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Martedì, 23 Aprile 2024
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Quei modi di dire che solo se sei reggino puoi capire, ecco i più coloriti

Viaggio tra le perle di saggezza tramandate di generazione in generazione

Sono perle di saggezze che derivano dal linguaggio popolare, sono patrimonio di una tradizione orale che si perde nel tempo, sono rigorosamente in dialetto e senza dubbio racchiudono metafore di vita da cui trarre insegnamento. Stiamo parlando dei modi di dire, dei proverbi che rendono unico un territorio e che si tramandano di generazione in generazione rimanendo sempre attuali. Ogni città ha i suoi, ma quali sono i più coloriti a Reggio Calabria e provincia? Vediamone alcuni tra i più usati. 

“A megghiu parola è chidda chi non si dici”,  traduzione la parola migliore è quella che non si dice,  si usa per il indicare il fatto che spesso il silenzio vale più di mille parole.

“A raggiuni è di fissa”, traduzione la ragione appartiene agli gli stupidi, ciò significa che è meglio dare ragione agli stupidi pur di farli tacere.

“A troppu cumfidenza è patruna da malacreanza”, traduzione la troppa confidenza è scambiata per dabbenaggine, ovvero troppa confidenza è legata a una cattiva educazione.

“A gatta prescialora fici i iattareddi orbi”,traduzione  per essere frettolosa la gatta fece i gattini cechi, insomma chi fa le cose frettolosamente corre il rischio di non farla bene.

 “Cu a voli cotta e cu a voli cruda”, traduzione chi la vuole cotta e chi la vuole cruda in relazione alla carne e metaforicamente  fa riferimento alle persone in disaccordo perché c’è chi la vuole in un modo e chi in un altro.

“Cu mpresta perdi a testa”, traduzione chi fa prestiti deve pensare come farsi rimborsare.

“Cu nasci tundu non poti moriri quatratu”, traduzione chi nasce rotondo non può morire quadrato, viene riferito a una persona che nata in un determinato modo e in particolare con un determinato carattere nonostante i suoi tentativi non potrà mai cambiare completamente.

"Non gabbu e non maravvighhia", traduzione niente gabbo nè meraviglia. Si usa comunemente nelle situazioni in cui è opportuno non beffarsi né meravigliarsi del comportamento di qualcuno o della situazione in cui si trova una persona perché non si esclude che quella cosa potrebbe succedere a noi.

"U sceccu 'nto linzolu", traduzione l’asino nel lenzuolo,  riferito a una persona che finge di essere stupida

“U pisci feti da testa”, traduzione il pesce puzza dalla  testa, per indicare che l’origine  di un determinato comportamento sbagliato va ricercato alla sua radice.

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