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Chi era Umberto Boccioni, l'artista futurista nato a Reggio Calabria

Il racconto sulla vita e la carriera dell'artista in occasione dei 140 anni dalla nascita

Umberto Boccioni nacque a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882. Riccorre, dunque, nel 2022 il 140esimo anniversario della nascita. I suoi genitori erano Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, originari di Morciano di Romagna, in provincia di Rimini.

Il padre lavorava come usciere presso la prefettura e - proprio a causa della sua occupazione - dovette spostarsi presso diverse città dell'allora Regno d'Italia. 

Per questo Umberto venne al mondo a Reggio, dove frequentò le prime classi elementari. Abitò in un palazzo del centro storico, ubicato in via Cavour con affaccio sul Corso Garibaldi, proprio vicino a Piazza Duomo. Sul balcone in corrispondenza della propria abitazione, infatti, è presente una targa che ricorda la sua permanenza in città.

Successivamente, Boccioni si trasferì prima a Forlì, poi a Genova, Padova e Catania. Proprio nella città etnea, il futuro artista frequentò l'istituto tecnico fino ad ottenere il diploma. 

Nel 1901 era a Roma quando si addentrò nel mondo dell'arte, ed entrando in contatto con il pittore e critico Gino Severini (1883-1966), iniziò a frequentare lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla (1871 - 1958). 

Due anni dopo entro a far parte della Scuola libera del nudo, dove conobbe un altro artista importante come Mario Sironi (1885 - 1961). 

Umberto_boccioni,_la_madre,_1907-2

Il futurismo

Nel 1907 Boccioni incontrò Filippo Tommaso Marinetti (1876 - 1944) e con lui nel 1909 elaborò il Manifesto tecnico del movimento futurista. Quest'ultimo era uno scritto che descriveva e forniva diversi chiarimenti in merito al pensiero futurista: su tutti emergevano alcuni elementi che prevedevano l'esaltazione di una serie di fenomeni come "la bellezza della velocità" e "l'abitudine all'energia". 

Forme uniche della continuità nello spazio - Wikipedia

Tra le opere più conosciute dell'artista nato a Reggio Calabria si ricordano - soprattutto - la scultura "Forme uniche della continuità nello spazio" (foto in alto), che rappresenta simbolicamente il movimento e la fluidità, ed il dipinto "La città che sale" (1910), una raffiugrazione frenetica di Milano vista dalla sua abitazione. 

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