Reggina, Gallo torna a parlare: "Gestiremo debito con l'Erario. A giugno cambierà la politica del club"
Le parole del patron amaranto che ha toccato numerosi argomenti dell'attualità
Luca Gallo, presidente della Reggina 1914 srl, è intervenuto in conferenza stampa dopo un lungo periodo di silenzio coinciso con alcuni problemi di salute che lo hanno costretto a stare lontano dal club.
Il massimo dirigente parla della situazione debitoria del sodalizio: "La Reggina, come da bilancio, ha un debito, a questo punto sta a me gestire questo debito, come altre società di A e di B. Non ho mai conosciuto una società di qualsiasi tipo che non abbia posizione debitoria, è quasi nella normalità che una società abbia dei debiti. Il grosso del debito che ha la Reggina 1914 è con l'erario, quindi la parte Irpef e Inps, derivante dal periodo del Covid, circa 10-11 milioni di euro. Il FIGC ha comunicato il termine dei pagamenti a fine dicembre, con il campionato fermo. Il 75% del debito della Reggina è con l'Erario, una volta sanato sgraverà la Reggina del grosso del debito, non vedo che tipo di tragedia possa essere: ci sono diversi modi per sanare quel debito, tutti legali e raggiungibili. La cittadinanza di Reggio deve stare tranquilla. Il resto del debito si attesta a 2,5 milioni di euro, una cosa gestibile, sopratutto per un club che negli ultimi anni ha gestito 22 milioni di euro tra costruzione della squadra e investimenti sulle strutture. La Reggina onorerà il debito con l'Erario, in un modo o in un altro".
La squadra subirà una penalizzazione di due punti per i mancati pagamenti Inps e Irpef del periodo marzo-ottobre 2021: "I due punti verranno dati senza alcun dubbio, poi la società farà il ricorso. Per la legislazione sportiva certe regole che valgono in sede civile non vengono ammesse. Per me bocceranno il ricorso".
Gallo conferma di voler proseguire il suo corso: "Non metto in discussione il mio impegno per il club, sono qui per continuare. Nella prima conferenza avevo detto che "non c'erano problemi di soldi", ma da allora è arrivato il Covid. ho sostenuto un anno intero con i soldi i miei. Potevo investire di meno, la mia inesperienza mi ha fatto mettere troppi soldi. La mia attività è stata profondamente colpita dal Covid, è un dato di fatto. Pentito di aver preso la Reggina? Non mi sono pentito".
Poi l'annuncio che cambierà politica gestionale: "Da giugno sarà tirato un solco rispetto al passato, la squadra sarà gestita in modo diverso. Per me si migliorerà, ci sarà un cambiamento totale. Fare calcio investendo 22 milioni di euro in tre anni, non ti permette di andare avanti, non esiste il pozzo di San Patrizio. Una società di calcio va gestita in altro modo, ci sono arrivato adesso, da poco. Ci ho rimesso io, perché i soldi erano i miei. I tifosi ci hanno rimesso in parte, alla fine si stanno facendo due anni di B in maniera dignitosa. Abbiamo iniziato il nuovo corso con Rivas e Giraudo".
Sulla parte sportiva con l'eventuale dialogo per la conferma del trainer Stellone: "Il direttore sportivo è confermato, ho rinnovato il contratto a settembre. Oggi pago tre allenatori, però sul mercato di gennaio abbiamo fatto. Sono molto contento di aver preso Giraudo. Stellone? Non ho parlato con lui in questi giorni, ci ho parlato a Terni, mi ha impressionato in maniera positiva, non si spiegava come la squadra avesse potuto fare 1 punti in dieci partite. Lui ha risollevato una squadra che stava calando a picco, durante la sosta scambierò due parole".
Sulla crisi della squadra: "Un punto in 10 partite non si può sentire, a fine anno si dovrà parlare anche di questo. La stessa cosa è accaduta lo scorso anno, allo stesso punto del campionato, con un gruppo simile: dovremo fare delle valutazioni".