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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Soia e tiroide, i benefici per la salute e gli effetti sulla funzione tiroidea

La soia contiene dei componenti inattivi, gli isoflavoni, che possono esercitare attività ormonali. Su questo argomento, è intervenuto l'endocrinologo reggino dott. Domenico Tromba

La soia è un legume e gli alimenti contenenti soia sono, oggi diventati molto popolari in Occidente. C'è chi li usa per alternare a carne e pesce. La soia contiene dei componenti inattivi, gli isoflavoni, che possono esercitare attività ormonali. Su questo argomento, è intervenuto l'endocrinologo reggino dott. Domenico Tromba, consigliere dell'ordine dei medici di Reggio Calabria,  segretario regionale Ame (Associacione medici endocrinologi), membro cda Unime.

"La soia - afferma il dott. Tromba - ha tante proprietà benefiche per il nostro corpo e gli isoflavoni di soia sono dei veri fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale, dell'altissima, seppur limitata concentrazione estrogenica. Grazie alla loro composizione queste sostanze sembrano avere diversi benefici  per la salute, in particolare delle donne. Gli isoflavoni- prosegue lo specialista - infatti svolgono una funzione simil-ormonale, attaccandosi ai recettori degli estrogeni e comportandosi come estrogeni deboli, in età fertile, e come sostitutivi degli estrogeni, in menopausa.
Gli isoflavoni oltre ad essere dei fitoestrogeni sono anche attivi inibitori degli enzimi cancerogeni e fortissimi immunostimolatori". 

Sugli effetti sul nostro organismo, il dott. Tromba evidenzia: "Oltre ai tanti effetti benefici degli isoflavoni della soia (sistema immunitario,sistema cardiocircolatorio, menopausa, osteoporosi ecc.) esistono studi che mettono in evidenza anche effetti negativi degli isoflavoni sulla produzione degli ormoni tiroidei. Alcuni studi condotti da animali hanno messo in questione il fatto che la soia possa interferire con la produzione degli ormoni tiroidei o con l’assorbimento intestinale della tiroxina sintetica, ovvero il farmaco che si usa per curare l’ipotiroidismo.

Analizzando però alcuni dati clinici - spiega l'esperto endocrinologo - in soggetti umani sani e con adeguato apporto alimentare di iodio, si è visto che gli effetti di una dieta che contiene soia sono assolutamente trascurabili sui parametri di salute della tiroide. Al contempo, altre evidenze suggeriscono che l’assorbimento intestinale della tiroxina in soggetti ipotiroidei può essere ridotto in caso di dieta contenente soia (tra i vari alimenti), il che aumenterebbe il rischio di dover aumentare la dose del farmaco per l’ipotiroidismo". 

Continuando a parlare di altri studi, lo specialista evidenzia: "Gli isoflavoni contenuti nella soia, come genisteina e daidzeina, causano una diminuzione della produzione di questi ormoni. Tale carenza, associata a una deficienza di iodio, provocherebbe un continuo e aumentato stimolo della tiroide, portando a ipotiroidismo. Sostengo come la soia vada consumata con moderazione da chi ha patologie della tiroide. Gli ormoni tiroidei (T4 e T3) sono secreti dalla tiroide. Gli isoflavoni contenuti nella soia, come genisteina e daidzeina, causano una diminuzione della produzione di questi ormoni. Gli isoflavoni non sono degradati durante i processi fermentativi, pertanto anche in caso di consumo di alimenti a base di soia fermentata (natto, tempeh e miso), le raccomandazioni restano inalterate. Per questo, chi ha già una funzionalità tiroidea compromessa, dovrebbe evitare il consumo di alimenti derivati dalla soia, sia fermentata che non, in quanto dannoso per la tiroide".

Anche nel caso di persone che assumono i farmaci per il trattamento dell’ipotiroidismo bisogna porre attenzione: "La soia - continua il dott. Tromba - può interferire con l’assorbimento di questi medicinali e renderli di conseguenza meno efficaci. In diversi studi è stato dimostrato come i neonati a cui sono dati, durante la fase di svezzamento, preparati a base di soia siano maggiormente predisposti a sviluppare disfunzioni tiroidee. Il numero dei disturbi tiroidei a cui sono soggetti è tre volte superiore a quello a cui sono soggetti i loro fratelli e sorelle allattati diversamente. Anche per questo motivo l’OMS sconsiglia l’utilizzo di alimenti per infanti a base di soia".

Lo specialista afferma che: "Persino chi ha una funzionalità tiroidea rallentata può consumare soia, facendo però attenzione che la dieta non sia carente di iodio (il minerale essenziale per il buon funzionamento della tiroide), perché in questi casi la soia può sì aumentare il rischio di sviluppare ipotiroidismo. Una possibile soluzione per godere degli effetti benefici della soia senza correre il rischio di ridurre l'efficacia della terapia (Eutirox, tiche  tirosint ecc.) è mangiarla almeno 4 ore prima".

Infine, conclude dicendo che: "Non bisogna credere tuttavia che questo sia un problema solo della soia: altri cibi e sostanze possono interagire negativamente con la capacità dell'organismo di assorbire i farmaci per la tiroide, tra cui innanzitutto gli alimenti ricchi di fibra, come cereali integrali, legumi in genere, frutta e verdura (tutti alimenti sanissimi e pieni di pregi salutistici, compresa la capacità di ridurre il rischio di cancro: vogliamo forse rinunciare anche a loro?), gli integratori di calcio e di ferro, nonché i medicinali antiacidi a base di alluminio e magnesio utilizzati nella malattia da reflusso gastroesofageo e nella gastrite, come il Maalox". 

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