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Sport di base, gli effetti del Dpcm nel reggino: “Stiamo perdendo molti ragazzi”

Società costrette a fare i conti con le limitazioni del decreto del 18 ottobre. Ai nostri microfoni Gatto del Gallico Catona, Martino della scuola calcio Ciccio Cozza e Antonella Del Core

Viviamo in un periodo dove le situazioni create prima, possono ribaltarsi poi come se nulla fosse. La pandemia da Covid-19 è anche questo: impossibilità di programmare il futuro prossimo. E allora succede che dopo gli enormi sforzi per ripartire in sicurezza, una parte fondamentale dello sport è costretta a mutare sensibilmente. Parliamo dell’attività sportiva di base, fortemente segnata dall’ultimo Dpcm del 18 ottobre.

Decreto alla mano, si legge: “L'attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l'attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale.” Una mazzata vera e propria allo sport dei giovani, coloro che si affacciano alla società e anche grazie all’attività sportiva vengono formati caratterialmente e come individui. 

Impossibile stare qui a discutere se i provvedimenti siano giusti o sbagliati in termini extra sportivi, ma è chiaro come le conseguenze negative siano alla luce del sole anche in territori come Reggio Calabria, dove lo sport di base c’è ed è un pilastro fondamentale per le nuove generazioni di reggini.

Martino Fortunato-2Cercando di fare una panoramica su alcuni dei settori sportivi, le opinioni degli esperti sono abbastanza in linea tra di loro. Stando a quanto ci racconta Fortunato Martino (nella foto), presidente del Valanidi Calcio Giovanile 'Scuola Calcio F. Cozza', “hanno levato il piacere ai bambini di fare la partitella tra di loro. Il bambino viene a fare sì l’allenamento, ma a volte sono esercizi ‘fastidiosi’ e sanno che alla fine hanno lo zuccherino che è la partita tra di loro. Togliendo questo, ai ragazzini gli togli tutto o quasi. Diciamo che ancora si possono allenare, la palla gliela diamo, fanno il due contro due a distanza. Già il lockdown ha avuto una ripercussione pesante su di loro. Nessuno ha la bacchetta magica, ma se vediamo che lo sport ha incidenza all’1% forse stanno esagerando e stiamo parlando di bambini che ne risentono di meno. 

C’è il protocollo da mantenere e – spiega Martino - tutto lo staff è abbastanza ligio anche con i genitori. Come strutture ci stanno creando problemi per quanto riguarda i campi. Non potendo affittare le partite di calcetto, diventa difficile sostenere i costi che sono incredibili. La cosa peggiore, però, è per i ragazzini che ne risentono psicologicamente. 

Meno iscritti causa Covid? Si notano già da qualche tempo meno presenze. Noi registriamo 300 iscritti ma quest’anno un po’ di meno. C’è questa non chiarezza legata alla possibile chiusura, o la scuola di pomeriggio. Già da qualche anno, però, le scuole calcio registrano un calo. Sempre meno interesse e la struttura calcio ha perso credibilità nel tempo. Troviamo un disinteresse generale per il pallone. Tanti bambini – termina Fortunato Martino - sono spinti dalla voglia dei genitori di avere un campione in famiglia per sistemare i conti. Molte volte è così.” 

Gatto Natale-2Continuiamo sul filo conduttore del calcio, per spostarci al Gallico Catona. Il direttore generale Natale Gatto (in foto) ha così commentato le recenti novità per l’attività di base: “Stiamo perdendo molti ragazzi a livello di scuola calcio, mentre per il settore giovanile un po’ meno perché sono più grandi. Ancora non c’è stato comunicato niente di ufficiale, ma il Dpcm parla di gare provinciali, mentre le gare regionali si possono disputare, quindi dovremmo continuare a giocare. 

La situazione della scuola calcio – prosegue il direttore - è un danno enorme per una società come la nostra. Noi quest’anno il primo giorno avevamo circa 150 ragazzi, mentre adesso siamo ad una trentina. I nostri dirigenti della scuola calcio Antonio Reitano, Vincenzo D’Ascola e Giovanni Malavenda stanno attuando tutti i protocolli che ci sono stati imposti dal Governo svolgendo un ottimo lavoro, quindi non ci dovrebbero essere problematiche.

I ragazzi – conclude Gatto - non entrano neanche negli spogliatoi, vanno direttamente in campo e stanno a dovuta distanza. Ogni genitore si preoccupa, però l’attività deve andare avanti. Se ci fermiamo, si blocca tutto.”

Del Core Antonella-3Cambiamo settore, ritrovandoci nella pallavolo. Riflettori dell’attenzione puntata sulla Del Core Volley Academy, società da tempo impegnata a far crescere giovani atlete. Ai nostri microfoni le sensazioni di Antonella Del Core (nella foto): “La problematica principale è che allenare uno sport di squadra a livello individuale è davvero difficile. Si perde l’essenza, il gruppo e la coesione. É stato complicato mantenere le distanze all’inizio, soprattutto spiegarlo alle bambine. La delusione di non poter giocare una partita in allenamento è grande da parte nostra e soprattutto per le bimbe. Meglio questo che niente, però. Siamo un po’ con l’acqua alla gola come tutte le altre società. L’anno scorso era stata pagata la palestra, abbiamo dato indietro le mensilità già pagate ai genitori. 

Cerchiamo – sottolinea Antonella Del Core - di stare al passo con il protocollo ma non è semplice. C’è una diminuzione dal 18 ottobre delle presenze, ho notato grande assenteismo. Per quanto uno può stare attento, il virus continua a colpire. Fortunatamente siamo una ‘zona verde’ in Calabria.

Spero - termina l'ex pallavolista - si possa continuare a lavorare singolarmente, gli esercizi si adattano e le bambine hanno capito. Stare chiusi in casa è stato abbastanza deleterio ed è giusto che anche loro riprendano una vita un minimo più normale. Non é facile soprattutto per loro.”

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