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Spirlì si oppone al Decreto Calabria: "Combatteremo fino all'ultimo per i nostri diritti" |VIDEO

Il presidente facente funzioni della Regione Calabria non ci sta e rincara: "Roma è sorda, no al ri-commissariamento della sanità"

Nino Spirlì non ci sta e sbotta contro il Decreto Calabria. "Ci batteremo nessuno potrà fermare la lotta per la difesa del diritto di poterci curare nella nostra terra". È quanto ha affermato, in un videomessaggio, il presidente facente funzioni della giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì, intervenendo sul nuovo provvedimento sulla sanità regionale, deciso dal Consiglio dei ministri.

Il presidente Spirlì rende nota una lettera di Santelli a Conte

"Leggo questa lettera – ha spiegato Spirlì – nel giorno in cui il Governo approva il Decreto Calabria, che prevede non più una proroga, ma addirittura un ri-commissariamento della sanità, malgrado il fallimento del precedente e nonostante le interlocuzioni che ho avuto con i ministri Speranza e Boccia, con il commissario Arcuri e, nelle ultime ore, anche con il presidente Conte. Roma, purtroppo, è stata sorda anche in queste settimane di attento, fermo e ragionevole confronto".

"Noi – ha aggiunto il presidente facente funzioni – non abbiamo lasciato niente al caso, niente nei silenzi dei cassetti di questo palazzo. Per la Calabria, per i miei corregionali, per la mia gente, ho imparato a parlare con la politica, con le istituzioni, nonostante giustificabili incertezze o dubbi sulla mia capacità di poter gestire le sorti della regione in questi mesi. Non avrei voluto essere qui così, però rispetto il volere del presidente Santelli, che mi ha incaricato di essere il suo vice. Farò di tutto perché in questi mesi il suo progetto possa raggiungere risultati, prima che arrivi la prossima amministrazione".

Dopo aver letto la lettera Spirlì ha evidenziato: "Jole non è stata ascoltata, noi non siamo stati ascoltati. Combatteremo fino all’ultimo minuto, combatteremo perché non vadano perduti il sogno, il progetto, le sante parole di chi per questa terra è morta lottando. Questo decreto diventerà legge, ma non ci potranno distogliere dalla lotta per difendere il diritto di poterci curare nella nostra terra e di poter decidere – assieme al Governo e non da sudditi – ciò che è giusto e ciò che non lo è".

"Speriamo che le polemiche di questi giorni possano finire e che la Calabria possa trovare una nuova unità. Uniti possiamo portare avanti una lotta condivisa nel nome di Jole e di tutte quelle persone che, in Calabria, non ce l’hanno fatta ma hanno comunque sperato".

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