gli esborsi sostenuti in favore di soggetti non rappresentativi degli organi di appartenenza o a favore degli amministratori dell'ente.
Per meglio specificare il quadro di interesse del disciplinare, poi, l'articolo due dello stesso fissa la tipologia e le voci ricorrenti delle spese di rappresentanza. Ed in questa casistica la giunta regionale ha inserito quelle di ristorazione/servizio bar; quelle per gemellaggi; quelle relative a forme di ospitalita?, manifestazioni di ossequio e considerazione; le spese per omaggi; quelle per i necrologi e quelle strumentali.
L'articolo sei del disciplinare, infine, fa un elenco dettagliato di quelle che vengono definite altre tipologie di spese e dentro questo elenco la giunta regionale ha inserito le spese per relazioni pubbliche, quelle di funzionamento, le spese per convegni e mostre e le spese di pubblicità.