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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Calcio

Reggina, tiene banco il caso Irpef: la ricostruzione della vicenda e le mosse della Lega B

Il club amaranto alle prese con la vicenda riguardante i mancati versamenti tributari, visto che è in corso il procedimento relativo alla ristrutturazione del debito rilevato dalla precedente gestione societaria

Il caso Reggina tiene inevitabilmente banco in questi giorni in ambito nazionale e anche nell'Assemblea dei club di serie B andata in scena nella giornata di mercoledì. Si tratta della vicenda relativa ai mancati versamenti Irpef sugli emolumenti dei tesserati, che andavano onorati entro e non oltre lo scorso 16 febbraio. Il club reggino ha ammesso di non avervi ottemperato poiché è in corso il procedimento di ristrutturazione del debito pregresso, che la nuova compagine si è presa in carico dopo aver rilevato il club dalla precedente gestione.

Sul quotidiano Gazzetta dello Sport, un resoconto fedele di quanto accuduto in Assemblea e delle possibili conseguenze per la società amaranto:

"Il comunicato della Lega B sull’Assemblea di ieri a Milano si è esaurito con la pubblicazione delle date di playoff e playout. In realtà durante l’incontro il tema caldo è stato quello che da settimane sta agitando il campionato. Si tratta del caso Reggina, che ha messo in subbuglio le 19 rivali, interessate a saperne di più: il presidente Mauro Balata si muoverà con la Figc (attraverso la Covisoc) e la stessa Reggina per approfondire. Anche se Marcello Cardona, presidente del club, durante la riunione milanese ha già cercato di spiegare la situazione ai colleghi.

La materia è complessa. A fine dicembre la Reggina ha fatto richiesta di concordato al Tribunale per la ristrutturazione del debito, vista la mole ereditata dal nuovo proprietario Felice Saladini. Da quel momento ogni spesa deve essere autorizzata dal giudice: l’ok è sempre arrivato per la gestione ordinaria (anche gli stipendi, a quanto pare), non per i contributi. Che non sono stati pagati in toto. Da qui il dubbio dei 19 club. Balata deve garantire la regolarità del campionato, e la Reggina rischia tanto: si va da una penalizzazione di 2 punti fino all’esclusione dal torneo.

Lunedì scorso Balata ha convocato una riunione della commissione Licenze nazionali perché i rumors necessitavano di chiarezza. Dopo che è stato risolto il caso (diverso) del Genoa, che ha portato al patteggiamento di 1 punto in tempi accettabili, questo rischia di avere una lunga coda. In primis alla Reggina viene contestato il mancato rispetto della scadenza del 16 febbraio per i contributi (non l’Inps, slittata per tutti al 16 marzo): sono quasi 2,9 milioni, ma non si sa a quante mensilità si riferiscano. Una violazione che dovrebbe portare alla segnalazione della Covisoc alla Procura Figc, all’indagine e al deferimento, con il -2. Qui la difesa della Reggina è chiara: proprio il giorno 16 il Tribunale ha scritto al club di non pagare perché i contributi rientrano nella ristrutturazione complessiva del debito. Insomma: la volontà di pagare c’era, ma una legge dello Stato avrebbe imposto lo stop. Ma il Tribunale era a conoscenza delle conseguenze sull’ordinamento sportivo?

La stagione scorsa in Serie C, in un caso analogo, alla Juve Stabia è arrivato il -2, costato tra l’altro l’accesso ai playoff. La Figc non ha ritenuto di intervenire per chiarire la diatriba tra leggi dello Stato e dello Sport, o forse ha ritenuto che quella sentenza facesse giurisprudenza. E stavolta si va oltre. La richiesta dei club a Balata è relativa anche ai precedenti bimestri. La Reggina a fine dicembre ha fatto la richiesta di concordato e quindi non avrebbe aderito alla norma Salvacalcio, varata dal Governo in favore di quelle società che avevano accumulato debiti con l’Erario causa Covid (i pagamenti erano sospesi). I debiti della gestione Gallo andavano oltre i 13 milioni e, tra le due, la Reggina ha scelto la via del Tribunale. Avrebbe così rispettato la scadenza del 16 dicembre per il solo mese richiesto (ottobre) – infatti la Covisoc non ha fatto segnalazioni - ma è rimasta in sospeso per gli altri del secondo semestre in attesa del Tribunale, che non si esprimerà prima di aprile.

Questa è la chiave di tutto. Se per un bimestre saltato si rischiano 2 punti, per due (o più) bimestri scatta l’esclusione. La Reggina ha calcolato il rischio e si sente tutelata dalla legge dello Stato, ma l’ordinamento sportivo ha le sue regole: il Tribunale l’ha considerato? Il braccio di ferro è assicurato. Senza contare i rilievi «morali» mossi dagli altri club, che parlano di «concorrenza sleale» in sede di calciomercato: non quello di gennaio, quando la tagliola del Tribunale ha consentito solo operazioni in entrata non superiori economicamente a quelle in uscita. Tutti quindi aspettano chiarezza: se saranno 2 punti saranno felici quelli in corsa per la A, se sarà esclusione saranno felici quelli che si devono salvare (ci sarebbe una retrocessione in meno), se invece sarà assoluzione sarà felice la Reggina. Ma una dura battaglia l’attende".

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